domenica 31 marzo 2024

A volte esagerano con questo "Buona Pasqua!"

Schizzo digitale di
Maurizio Proietti iopropars

A volte esagerano con questo 
"Buona Pasqua!"

Il cane che avevo prima pure lei era una femmina, si chiamava Vigilia. Pure lei era una peste. A volte la gente come mi vedeva mi faceva "Buona Vigilia!". E io "Sì Vigilia! Buona! Fai la brava!". A volte però glielo dicevo, "Guarda che è vivace però non morde". Né Pasqua né Vigilia hanno mai morso nessuno.

Maurizio Proietti iopropars
(omaggio ad Achille Campanile)


 

domenica 24 marzo 2024

Una luce è presente in primavera

"Una luce è presente in primavera"
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars



Una poesia di Emily Dickinson

Propongo ai miei lettori, la mia traduzione in italiano di una poesia della poetessa statunitense Emily Dickinson (1830-1886), dal titolo "A Light exists in Spring", che io ho tradotto con "Una luce è presente in primavera". "Essere presente" nell'accezione italiana, mi rende il senso di "To exist" che questa poesia mi evoca. "Essere presente" nell'accezione italiana è molto di più che un semplice "To be there", perché nell'essere presente di qualcosa, il suo essere è tale da poter essere trovato, proprio come esprime "To exist" in inglese. In altre parole, io avverto che dire che quella luce è presente, enfatizza sufficientemente la concretezza della sua realtà; mentre dire che esiste, è così forte in questo caso in italiano, da trasmettere un significato fideistico che è opposto a quello che la poesia descrive. 

Questa poesia è molto di più di un'elegia alla primavera, perché ci illustra come il nostro sentimento possa talvolta essere, rispetto al pensiero razionale, una chiave di lettura più profonda della realtà che ci troviamo intorno. Il sentimento apre le porte della sensibilità, mettendoci in contatto più diretto con il mondo. È questo il motivo per cui ho voluto tradurla, anche perché le traduzioni che ho incontrato non mi soddisfacevano granché; non riuscivano ad evocare il senso illuminante che la lettura del testo inglese mi aveva trasmesso.


Una luce è presente in primavera


Una luce è presente in primavera,

Che durante l'anno non abbiamo

In un qualsiasi altro momento,

Quando marzo qui si sta affacciando.


Un colore là fuori si sofferma

Nei campi solitari,

Che la scienza non può determinare,

Ma che avverte la natura umana.


Esso attende sopra i prati,

E il più lontano albero ti mostra

Sopra le pendenze più lontane che conosci,

Quasi ti parla.


Poi come gli orizzonti vanno

O il mezzogiorno volge via,

Senza formulare un suono,

Esso passa e noi restiamo.


Una perdita che è come,

Nel piacere del nostro sentimento,

Se un mercato abbia all'improvviso invaso

La partecipazione a un sacramento.


Traduzione dall'inglese
di Maurizio Proietti iopropars

Come ulteriore nota alla traduzione, osservo che il fatto che gli orizzonti camminano, è una percezione solo apparente, ma il significato, in quel contesto, non può essere che questo, perché evidentemente dice che il colore di cui lei ci parla, sparisce in un modo impalpabile. Per questo stesso stesso motivo, per me "to report away" ha un significato che in italiano potrebbe essere reso con "dispresentarsi", allo stesso modo che "to report back" può essere tradotto con "ripresentarsi". I "mezzoggiorni" si accomiatano in un modo che è quasi impercettibile. È l'effetto della sparizione della luce di cui lei ci parla, ad essere invece stridente.

Riporto di seguito il testo originale:




A Light exists in Spring

A Light exists in Spring
Not present on the Year
At any other period —
When March is scarcely here

A Color stands abroad
On Solitary Fields
That Science cannot overtake
But Human Nature feels.

It waits upon the Lawn,
It shows the furthest Tree
Upon the furthest Slope you know
It almost speaks to you.

Then as Horizons step
Or Noons report away
Without the Formula of sound
It passes and we stay —

A quality of loss
Affecting our Content
As Trade had suddenly encroached
Upon a Sacrament.

Emily Dickinson




 

martedì 19 marzo 2024

L'autenticità nel mondo



La forza esplicativa della poesia

Questo brano, "Giuseppe", è la versione italiana di Bruno Lauzi e dello stesso Moustaki, della canzone originale francese di Georges Moustaki, "Joseph". 

Io lo trovo stupendo nella sua potenza espressiva, con cui evoca una toccante immagine di San Giuseppe e della sua "paternità", e al tempo stesso fa emergere un'immagine di Gesù così diversa da quella usata dall'establishment privilegiato per frenare il dissenso sociale.

Segue una mia poesia ispirata da questa canzone, nel retroterra della mia riflessione sulle analisi kierkegaardiane.


L'autenticità nel mondo

Chi è stato Gesù?

È stato uno che ha insegnato

L'autenticità del sentimento religioso,

Illustrando come

Portare sempre debba

All'amore verso il prossimo,

Il nostro amore verso un Dio

Di tutti padre,

Nostro unico creatore.

Praticando la coerenza

Con questi insegnamenti,

Per questo è stato messo a morte

Dai custodi delle istituzioni.

Fedele fino in fondo

Ai propri insegnamenti

Egli ha accettato di morire,

Testimoniando con la morte

La sua fede,

La sua adesione a quanto

Egli predicava.


Maurizio Proietti iopropars



 

sabato 16 marzo 2024

Verso l'alba di un nuovo giorno

Verso l'alba di un nuovo giorno
dipinto digitale
di Maurizio Proietti iopropars



Verso l'alba di un nuovo giorno
(rivolgendomi a Charles Bukowski)

Riporto prima una composizione di Charles Bukowski, dal titolo "Sei incancellabile tu", e poi due mie poesie che questa composizione mi ha ispirato.

“Sei incancellabile tu” di Charles Bukowski

“Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi – beh? Che è successo?

Ecco, quella mattina successe a me che da tanto tempo non amavo, ma non per chissà quale motivo, non amavo e manco io sapevo il motivo preciso, ma forse sì che lo sapevo: che senso poteva avere per me l’amare se non amare che te?

Quella mattina io avevo una gran voglia di dirti – ti amo -, almeno credo.

Quanto mi manchi amore mio. Certo, io lo sapevo già dentro di me di questa cosa che mi manchi ma l’ho capita bene solo quando fuori ha smesso di piovere e a me mi giocava il cuore.

È che prima avevo la scusa per non vedere il sole, pioveva, mica era colpa mia, ma le nuvole ora sono andate via portandosi dietro tutte le scuse. Ok, tu non ci sei, ok, ma va bene, va bene anche se va male, va bene perché io ti amo lo stesso.

C’è come un diario che ho chiuso nel petto, sento che devo tirarlo fuori e devo farlo senza schemi se non gli schemi che mi porto nel cuore.

Ah! Mannaggia mannaggia, mannaggia al cuore che non sa far calcoli ma che pure spesso sbaglia i conti.

Ma io non ero riuscito a dirti quel ti amo.

Era una primavera quando andasti via, lo ricordi? Io cercavo di farmi forza, la vita andava avanti sentivo dirmi da tutti.

Quando te ne sei andata io mi sono un po’ rincoglionito.

Mi persi, diciamoci la verità, perdendoti io mi persi. E tu? Ah! No scusa, non volevo chiederti se anche tu ci sei rimasta male, era un e tu come stai? Roba del genere insomma, un e tu cosa fai ora? Che stai facendo adesso, adesso è in questo momento, che stai facendo in questo momento? Non mi interessa cosa stai facendo nella vita, io non ci sono più nella tua vita, cosa vuoi che mi importi?

Sicuramente starai facendo tante cose belle, bellissime, ma a me importa adesso, adesso adesso mi importa, adesso in questo momento. Io adesso ti sto pensando facendomi del male. Io vorrei non pensarti ed averti invece qui, qui vicino a me.

Ma non ci sei. Non voglio pensarti ma non lasciarmi solo, non andare via anche dai miei sogni.

Tu dolce ferita mi tagli il cuore, ma io sorrido sai? Non mi fa male questo maledetto male. Sorrido perché dentro ci sei te e ti vedo, almeno posso vederti. Ti vedo pure che dai un bacio a quello lì e questo un pò a dirti il vero mi fa incazzare.

Ma tu non lasciarmi lo stesso, tienimi con te pure se sono incazzato.

Tienimi con te. Non mi fa male la ferita al cuore, no, non mi fa male, sei tu che non ci sei, non andare via oltre.

A volte mi sento tanto forte da poterti dire che non esisti senza di me.

Ma non è vero sai? È che ci provo ad andare avanti, bisogna comunque provarci o almeno provo a convincermi che bisogna provarci.

Fossi riuscito a dirti ti amo oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia, fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti.

Sei incancellabile tu.

Sei come quelle macchie di inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere? ”.

Charles Bukowski


Donne sbagliate

È meglio stare soli
Che cadere vittima
Delle donne sbagliate,
Perché quando più non ci sono
E di loro avrai solo il ricordo,
Sarai ancora più solo
Di quanto solo
Tu non saresti stato 
Se mai non le avessi incontrate.
Ancora più solo
Perché c'è sempre un motivo
Per cui ti hanno lasciato,
C'è sempre un motivo
Per cui se ne sono andate,
Lasciandoti quel motivo
A lacerarti il cuore,
E a renderti impossibile
Continuare ad amare,
E se poi ti riprendi 
A caricare 
Di rimorso e rimpianto 
Il tuo amore.
Ma è stato il mio amore
Che mi ha fatto capire
Quanto fossero donne sbagliate
Coloro che mi hanno devastato,
Anche se sempre
Per qualcosa che ho fatto,
Senza sperare
In un mio cambiamento,
Ma facendo esse stesse
Di peggio, perché non è strano
Che le persone malvage 
Disprezzino l'amore,
Ed è stato per questo
Che non sono riuscite a capire
Che erano amate.

Maurizio Proietti iopropars


Ci sta di sicuro

Non dico che la violenza
Sulle donne non ci sia,
O che sia giustificata.
Dico che il male,
Nel genere umano diffuso
In differenti forme,
Tra uomini e donne
È distribuito equamente.

Maurizio Proietti iopropars


 

domenica 3 marzo 2024

La Marcia dei Figli del Vento


 Vortex
dipinto digitale di 
Maurizio Proietti iopropars


Presentazione 


Il brano musicale che vi propongo nel video, è una mia breve composizione. Come compositore, io sono alle mie prime esperienze, ma come che studio il flauto traverso, sento l'esigenza di esprimermi anche con la musica, che forse in qualche modo costituisce l'essenza di ogni altra espressione artistica, ovvero quanto più si avvicina alla nostra percezione emotiva.

Per chi ha qualche nozione musicale, la composizione può essere definita come un breve poema musicale. È costruita con variazioni tematiche sui modi della scala di Re min. Ho dato la descrizione del poema musicale, nel breve racconto fantastico che segue:



La marcia dei figli del vento

Il vento è libero, e per quanto possa essere a volte poderoso, rimane impalpabile, e questa è la sua forza, che gli permette di passare in ogni spiraglio, e avere un varco in semplici fessure, e può essere anche a volte lieve e accarezzare, avvolge gli ostacoli che incontra, pur continuando a spingerli, ma pure il vento, forza della natura, per quanto sia una forza libera, come la natura non è ostile. Tali sono i suoi figli. E questa è la loro vittoriosa marcia, quando dalle superfici marine dove riposavano, si alzarono e marciarono, per liberare il mondo.

Maurizio Proietti iopropars

Genesi della composizione
e la mia valutazione personale
su di essa 

Ho potuto comporre la musica e produrre il video, attraverso un programma di notazione musicale, che permette di scrivere le note sul pentagramma, con le parti dei vari strumenti, e anche di riprodurre la composizione che uno ha trascritto, e poi di esportarla in un video.

A questo punto, esprimere una mia valutazione personale sulla composizione, è qualcosa che voglio fare per capire innanzitutto il senso che ha per me, prima di interrogarmi su cosa vado a proporre agli altri, su che cosa comunico loro.

Io propongo questa Marcia, come una Marcia vittoriosa, e dunque esprimo una speranza di liberazione, e la esprimo secondo una certa modalità. Diciamo che sia nella generica speranza di liberazione, sia nella modalità espressa dalla Marcia, io mi riconosco. Dunque la marcia esprime qualcosa che sento e che può essere condiviso. 

Come esprime ciò che sento, sono per questo soddisfatto di questo lavoro. La volontà di condividere un percorso di liberazione, insieme alla speranza di uscirne vittoriosi, è questo ciò che esprimo. Quanto all'impalpabile eppure così concreta e poderosa forza del vento, penso che sia inutile scavare nella sua simbologia.

Maurizio Proietti iopropars 

venerdì 23 febbraio 2024

Liberare Assange in difesa della democrazia





 


Liberare Assange
in difesa della democrazia

Se dico che allo scopo di difendere la democrazia, Julian Assange non deve essere processato, non mi associo soltanto agli appelli generici alla libertà di informazione giornalistica, che da più parti sono stati lanciati. Dico che a dover essere difesa, è la libertà di decidere che i cittadini negli stati democratici devono avere. Perché se i cittadini non sono correttamente informati, il loro consenso alle decisioni politiche è manipolato, e dunque non più libero. È sulla base di questo presupposto che traccio una linea difensiva. Dico che il segreto militare non può coprire gli abusi.

Dal mio passato di militanza politica nella cosiddetta sinistra extraparlamentare negli anni '70 ed '80, mi viene il pensiero che a molti la mia posizione può apparire piuttosto tiepida, il fatto di soffermarmi semplicemente alle limitazioni al segreto militare. Io rispondo, come ero solito rispondere a questa obiezione nel passato, che la mia non è una posizione tiepida, ma una posizione politica. 

Questo ho sempre affermato e continuo ad affermare, che in politica si deve usare la regola con cui in matematica si calcola il massimo comune divisore tra due o più numeri, ovvero il numero più grande capace di dividere tutti i numeri considerati. Si prendono i soli fattori comuni, una sola volta, con il minimo esponente. Tra 6 e 12 per arrivare al numero massimo che li divide entrambi, bisogna prendere 2 e non 4, perché 4 dividerebbe solo 12. Il massimo divisore comune è 6. Il problema invece, motivato da impulsi demagogici, è che dappertutto e soprattutto in Italia, si cerca di costruire il consenso su basi emotive. Così poco importa se le motivazioni non sono condivise, perché si cerca di colpevolizzare la parte avversa, o di metterla in ridicolo ecc.

Eccoci allora, che da bravi imbonitori di folle, c'è chi cerca di esaltare la figura di Julian Assange da una parte, chi dall'altra di denigrarla, e anche chi, con tecnica ormai consolidata, in Italia più che mai, proprio non ne parla, che è una tecnica pure questa legata al consenso costruito su base emotiva: non gli si dà importanza. Qualcuno grida "Se si continua in questo modo tra qualche giorno non potremo più respirare", e nessuno risponde nulla. Non importa che sia vero o falso, perché il fatto stesso di ignorarlo lo mostra come irrilevante. Si dice però che qui da noi la stampa è indipendente. Sarà pure così. "Così è se vi pare". 

Però a me sembra che un po' tutti siano troppo faziosi. Ad esempio "Il Post", che dovrebbe essere un quotidiano indipendente, ha pubblicato un articolo intitolato "Non abbiamo ancora capito Julian Assange" https://www.ilpost.it/2024/02/21/julian-assange-storia-wikileaks/

A me non importa di capire Assange e se ha pestato o meno i piedi ad Hillary Clinton. A me non interessa collocare politicamente Assange. A me interessa difendere la democrazia, e per questo motivo lo difendo. Per questo motivo è a tutti i democratici che mi rivolgo, con argomentazioni che a tutti i democratici possono interessare.

 È proprio perché penso che sia giusto difendere la libertà di Assange, che cerco di portare in sua difesa, argomentazioni che siano il più possibile condivise. Per questo motivo assumo come linea difensiva che il segreto militare non può coprire gli abusi. Può esservi infatti chi pensa che anche difendere il segreto militare sia importante per difendere la libertà di una nazione, e dunque quella dei suoi cittadini. È a costoro che io rispondo che vanno posti limiti anche al segreto militare perché non diventi uno strumento antidemocratico.

Io mi rifiuto di unirmi a coloro che sostengono che chi pensa che sia necessario difendere anche il segreto militare, se si presenta come democratico, non può in buona fede assumere questa posizione. A me non interessa giudicare queste persone. A me non interessano le loro intenzioni, perché la mia è una posizione politica. Pertanto ciò che mi interessa è capire se tale posizione è politicamente legittima, e pertanto muovo le mie obiezioni a questa posizione politica. Non affermo che in generale vada sempre respinta. Dico che nel caso di Julian Assange viene a cadere di fronte ad interessi comuni di ordine superiore.

Le ragioni addotte per processare Julian Assange devono cadere per interessi collettivi, interessi nazionali e internazionali, di ordine superiore.

Maurizio Proietti iopropars




domenica 11 febbraio 2024

Meritocrazia ed etica sociale


"Vuoto d'amore"
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars



Con l'articolo che segue torno sul concetto di meritocrazia, di cui ho già parlato nel post precedente, allo scopo di chiarire il mio approccio a un argomento che mi sembra davvero importante. Questo approccio si differenzia da altri, perché prende in esame non solo quanto sia un giusto criterio, quello della meritocrazia, nell'organizzazione del lavoro e in generale dell'organizzazione sociale, ma prende in esame anche il modo in cui orienta i valori, e dunque il carattere e le relazioni, degli individui che vivono nella società.




Meritocrazia ed etica sociale


L’analisi marxista ha messo in evidenza come l’ideologia sociale sia il risultato dei rapporti di produzione, che secondo il modello marxista costituiscono la struttura fondamentale di ogni qualsiasi società, di cui va a determinare gli altri aspetti della vita che vi si conduce, e dunque della stessa ideologia sociale, che viene ad essere il risultato dei rapporti economici.


A me è sembrato di poter osservare, che dopo il crollo dello Stato Sovietico, sia stata predicata un’ideologia neoliberista tesa a una ristrutturazione dei rapporti di produzione, e che pertanto la formazione dell'ideologia sociale, fermo restando il rapporto funzionale tra le due componenti, ha preceduto la ristrutturazione produttiva.

In realtà, una spinta nel senso che ho detto, già c’era in precedenza in Italia e nelle altre società occidentali, ma il crollo dello Stato Sovietico è stato portato a prova che la mancanza di competitività all’interno del mercato e delle relazioni lavorative, dovesse portare a una drastica riduzione della produttività.


Tra le linee ideologiche che sono state esposte per teorizzare gli aspetti motivazionali su cui organizzare la produzione, a me sembra di poterne individuare una più drastica, che si fonda su una semplicistica concezione della natura umana e sostiene che se non vi è competizione non vi sono stimoli alla vita produttiva, ed un'altra più orientata a stabilire una concezione di giustizia sociale, e che sostiene che quando l’impegno da parte di alcuni a produrre migliori risultati non viene premiato dalla società, una perdita di motivazione al miglioramento viene generata in questi che si impegnano, ovvero nei “meritevoli”.


Nel mio post precedente ho ammesso che in certe situazioni di lavoro che si potrebbero descrivere come modalità comunitarie, anche io ho fatto l'esperienza di trovarmi che fare con persone che si servivano degli altri, che ne sfruttavano il lavoro trascurando di fare la propria parte. Ho detto anche, tuttavia, che la competizione non è il solo aspetto motivazionale per gli esseri umani, e che anzi, gli ingegni migliori sono motivati da altri interessi nel produrre la loro opera, che non siano quello di dimostrare di essere migliori di altri. Poi ho aggiunto che le differenze di reddito, anche all’interno della società italiana, sono così elevate, da fare dubitare che i redditi più alti siano giustificati dal maggiore impegno di coloro che ne beneficiano, o anche solo da un loro maggiore contributo a formare la ricchezza nazionale.


Voglio però sottolineare, che il punto fondamentale della mia critica all’ideologia meritocratica, non riguarda quanto questa sia atta a produrre effettiva giustizia nei rapporti di produzione, quanto il tipo di etica sociale che viene favorita da una produzione organizzata secondo i criteri di tale ideologia. Osservo che produce una spinta a sviluppare le relazioni interpersonali, secondo modalità che sacrificano il pieno sviluppo della persona umana, e indeboliscono anche, invece di rafforzarla, l’efficienza organizzativa, perché gli individui sono meno capaci di cooperare.


Io penso che le scelte etiche degli individui siano in una certa misura indipendenti dalle pressioni sociali, ma che siano anche influenzate da queste. Dico pertanto che ad essere penalizzate nella società italiana, che sempre di più si va strutturando in senso mercantilistico in ogni suo settore, sono proprio le persone più motivate a mettere sullo stesso piano il proprio benessere individuale e quello collettivo. Sono penalizzati coloro che trovano in questa scelta etica la loro motivazione, e solo per questo motivo riescono a resistere a una spinta sociale verso un individualismo cieco ed eccessivo.


Maurizio Proietti iopropars



Riporto di seguito la poesia dal dipinto:


Vuoto d'amore


Stare in compagnia per nascondere

Il disagio di essere soli,

Sento che questo fanno

Coloro che mi circondano,

Soli perché rifiutano d'amare

Ma vogliono nasconderlo.


Maurizio Proietti iopropars


 

Favorevole a legalizzare l'ora

Vignetta di Maurizio Proietti iopropars Favorevole a legalizzare l'ora Pensavo ai miei amici di quando ero giovane, quando mi è venuta i...