venerdì 25 novembre 2022

Fibonacci, grande mediatore culturale



Fibonacci, grande mediatore culturale


Acuni giorni fà, il 23/11 secondo la notazione italiana, ma l' 11/23 secondo la notazione anglosassone, si è celebrato il Fibonacci-day, una giornata dedicata al ricordo del matamatico italiano Leonardo Fibonacci (n. Pisa 1170 circa - m. 1235 circa). Si celebra ogni anno il 23 novembre, appunto perché le cifre 1 1 2 3 sono le prime quattro della successione di numeri interi positivi che porta il suo nome, la sequenza di Fibonacci. In questa sequenza, ogni numero si ricava dalla somma dei due che lo precedono.

Ho visto durante questa giornata, che molte persone in rete hanno celebrato questo matematico, appunto per la sua sequenza. 

La sequenza è effettivamente sorprendente perché la ritroviamo capace di descrivere molti fenomeni naturali. La sua importanza tuttavia cominciò a rivelarsi solo nel 19° secolo ad opera del matematico Edouard Lucas. Per cui non mi sembra che celebrare Leonardo Fibonacci, soprattutto per questa sequenza, renda giustizia al suo contributo nello sviluppo del pensiero scientifico contemporaneo.

Il suo contributo fondamentale è stato piuttosto di introdurre in Europa il sistema di numerazione che noi chiamiamo "arabo" ma che è stato sviluppato dai matematici indiani, anche se poi gli arabi lo hanno usato per sviluppare quella parte della matematica che prende il nome di algebra, e che ha dato l'avvio al pensiero matematico moderno. Lo stesso Fibonacci fu un insigne algebrista e introdusse in Eurpopa quel sistema di numerazione, mettendone in luce gli straordinari vantaggi, e rendendosi protagonista della sua diffusione.

Il sistema di numerazione "degli indiani" ("indorum") - come allora era chiamato - non è semplicemente un insieme di simboli, ma anche un modo di comporre i numeri. A partire dai simboli detti cifre, che denotano i numeri dallo zero al nove, si ottengono i numeri successivi attraverso il metodo di composizione che è ormai a noi familiare. A tale scopo si usa, come tutti sappiamo, anche il simbolo che indica la completa assenza, il nulla; il simbolo che chiamiamo "zero". 

La stessa introduzione del concetto di "zero" nel conteggio fu un'operazione culturale non da poco. Per molti eruditi del tempo questo concetto era incomprensibile e a loro detta "inutile e atto solo a generare confusione". Non è che il concetto di "nulla" - di completa assenza di oggetti - fosse sconosciuto agli altri popoli antichi, prima che gli indiani lo introducessero nella numerazione, e che non vi fossero modi per simboleggiarlo. È il fatto di introdurlo nel conteggio a non essere affatto scontato, perché non si vede il motivo di voler contare l'assenza, che piuttosto è condizione che determina la non necessità e la non possibilità di contare. In reltà tuttavia i vantaggi nell'introdurla nella numerazione sono innegabili, e in Europa è stato principalmente il Fibonacci a farlo comprendere. 

Così che questo grande matematico è stato artefice di un'importante opera di mediazione culturale tra popoli che - non dimentichiamolo - non solo erano geograficamente separati, ma anche distanziati da sistemi di credenze religiose diverse. 

Leonardo Fibonacci deve essere considerato, oltre che un grande matematico, un degno figlio di una cultura capace di aprirsi non solo agli scambi commerciali, ma anche agli scambi culturali con altri popoli; erede, in questo, della tradizione degli antichi romani.

Quanto alla "sequenza di Fibonacci", essa è la descrizione matematica di una semplificazione ai termini più elementari, dello sviluppo di una popolazione di conigli. Si suppone che ogni coppia di conigli diventi fertile dopo un mese dalla sua nascita, e che ogni coppia di conigli generi una e una sola altra coppia di conigli, e si parte da una prima coppia di conigli a cui si assegna il numero 1.  Il computo del suo sviluppo mensile è descritto appunto dalla sequenza di Fibonacci 1 1 2 3 5 8 13 21 ecc. La sua importanza, per come io la vedo, risiede essenzialmente nel fatto che descrive lo sviluppo di un fenomeno naturale, suggerendo le possibilità applicative del metodo matematico. C'è da credere che proprio per questo motivo, il Fibonacci l'abbia inserita nel suo "Liber Abaci", trattato di algebra in cui introduce la nuova numerazione insieme a questa branca della matematica sviluppata dagli arabi a partire dal sistema matematico indiano.

Ciò che può sembrare stupefacente è che, come si è scoperto successivamente, proprio nella sua basilare semplicità, la sequenza di Fibonacci descrive lo sviluppo di molti fenomeni naturali. Ma questa circostanza è atta a illustrare come la complessità del mondo naturale si sviluppa proprio a partire dalle condizioni più elementari, tramite i processi più elementari.

Maurizio Proietti iopropars

martedì 22 novembre 2022

La crisi della democrazia


 


La crisi della democrazia

Nel video che presento, la scrittrice turca Ece Temelkuran parla della crisi della democrazia in Europa, e dice che secondo lei è molto intrecciata con la crisi del capitalismo. 

A me la sua affermazione non sembra coerente con i dati che cita lei stessa. Io ritengo che la crisi della democrazia in Europa sia conseguenza dell'attuale strapotere del capitalismo, ottenuto grazie all'affermazione di un neo-liberismo che da teoria economica è stato fatto assimilare dalle masse come dottrina sociale.

Lei stessa afferma di essere nella buffa situazione di dover proteggere la democrazia dal popolo. Più che buffa io la definirei paradossale, dal momento che la democrazia è appunto il governo del popolo, che chiedendo governi autoritari rinuncia ad autogovernarsi. Ma se vi rinuncia è perché, come lei stessa osserva, già non si autogovernano.

Lei dice che la gente dovrebbe iniziare a scendere nelle piazze per portare avanti i propri bisogni. Il concetto di bisogno tuttavia è un concetto psicologico, anche se talvolta assume un carattere di oggettività. Un medico può ad esempio dire a qualcuno che lui ha bisogno di bere perché è disidradato, e in questo caso il bisogno è oggettivo. Il fatto che sia un concetto psicologico significa che è soggetto a una valutazione personale da parte di coloro che ne sono portatori.

Io sostengo appunto che l'attuale organizzazione economico-sociale non opera a vantaggio della maggioranza della popolazione, ma di una minoranza di essa. Il problema è che la maggioranza della popolazione condivide i falsi valori della minoranza privileggiata - come il prestigio e l'affermazione sociale e la smania di acquisire sempre maggiore ricchezza e potere - ed è per questo che non si sa governare a proprio vantaggio, né è cosciente della propria condizione sociale, se non che non riesce a tirare avanti, quando non riesce a tirare avanti. Però non capisce che dovrebbe smettere di correre dietro ai miraggi e di sostenere una forma di organizzazione socio-economica che privilegia una minoranza di prepotenti.

Maurizio Proietti iopropars

Riporto di seguito una mia opera multimediale che ho pubblicato qualche giorno fa




sabato 19 novembre 2022

17 Novembre 2022 (ed è anche una metafora)


                             17 Novembre 2022
                    (ed è anche una metafora)


Non senza

Un po' di dispiacere

Perché ero cosciente

Di togliere una vita

Oggi ho ucciso 

In casa una zanzara

Ed era piena di sangue


Maurizio Proietti iopropars


L'emozione sottostante sta in questa sensazione che le cose sembrano troppo fuori luogo, e forse siamo anche sull'orlo di un baratro, e allora non dico che bisogna usare violenza contro qualcuno, ma che è il caso di andare per la propria strada. È il caso di lasciarsi alle spalle certi individui, di cui pure uno ha compassione, ma non meritano nulla.

Maurizio Proietti iopropars


 

mercoledì 16 novembre 2022

Amara (attualità)



                                            Amara
                                          (attualità)

Destinato a morire
È ai nostri giorni
Chiunque sia affamato di chiarezza
Intorbidano
Le acque coloro
Che pescano nel torbido
E accettano
I più di vivere nel torbido
Alla ricerca di gloria e di successo
E di fama e di danaro e di potere
E perché torbide
Le anime dei più
Sono ai nostri giorni

Maurizio Proietti iopropars
 

martedì 15 novembre 2022

Saviano, diffamazione e provocazione


 
Saviano, diffamazione e provocazione

Sicuramente dare a qualcuno del bastardo è un insulto, ed è cosa pertanto che andrebbe evitata. Ma c'è un linguaggio che solo apparentemente è meno offensivo. È il linguaggio a cui Roberto Saviano con quell'insulto ha reagito.

Io penso che bisognerebbe evitare di insultare chiunque, e dunque di evitare di dare a chicchessia del bastardo, come invece ha fatto Roberto Saviano nei confronti di Giorgia Meloni, che l'ha querelato per diffamazione.

C'è tuttavia qualcos'altro che non approvo al pari di come non approvo gli insulti. È il fatto che da più parti si sostenga che Roberto Saviano abbia insultato Giorgia Meloni senza motivo, mentre un motivo ci stava, e io ritengo che fosse un motivo grave.

Io non ho visto la trasmissione televisiva in cui Roberto Saviano ha proferito l'insulto. Ho appreso le circostanze dal resoconto proprio di uno di quei giornalisti che sosteneva in un suo articolo su un quotidiano, che Saviano si fosse abbandonato ad insultare senza motivo Giorgia Meloni, e riportava a sostegno della sua tesi, quanto trascrivo di seguito:

Nel 2020, durante una puntata di PiazzaPulita, Saviano pronunciò un'invettiva a dir poco violenta nei confronti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. "Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle ong: 'taxi del mare', 'crociere'... viene solo da dire bastardi - disse - Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così?". 


https://www.ilgiornale.it/news/interni/insulta-meloni-fare-martire-ecco-senso-giornalismo-saviano-2083593.html


Io ancora ribadisco che non condivido il linguaggio di Saviano, certamente non lo condivido, ma condivido il suo sdegno. Lui chiede: "Come è stato possibile tutto questo dolore descriverlo così?" Ha usato l'insulto per sottolineare quanto per lui la cosa sia riprorevole. Ha usato l'insulto per esprimere quanto questa riprovazione agisca nelle sue emozioni. Riprorevole questo fatto lo è anche per me. Fermo restando - lo ripeto e lo ribadisco ancora una volta - che bisognerebbe cercare un diverso linguaggio, che è quanto mai necessario moderare i toni tella politica.


Badate che non sto affrontando l'argomento del fenomeno migratorio. Non sto analizzando se il fenomeno migratorio dovesse e debba essere o meno contenuto, e nel caso, se le misure prese per effettuare questo contenimento fossero e siano o meno adeguate. Sto analizzando il linguaggio usato, e dico che anche in me suscita sdegno, perché è un modo di parlare senza cuore, privo di rispetto per la vita.


Le navi delle ong hanno cominciato a operare per limitare le morti in mare per annegamento di chi già tentava la traversata su imbarcazioni di fortuna.  Se anche fosse vero che questa loro opera encomiabile avesse ottenuto il paradosale effetto di aumentare la quantità di tentativi di effettuare la traversata, nessuno avrebbe comunque il diritto di definirle "taxi del mare", perchè vi è in ogni caso il dovere morale di effettuare il soccorso in mare. Dare l'appellativo di "taxi del mare" a quelle navi, presuppone l'affermazione che chi aveva iniziato a intraprendere la traversata in modo poco sicuro, lo faceva a suo rischio e pericolo, e dunque in caso di naufragio avrebbe dovuto essere lasciato morire. È questo che suscita un incontenibile sdegno. È per tale motivo che a mio avviso Roberto Saviano non dovrebbe essere condannato per diffamazione. Dovrebbe tuttavia essere redarguito ad usare un linguaggio civile.


A questo punto tuttavia sorge un'altra questione ed è quella del linguaggio civile. Sono molti gli intellettuali italiani, o presupposti tali, che non sanno usare un linguaggio civile. Un linguaggio viene definito "civile" in quanto è atto a favorire il dialogo.

Maurizio Proietti iopropars

Destinato a morire

è di questi tempi,

chiunque abbia fame dichiarezza

Maurizio Proietti iopropars





lunedì 7 novembre 2022

Superino Profeta Cretino


  Ho scritto il breve dramma "Superino Profeta Cretino". Riporto su questo blog, il video che ho prodotto e interpretato e ho pubblicato su YouTube. In più riporto anche la trascrizione della drammaturgia.


Superino Profeta Cretino


Si sente la Marcia Funebre di Sigfrido dal Crepuscolo degli Dei di Richard Wagner. https://www.youtube.com/watch?v=jC-pA81QxGs&t=176s


Al quarto colpo di timpano cessa la musica e Superino inizia il suo monologo.


Superino: Non è più il tempo degli Eroi,figuriamoci dei Supereroi.


Superino ride di un riso vagamente sprezzante, e continua


Superino: Dovrebbe essere questo il tempo dell’ascia e della spada, del lupo e del vento, come alle antiche genti del nord era stato predetto, che gli Dei sarebbero stati sconfitti dalle forze del male. Odino avrebbe affrontato Fenrir il Lupo, che si sarebbe avanzato con le mascelle, spalancate a toccare la terra ed il cielo, e sarebbe stato da lui divorato, e Thor avrebbe affrontato, il grande serpente che avvolgeva la terra, e sarebbe rimasto, ucciso dal suo veleno…


Superino emette un suono che potrebbe essere un misto tra un sospiro ed un gemito


Superino: Ehhh


Poi continua a parlare


Superino: Lo stesso Odino, consapevole della sconfitta che si avvicinava, avrebbe incendiato il Valhalla, prima della grande battaglia finale. E invece la fine di Dei ed Eroi è tutt'altro che eroica, e il Valhalla è sprofondato, perché lentamente è rimasto sommerso, dai liquami prodotti, dagli Dei stessi malati, di dissenteria.


Superino ride ancora amaramente e continua


Superino: A consumare e corrodere Dei ed Eroi sono stati i legulei, e la perversione da essi compiuta del diritto e della giustizia. Chi sono coloro che un Eroe dovrebbe difendere, laddove carnefice e vittima si confondono nella medesima depravazione? Ciò che potrebbe fare un Eroe ai nostri giorni, sarebbe di risvegliare le coscienze, non tanto perché gli oppressi si ribellino ai propri oppressori, ma piuttosto perché praticando la giustizia essi stessi, scudo di quella giustizia potrebbero farsi, e riuscire in questo modo anche a difendersi.


Superino sospira, e continua


Superino: Così, io sono diventato Supereroe. È toccato a me perché il Supereroe non lo voleva più fare nessuno, e da Fortunello ho cambiato il mio nome in Superino. Superino, perché volevano un Supereroe, ma volevano che non avesse troppe pretese, un Supereroe un po’ per finta, tanto per salvare le apparenze, perché un Supereroe ci voleva in questo contesto sociale, in questo villaggio globale, in questo perenne carnevale in cui ogni scherzo vale, ma in cui gli scherzi peggiori li fanno i Super Ricconi, quelli che come 1% della popolazione detengono il 40% della ricchezza globale, e come 10% della popolazione ne detengono il 70%, e prova a indovinare chi decide come devono andare le cose.

Ed eccomi qui, che sono Superino, un po’ romano e un po’ germanico, e anche un po’ scemo, e anche questo va bene perché in questo modo non mi crede nessuno e non mi segue nessuno. Zero followers e zero likes può essere segno, che stai a fa’ quarcosa de sensato.

Così, fammi salutare mio padre prima di uscire per il mio giro di perlustrazione.


Superino si avvicina a una foto che c’è su un mobile, e inizia a parlare rivolto alla foto


Superino: Sì papà, stò attento quando attraverso la strada, anche sulle strisce, perché questi cianno er fero davanti e si a te, te mettono sotto, nu’ je ne frega gnente. Tu che te lamentavi che a Roma li romani nun ce stavano più, nun avevi capito che er problema era n’artro. Er problema è che so l’esseri umani che nun ce stanno più su la tera. Ti saluto papà. Se tutto va bene ci vediamo più tardi.


Superino esce da casa. Poco più avanti vede una donna che sta prendendo a sganassoni un bambino. Si avvicina e bonariamente inizia a parlare.


Superino: Signora, non pensa che il suo metodo educativo sia piuttosto antiquato? Al giorno d’oggi le concezioni su come impartire l’educazione ai bambini sono molto cambiate rispetto alla scorsa generazione. Com’è che lei ha pensato di far ricorso ai vecchi sistemi? Voglia scusarmi se glielo chiedo, ma potrebbe essere interessante.


Il bambino è sbigottito, più che per aver preso gli schiaffi, dalle parole di Superino, e chiede alla donna


Bambino: Mamma che ha detto?


Donna: Stai tranquillo, credo di aver capito. È una malattia. Dice cose che non hanno alcun senso, anche se sembra che parla italiano.


Superino: Ho chiesto a tua madre perché ti stava dando gli schiaffi.


Donna: Pensa di aver fatto questo?


Bambino: Da grande non voglio essere come te. Si vede che sei un perdente.

Superino: Ascolta te stesso, e da te stesso impara, ad essere te stesso.


Il bambino scoppia in una fragorosa risata e chiede


Bambino: Mamma, che dice?


Donna: È come ti dicevo. Dice cose senza senso. Ma non ridere di lui perché è malato.


Bambino: Ma si può curare?


Donna: Certamente. Bisogna individuare il farmaco più efficace. Al dosaggio giusto non gli permettono di fare discorsi sensati ma riducono la produzione dei discorsi senza senso. Se il dosaggio è abbastanza alto i discorsi senza senso possono anche sparire del tutto.


Superino si volta e se ne va. La donna rivolta al bambino


Donna: Seguiamolo per vedere che fa e se lo possiamo aiutare.


Superino: Non penso che questo sia il tuo silenzio, Signore mio Dio, perché ben ricordo quando il profeta Elia a te la sua angoscia gridava dicendo “Io solo sono rimasto e cercano di togliermi la vita”, tu gli risposi “Un resto mi sono lasciato che non ha adorato Baal”.


Donna: Nel discorso che ha appena fatto si può riconoscere un delirio di onnipotenza.


Intanto Superino è giunto vicino al portone di casa e un gruppo di persone si radunano intorno a lui. Uno di loro lo chiama e gli fa una pernacchia, poi aggiunge


Popolano: Superino er profeta cretino.


Tutti scoppiano a ridere, e la donna si rivolge al bambino dicendo


Donna: Lo vedi, ridono di lui perché non capiscono che lui è malato. Bisognerebbe migliorare le leggi in modo da poter organizzare anche interventi a domicilio per aiutare quelli nella sua condizione. 


Bambino: Come si fa a vedere che la sua non è vera religione?


Donna: Perché se era un sentimento religioso si rivolgeva a un prete, non iniziava a parlare con Dio.


Anche lei non riesce ad evitare di ridacchiare. Intanto il popolano continua


Popolano: Ah Superino! Che ce profetizzi oggi?


Superino continua a parlare a Dio


Superino: Però, questo ti chiedo, Signore mio Dio, di farmi incontrare la mia gente. Tra noi più non ci sarà chi è grande, o chi è superiore ad un altro, perché secondo il medesimo spirito, ad uno è stato dato un dono e un altro ad un altro, affinché tutti insieme siano un unico corpo mosso da un medesimo spirito.


Gli astanti scoppiano in una fragorosa risata. Anche la donna ride portandosi una mano alla fronte.


Donna: Figlio mio, questo però è proprio esaltato! Hahahahaha!


Anche il bambino ridacchia rivolto alla madre


Bambino: Hihihihi!


Superino apre la porta di casa. La richiude dietro di sé.  Si torna a sentire la Marcia Funebre di Sigfrido dal Crepuscolo degli Dei.

https://www.youtube.com/watch?v=jC-pA81QxGs&t=176s 


Al quarto colpo di timpano cessa la musica e si chiude il sipario.


Maurizio Proietti iopropars

martedì 1 novembre 2022

Tutti (o quasi) i Santi


 

Tutti (o quasi) i Santi


Per quel che riguarda i santi, mi pare che sia un po' come il Nobel per la pace, che però è venuto dopo, e quindi se qualcuno ha copiato, è stato il secondo. 
Non sono riconoscimenti che si danno proprio a tutti, ma si dànno ad alcuni tra i veri santi e i veri pacificatori, allo scopo di annoverare tra i santi e tra i pacificatori, coloro che santi e pacificatori non lo sono poi così tanto, purché siano ipocriti abili abbastanza da avere buona credibilità.
Si sa che la pubblicità è l'anima del commercio, ma lo è anche dell'autorità costituita.
Poi però i Santi ci sono veramente, e così, celebriamo pure quelli che lo sono veramente, escludendo gli altri. Tanto a che serve fare l'elenco, che è ignoto, visto che vengono costantemente intorbidate le acque. 
Io d'altra parte non credo che per pregare ci serva l'intercessione dei Santi, poiché, come ci dice Gesù, il Padre stesso ci ama. E non ci serve imitare i Santi, poiché, come dice Gesù, chi è perfetto è come il suo Maestro; come lui, come Gesù. Lo si diventa non per nostro merito, ma per grazia di Dio.
Così, mi pare bene di meritare il disgusto con cui quasi sempre mi guardano i cattolici se solo apro bocca. Di fronte a Dio ci incontreremo in giudizio con quanti di loro - troppi nella mia vita - mi hanno condannato.

Maurizio Proietti iopropars

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Vignetta di Maurizio Proietti iopropars Favorevole a legalizzare l'ora Pensavo ai miei amici di quando ero giovane, quando mi è venuta i...