A smiling friend foto di Maurizio Proietti iopropars
Capita di incontrarne
La donna fondamento, Per me che sono un uomo, Della bellezza, dell'amore Mi parla con la sua esistenza; Mi dice che la vita È governata dall'amore Almeno quanto a governarla È la lotta per la sopravvivenza, Che seleziona gli individui Nel meccanismo dell'evoluzione.
Chissà che invece dell' amore Quasi completamente Sono stati rimossi i resti Nella società in cui vivo. Però di questi amici, Come quell'albero stracolmo Di arance, alcune volte capita, A me che sono solo, Di incontrarne quando vado
A passeggiare in mezzo ai campi.
Si trova tra gli amici Reciproco sostegno, Dunque piacevole per questo È il trovarsi in compagnia. Questo proprio è ciò che sento Quando vado a passeggiare, Che io rispetto la natura E lei sostiene la mia vita. Così che ho avuto l'impressione Di vedere un bel sorriso In quell'albero alla vita. L'impressione alcune volte Si affaccia alla mia mente Che le piante non solo siano vive Ma possano sentir la vita.
Da sola, questo penso, La lotta per la sopravvivenza Non ci consente di spiegare L' evoluzione naturale, Se non consideriamo Come sia importante per la vita, La collaborazione. Importante è anche la simbiosi. Penso che alla vita Più adatti siano gli individui Che sono sostenuti E che sostengono la vita, E questo è il senso, credo, Della riproduzione sessuata. Ecco allora che ho quest' impressione Che le piante che sono vive, La vita animale, anche Riescano a sentire, E che ad essa siano favorevoli.
Se volere conservare sé stesso Caratterizza l'essere vivente, Anche l'amore che consiste Nel volere conservare in vita Un altro essere vivente, Caratterizza l'essere vivente. A conservarsi è appunto la vita, Non il vivente che invece muore, Perché a morire è destinato A causa delle leggi Dell' universo materiale In cui avere origine Ha potuto comunque la vita. La materia è destinata Al degrado dalle sue proprie leggi. Al degrado invece Si oppone la vita.
Non sarebbe riuscita A conservare sé stessa la vita In questo universo Se anche l'amore non fosse Una parte della sua essenza. E spero che voi mi scusiate Se di questo a me parla la donna, La sua presenza nell'umana specie.
Io sono convinto che sia di questo Che la bellezza mi parla, mi dice Che nella vita è presente l'amore. E anche la bellezza Dell'universo materiale Di questo mi parla, mi dice Che nelle leggi di questo universo Ha potuto generarsi la vita. In questo così vasto, Terribile universo, Io ci sono e sono vivo.
Ritrovo l' essenza del bello Nel sentimento della vita.
Maurizio Proietti iopropars
De rerum natura
Il poemetto che vi ho presentato qui sopra, è ispirato al "De rerum natura" di Tito Lucrezio Caro, poeta nell'antica Roma ed epicureo, che dà una descrizione della natura e del suo divenire, nei termini della filosofia del Maestro Epicuro. Io muovo una critica all'epicureismo nel mio precedente post del 3 gennaio 2025 in questo stesso blog. Ciò che tuttavia può lasciare alcuni perplessi, è che il tipo di poesia che qui vi ho presentato, esula alquanto dai contenuti della poesia contemporanea. Io però non credo che questo possa risultare un problema, quando la mia poesia riporta una mia esperienza sentita. E anzi arrivo ad affermare che proprio l'autenticità del sentimento che l'ha suscitata, la rende intuitivamente profonda, e tale da aprire la strada alla comprensione razionale. Ciò che può suscitare diffidenza, è che la ricerca dell'oggettività nella quale si è sviluppato il pensiero scientifico moderno, ci ha portati a porre una separazione netta tra gli aspetti emotivi e quelli razionali dei nostri vissuti psichici. Ciò che io sostengo, tuttavia, è che mentre la conferma delle ipotesi teoriche che vanno a costruire l'impianto scientifico, va trovata in osservazioni rigorose e distaccate, invece, per loro formulazione, perché abbiano forza esplicativa - o meglio, se vogliamo, descrittiva - dei fenomeni che si vogliono comprendere, si può e si deve essere in contatto con la parte più profonda ed emotiva di noi stessi; quella stessa parte che ci porta a produrre l'opera d'arte. Nel poemetto che vi ho proposto, le mie conoscenze scientifiche si fondono con il sentimento dell'ambiente naturale intorno a me. Un sentimento che in me emerge, è che le piante siano dotate di sensibilità, e so di non essere il solo a provarlo, perché ad esempio anche mia nonna, ma non solo, mi raccontava di essere convinta di questa cosa. Mi sembra impossibile che le piante che producono fiori, assomiglino a forze cieche della natura come possono essere una cascata o un rivolo d'acqua. Penso che sia più verosimile che sentano anche come vivi, sia pure senza averne cognizione, ad esempio gli insetti impollinatori. Mi sembra che le piante, pur non avendo pensiero, non per questo non abbiano una sensibilità che consenta loro di distinguere ciò che ha vita da ciò che non ha vita, e che producano nel tempo una reazione diversa, alle diverse forme di vita. Può darsi che io mi sbagli, ma può darsi invece che io abbia ragione. Oltre a questo però, se la prospettiva che espongo sull'evoluzione delle specie, si serve di argomenti già presenti nel contesto scientifico, la prospettiva psicologica sulla natura del bello e della bellezza mi sembra decisamente innovativa, oltre che importante perché è un argomento su cui ci si è interrogati durante i secoli, nella storia del pensiero filosofico. Pensiamo a quanto a noi esseri umani piacciono i fiori, ma che i fiori offrono la propria estetica essenzialmente agli insetti impollinatori. E tuttavia a noi uomini, maschi della specie umana, cosa viene in mente, come prima cosa, di offrire ad una donna per mostrare apprezzamento nei suoi confronti, se non i fiori? Ecco quel che dico, che i fiori esprimono la vita. Maurizio Proietti iopropars
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