Se dico che allo scopo di difendere la democrazia, Julian Assange non deve essere processato, non mi associo soltanto agli appelli generici alla libertà di informazione giornalistica, che da più parti sono stati lanciati. Dico che a dover essere difesa, è la libertà di decidere che i cittadini negli stati democratici devono avere. Perché se i cittadini non sono correttamente informati, il loro consenso alle decisioni politiche è manipolato, e dunque non più libero. È sulla base di questo presupposto che traccio una linea difensiva. Dico che il segreto militare non può coprire gli abusi.
Dal mio passato di militanza politica nella cosiddetta sinistra extraparlamentare negli anni '70 ed '80, mi viene il pensiero che a molti la mia posizione può apparire piuttosto tiepida, il fatto di soffermarmi semplicemente alle limitazioni al segreto militare. Io rispondo, come ero solito rispondere a questa obiezione nel passato, che la mia non è una posizione tiepida, ma una posizione politica.
Questo ho sempre affermato e continuo ad affermare, che in politica si deve usare la regola con cui in matematica si calcola il massimo comune divisore tra due o più numeri, ovvero il numero più grande capace di dividere tutti i numeri considerati. Si prendono i soli fattori comuni, una sola volta, con il minimo esponente. Tra 6 e 12 per arrivare al numero massimo che li divide entrambi, bisogna prendere 2 e non 4, perché 4 dividerebbe solo 12. Il massimo divisore comune è 6. Il problema invece, motivato da impulsi demagogici, è che dappertutto e soprattutto in Italia, si cerca di costruire il consenso su basi emotive. Così poco importa se le motivazioni non sono condivise, perché si cerca di colpevolizzare la parte avversa, o di metterla in ridicolo ecc.
Eccoci allora, che da bravi imbonitori di folle, c'è chi cerca di esaltare la figura di Julian Assange da una parte, chi dall'altra di denigrarla, e anche chi, con tecnica ormai consolidata, in Italia più che mai, proprio non ne parla, che è una tecnica pure questa legata al consenso costruito su base emotiva: non gli si dà importanza. Qualcuno grida "Se si continua in questo modo tra qualche giorno non potremo più respirare", e nessuno risponde nulla. Non importa che sia vero o falso, perché il fatto stesso di ignorarlo lo mostra come irrilevante. Si dice però che qui da noi la stampa è indipendente. Sarà pure così. "Così è se vi pare".
Però a me sembra che un po' tutti siano troppo faziosi. Ad esempio "Il Post", che dovrebbe essere un quotidiano indipendente, ha pubblicato un articolo intitolato "Non abbiamo ancora capito Julian Assange" https://www.ilpost.it/2024/02/21/julian-assange-storia-wikileaks/
A me non importa di capire Assange e se ha pestato o meno i piedi ad Hillary Clinton. A me non interessa collocare politicamente Assange. A me interessa difendere la democrazia, e per questo motivo lo difendo. Per questo motivo è a tutti i democratici che mi rivolgo, con argomentazioni che a tutti i democratici possono interessare.
È proprio perché penso che sia giusto difendere la libertà di Assange, che cerco di portare in sua difesa, argomentazioni che siano il più possibile condivise. Per questo motivo assumo come linea difensiva che il segreto militare non può coprire gli abusi. Può esservi infatti chi pensa che anche difendere il segreto militare sia importante per difendere la libertà di una nazione, e dunque quella dei suoi cittadini. È a costoro che io rispondo che vanno posti limiti anche al segreto militare perché non diventi uno strumento antidemocratico.
Io mi rifiuto di unirmi a coloro che sostengono che chi pensa che sia necessario difendere anche il segreto militare, se si presenta come democratico, non può in buona fede assumere questa posizione. A me non interessa giudicare queste persone. A me non interessano le loro intenzioni, perché la mia è una posizione politica. Pertanto ciò che mi interessa è capire se tale posizione è politicamente legittima, e pertanto muovo le mie obiezioni a questa posizione politica. Non affermo che in generale vada sempre respinta. Dico che nel caso di Julian Assange viene a cadere di fronte ad interessi comuni di ordine superiore.
Le ragioni addotte per processare Julian Assange devono cadere per interessi collettivi, interessi nazionali e internazionali, di ordine superiore.
Maurizio Proietti iopropars
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