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venerdì 14 marzo 2025

Solo in ciò che siamo

Iopropars' Painting
el. digitale su pastello a olio di
Maurizio Proietti iopropars


“Solo in ciò che siamo”


Nasce la mia danza

Dall’ammirazione per la donna,

E in questo modo parla,

La mia danza,

Alla donna mia compagna:


Sii te stessa

Pur essendo quel fiore

Quando vuoi essere un fiore.

Sii te stessa

Qualsiasi cosa tu voglia essere,

Quando qualcosa vuoi essere,

Perché se qualcosa vuoi essere

Nell’essere in quel modo

Te stessa vuoi ritrovare,

Perché nient’altro possiamo volere

Se non ritrovare noi stessi,

Perché ritrovando noi stessi soltanto

Noi possiamo realmente essere.


Noi stessi soltanto 

Possiamo noi essere,

Solo in ciò che siamo

Noi possiamo essere,

È questo il cammino

Del nostro essere verso noi stessi.

                       

  Maurizio Proietti iopropars



Ho scritto questa composizione, qualche giorno dopo aver partecipato a un seminario di due giorni sulla Danza Butoh, nata in Giappone nel secondo dopoguerra. È ispirato da una citazione dell'ispiratore di questa disciplina artistica, Kazuo Ohno (1906-2010):

"Se vuoi danzare il fiore, puoi imitarlo e sarà un fiore qualunque, banale e per nulla interessante. Ma se poni alla base della tua ricerca la bellezza del fiore e le emozioni che evoca nel tuo corpo morto, allora il fiore che stai creando con la tua danza, sarà unico e vero e il pubblico sentirà la tua emozione"




 

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lunedì 12 settembre 2022

Padre perché mi hai abbandonato

Albero della libertà
Dipinto digitale di Maurizio Proietti iopropars



Non è un caso che il moderno esistenzialismo prenda l'avvio da un pensatore cristiano, Soren Kierkegaard. Questo filosofo, nella sua opera "La malattia mortale", descrive come il problema umano non riguardi esclusivamente l'essere o il non essere, ma anche l'essere sé stessi o il non esserlo. Non si tratta esclusivamente di vivere o morire, ma di vivere autenticamente la propria vita oppure no. Kierkegaard afferma che la vita senza la fede è disperazione, perchè solo fondando noi stessi in colui che ci ha posto in essere, possiamo essere noi stessi.



Padre perché mi hai abbandonato



“Padre perché

Mi hai abbandonato?"

Sono d'accordo con Lutero,

Suona tremenda questa frase, fa capire

La ferocia di coloro

Che inflissero il supplizio

Della croce a un innocente.

Fu questa la ferocia

Dell’odio contro un uomo

Che in loro risvegliava il sentimento del peccato,

Proprio appunto perché puro

Esempio

Egli era di giustizia.

Odiarono costoro

In lui la parte migliore di sé stessi,

La purezza originaria dalla quale col peccato

Essi si eran distaccati,

La purezza che era incarnata

In quell’uomo giustiziato.

Io comprendo in questa frase, pronunciata da Gesù,

Che egli perse il sentimento

Di sé stesso nel supplizio.

Quelli a questo

Lo portarono col modo

In cui gli diedero la morte:

A sentir che in quella morte

Non poteva

Dio essere con Lui.

Vi riuscirono per mezzo

Di un supplizio riservato

Ai colpevoli più abietti,

Di un giudizio calunnioso che infliggeva

Terribile agonia fino alla morte.

Vi riuscirono perché

Fino all'ultimo non volle,

In risposta a quell’accusa condannarli.

Questo è dunque il modo in cui

Il Cristo ci amò.

Ci amò Egli fino al punto che perdette

Di sé stesso il sentimento,

Prima

Che la morte lo prendesse,

E tuttavia non volle condannare. 


Maurizio Proietti iopropars



 

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