lunedì 7 novembre 2022

Superino Profeta Cretino


  Ho scritto il breve dramma "Superino Profeta Cretino". Riporto su questo blog, il video che ho prodotto e interpretato e ho pubblicato su YouTube. In più riporto anche la trascrizione della drammaturgia.


Superino Profeta Cretino


Si sente la Marcia Funebre di Sigfrido dal Crepuscolo degli Dei di Richard Wagner. https://www.youtube.com/watch?v=jC-pA81QxGs&t=176s


Al quarto colpo di timpano cessa la musica e Superino inizia il suo monologo.


Superino: Non è più il tempo degli Eroi,figuriamoci dei Supereroi.


Superino ride di un riso vagamente sprezzante, e continua


Superino: Dovrebbe essere questo il tempo dell’ascia e della spada, del lupo e del vento, come alle antiche genti del nord era stato predetto, che gli Dei sarebbero stati sconfitti dalle forze del male. Odino avrebbe affrontato Fenrir il Lupo, che si sarebbe avanzato con le mascelle, spalancate a toccare la terra ed il cielo, e sarebbe stato da lui divorato, e Thor avrebbe affrontato, il grande serpente che avvolgeva la terra, e sarebbe rimasto, ucciso dal suo veleno…


Superino emette un suono che potrebbe essere un misto tra un sospiro ed un gemito


Superino: Ehhh


Poi continua a parlare


Superino: Lo stesso Odino, consapevole della sconfitta che si avvicinava, avrebbe incendiato il Valhalla, prima della grande battaglia finale. E invece la fine di Dei ed Eroi è tutt'altro che eroica, e il Valhalla è sprofondato, perché lentamente è rimasto sommerso, dai liquami prodotti, dagli Dei stessi malati, di dissenteria.


Superino ride ancora amaramente e continua


Superino: A consumare e corrodere Dei ed Eroi sono stati i legulei, e la perversione da essi compiuta del diritto e della giustizia. Chi sono coloro che un Eroe dovrebbe difendere, laddove carnefice e vittima si confondono nella medesima depravazione? Ciò che potrebbe fare un Eroe ai nostri giorni, sarebbe di risvegliare le coscienze, non tanto perché gli oppressi si ribellino ai propri oppressori, ma piuttosto perché praticando la giustizia essi stessi, scudo di quella giustizia potrebbero farsi, e riuscire in questo modo anche a difendersi.


Superino sospira, e continua


Superino: Così, io sono diventato Supereroe. È toccato a me perché il Supereroe non lo voleva più fare nessuno, e da Fortunello ho cambiato il mio nome in Superino. Superino, perché volevano un Supereroe, ma volevano che non avesse troppe pretese, un Supereroe un po’ per finta, tanto per salvare le apparenze, perché un Supereroe ci voleva in questo contesto sociale, in questo villaggio globale, in questo perenne carnevale in cui ogni scherzo vale, ma in cui gli scherzi peggiori li fanno i Super Ricconi, quelli che come 1% della popolazione detengono il 40% della ricchezza globale, e come 10% della popolazione ne detengono il 70%, e prova a indovinare chi decide come devono andare le cose.

Ed eccomi qui, che sono Superino, un po’ romano e un po’ germanico, e anche un po’ scemo, e anche questo va bene perché in questo modo non mi crede nessuno e non mi segue nessuno. Zero followers e zero likes può essere segno, che stai a fa’ quarcosa de sensato.

Così, fammi salutare mio padre prima di uscire per il mio giro di perlustrazione.


Superino si avvicina a una foto che c’è su un mobile, e inizia a parlare rivolto alla foto


Superino: Sì papà, stò attento quando attraverso la strada, anche sulle strisce, perché questi cianno er fero davanti e si a te, te mettono sotto, nu’ je ne frega gnente. Tu che te lamentavi che a Roma li romani nun ce stavano più, nun avevi capito che er problema era n’artro. Er problema è che so l’esseri umani che nun ce stanno più su la tera. Ti saluto papà. Se tutto va bene ci vediamo più tardi.


Superino esce da casa. Poco più avanti vede una donna che sta prendendo a sganassoni un bambino. Si avvicina e bonariamente inizia a parlare.


Superino: Signora, non pensa che il suo metodo educativo sia piuttosto antiquato? Al giorno d’oggi le concezioni su come impartire l’educazione ai bambini sono molto cambiate rispetto alla scorsa generazione. Com’è che lei ha pensato di far ricorso ai vecchi sistemi? Voglia scusarmi se glielo chiedo, ma potrebbe essere interessante.


Il bambino è sbigottito, più che per aver preso gli schiaffi, dalle parole di Superino, e chiede alla donna


Bambino: Mamma che ha detto?


Donna: Stai tranquillo, credo di aver capito. È una malattia. Dice cose che non hanno alcun senso, anche se sembra che parla italiano.


Superino: Ho chiesto a tua madre perché ti stava dando gli schiaffi.


Donna: Pensa di aver fatto questo?


Bambino: Da grande non voglio essere come te. Si vede che sei un perdente.

Superino: Ascolta te stesso, e da te stesso impara, ad essere te stesso.


Il bambino scoppia in una fragorosa risata e chiede


Bambino: Mamma, che dice?


Donna: È come ti dicevo. Dice cose senza senso. Ma non ridere di lui perché è malato.


Bambino: Ma si può curare?


Donna: Certamente. Bisogna individuare il farmaco più efficace. Al dosaggio giusto non gli permettono di fare discorsi sensati ma riducono la produzione dei discorsi senza senso. Se il dosaggio è abbastanza alto i discorsi senza senso possono anche sparire del tutto.


Superino si volta e se ne va. La donna rivolta al bambino


Donna: Seguiamolo per vedere che fa e se lo possiamo aiutare.


Superino: Non penso che questo sia il tuo silenzio, Signore mio Dio, perché ben ricordo quando il profeta Elia a te la sua angoscia gridava dicendo “Io solo sono rimasto e cercano di togliermi la vita”, tu gli risposi “Un resto mi sono lasciato che non ha adorato Baal”.


Donna: Nel discorso che ha appena fatto si può riconoscere un delirio di onnipotenza.


Intanto Superino è giunto vicino al portone di casa e un gruppo di persone si radunano intorno a lui. Uno di loro lo chiama e gli fa una pernacchia, poi aggiunge


Popolano: Superino er profeta cretino.


Tutti scoppiano a ridere, e la donna si rivolge al bambino dicendo


Donna: Lo vedi, ridono di lui perché non capiscono che lui è malato. Bisognerebbe migliorare le leggi in modo da poter organizzare anche interventi a domicilio per aiutare quelli nella sua condizione. 


Bambino: Come si fa a vedere che la sua non è vera religione?


Donna: Perché se era un sentimento religioso si rivolgeva a un prete, non iniziava a parlare con Dio.


Anche lei non riesce ad evitare di ridacchiare. Intanto il popolano continua


Popolano: Ah Superino! Che ce profetizzi oggi?


Superino continua a parlare a Dio


Superino: Però, questo ti chiedo, Signore mio Dio, di farmi incontrare la mia gente. Tra noi più non ci sarà chi è grande, o chi è superiore ad un altro, perché secondo il medesimo spirito, ad uno è stato dato un dono e un altro ad un altro, affinché tutti insieme siano un unico corpo mosso da un medesimo spirito.


Gli astanti scoppiano in una fragorosa risata. Anche la donna ride portandosi una mano alla fronte.


Donna: Figlio mio, questo però è proprio esaltato! Hahahahaha!


Anche il bambino ridacchia rivolto alla madre


Bambino: Hihihihi!


Superino apre la porta di casa. La richiude dietro di sé.  Si torna a sentire la Marcia Funebre di Sigfrido dal Crepuscolo degli Dei.

https://www.youtube.com/watch?v=jC-pA81QxGs&t=176s 


Al quarto colpo di timpano cessa la musica e si chiude il sipario.


Maurizio Proietti iopropars

martedì 1 novembre 2022

Tutti (o quasi) i Santi


 

Tutti (o quasi) i Santi


Per quel che riguarda i santi, mi pare che sia un po' come il Nobel per la pace, che però è venuto dopo, e quindi se qualcuno ha copiato, è stato il secondo. 
Non sono riconoscimenti che si danno proprio a tutti, ma si dànno ad alcuni tra i veri santi e i veri pacificatori, allo scopo di annoverare tra i santi e tra i pacificatori, coloro che santi e pacificatori non lo sono poi così tanto, purché siano ipocriti abili abbastanza da avere buona credibilità.
Si sa che la pubblicità è l'anima del commercio, ma lo è anche dell'autorità costituita.
Poi però i Santi ci sono veramente, e così, celebriamo pure quelli che lo sono veramente, escludendo gli altri. Tanto a che serve fare l'elenco, che è ignoto, visto che vengono costantemente intorbidate le acque. 
Io d'altra parte non credo che per pregare ci serva l'intercessione dei Santi, poiché, come ci dice Gesù, il Padre stesso ci ama. E non ci serve imitare i Santi, poiché, come dice Gesù, chi è perfetto è come il suo Maestro; come lui, come Gesù. Lo si diventa non per nostro merito, ma per grazia di Dio.
Così, mi pare bene di meritare il disgusto con cui quasi sempre mi guardano i cattolici se solo apro bocca. Di fronte a Dio ci incontreremo in giudizio con quanti di loro - troppi nella mia vita - mi hanno condannato.

Maurizio Proietti iopropars

domenica 9 ottobre 2022

No room for peace

 


                        


No room for peace

Questo è il mio ultimo dipinto digitale. È la mia reazione alla notizia che l'Europarlamento ha bocciato quello che a me sembra un ragionevole emendamento a "la risoluzione con la quale si conferma l’impegno a rafforzare le forniture di armi all’Ucraina" (Risoluzione del 6 ottobre 2022). Il testo dell'emendamento diceva “Si invita l’Ue e gli Stati membri a vagliare tutte le potenziali vie per la pace e a proseguire gli sforzi per porre immediatamente fine alla guerra”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/10/06/europarlamento-emendamento-per-la-via-diplomatica-alla-pace-in-ucraina-fdi-forza-italia-renziani-e-parte-del-pd-votano-contro/6830813/

Il mio sospetto è che vi siano interessi europei in questa guerra, che i rappresentanti eletti tengono nascosti ai propri elettori. In questo caso la sovranità non apparterrebbe più al popolo, come invece vorrebbe la Costituzione Italiana.


Qualche considerazione sull'opera d'arte


Io considero questo mio dipinto digitale come un'opera d'arte multimediale. Lo considero un'opera d'arte anche se sembra che io sia l'unico, o quasi, ad apprezzarlo. Ma, io dico, almeno qualcuno che lo apprezza ci sta. 

D'altra parte io lo considero un'opera d'arte per l'intensità con cui risponde ai miei intenti espressivi. 

Chiarisco che quando parlo di "opera d'arte", non uso questa espressione con valore enfatico, ovvero non intendo con l'espressione esaltare il valore del dipinto. Parlo di "opera d'arte" esclusivamente in termini descrittivi, classificatori, indicando la categoria di oggetti a cui nella mia valutazione appartiene.

Io dunque sono arrivato a stabilire del mio dipinto che è un'opera d'arte e rimane tale indipendentemente dal fatto che altri lo capiscano. Questa mia conclusione ha come implicazione che la categoria delle opere d'arte debba avere un carattere di oggettività. In questo modo io vengo ad assumere che un'opera sia un'opera d'arte indipendentemente dalla formulazione del giudizio da parte dell'intelletto giudicante, al pari di come lo è la verità, che deve essere dall'intelletto riconosciuta come verità, e che tale rimane anche se il riconoscimento non avviene.

Io dico che l'intelletto umano non crea la verità, ma semplicemente la riconosce come tale. Io tuttavia non affermo, con Platone, che la verità esiste al di fuori dell'intelletto giudicante. Ammetto con Kant che la verità esiste solo nell'intelletto giudicante e cioè, come Kant ha affermato, che l'io penso deve poter precedere ogni mio giudizio o, come lui sintetizzava il concetto, che l'io penso è l'atto originario dell'appercezione trascendentale. Se questo è vero, dobbiamo ammettere con Eraclito che l'intelletto umano opera secondo le proprie leggi, che lui chiamava Logos.

Per chiarire senza ombra di dubbio, tuttavia, la mia posizione anti-idealista, specifico che è cosa ben diversa affermare che la verità esiste come verità esclusivamente nell'intelletto giudicante, dal dire che sia la realtà ad esistere esclusivamente nell'intelletto giudicante. E questo è vero, sebbene, come Kant pone in luce, altro modo di conoscere la realtà, non abbia l'intelletto, che nelle forme che le sono proprie, ovvero secondo le proprie leggi. 

Riconosciamo dunque la verità come tale, se ci atteniamo alle leggi che ci governano. Altrimenti, se noi forziamo il nostro intelletto al di fuori delle proprie leggi, la verità continuerà ad esistere come possibilità per la nostra mente.

In tal modo io, affermando che questa mia creazione è un'opera d'arte anche se non viene apprezzata, affermo che è tale da poter essere riconosciuta anche dagli altri come opera d'arte.

In pratica io affermo che anche il nostro senso estetico obbedisce a determinate leggi. Così che se l'arte varia in funzione dell'epoche storiche e delle differenti culture dei popoli presso i quali viene prodotta, cionnonostante possiamo sempre arrivare a distinguere tra le opere, un'opera d'arte come opera d'arte. In tal modo con differenti culture possiamo dialogare, e le differenti epoche storiche noi le possiamo comprendere.

Io ho usato come criterio di riconoscimento "l'intensità con cui risponde ai miei intenti espressivi". "Esprimere" ha un'accezione diversa dal semplice "dire", e può significare "comunicare le proprie emozioni". Io riconosco nel mio dipinto digitale un'opera d'arte perché ritengo che veicoli efficacemente al mio contesto sociale le mie emozioni. Possono non piacere le mie emozioni a coloro che potrebbero pensare che sono suscitate da un fraintendimento della situazione. Ma sono comunque - questa è la mia valutazione - efficacemente espresse.

Maurizio Proietti iopropars

lunedì 12 settembre 2022

Padre perché mi hai abbandonato

Albero della libertà
Dipinto digitale di Maurizio Proietti iopropars



Non è un caso che il moderno esistenzialismo prenda l'avvio da un pensatore cristiano, Soren Kierkegaard. Questo filosofo, nella sua opera "La malattia mortale", descrive come il problema umano non riguardi esclusivamente l'essere o il non essere, ma anche l'essere sé stessi o il non esserlo. Non si tratta esclusivamente di vivere o morire, ma di vivere autenticamente la propria vita oppure no. Kierkegaard afferma che la vita senza la fede è disperazione, perchè solo fondando noi stessi in colui che ci ha posto in essere, possiamo essere noi stessi.



Padre perché mi hai abbandonato



“Padre perché

Mi hai abbandonato?"

Sono d'accordo con Lutero,

Suona tremenda questa frase, fa capire

La ferocia di coloro

Che inflissero il supplizio

Della croce a un innocente.

Fu questa la ferocia

Dell’odio contro un uomo

Che in loro risvegliava il sentimento del peccato,

Proprio appunto perché puro

Esempio

Egli era di giustizia.

Odiarono costoro

In lui la parte migliore di sé stessi,

La purezza originaria dalla quale col peccato

Essi si eran distaccati,

La purezza che era incarnata

In quell’uomo giustiziato.

Io comprendo in questa frase, pronunciata da Gesù,

Che egli perse il sentimento

Di sé stesso nel supplizio.

Quelli a questo

Lo portarono col modo

In cui gli diedero la morte:

A sentir che in quella morte

Non poteva

Dio essere con Lui.

Vi riuscirono per mezzo

Di un supplizio riservato

Ai colpevoli più abietti,

Di un giudizio calunnioso che infliggeva

Terribile agonia fino alla morte.

Vi riuscirono perché

Fino all'ultimo non volle,

In risposta a quell’accusa condannarli.

Questo è dunque il modo in cui

Il Cristo ci amò.

Ci amò Egli fino al punto che perdette

Di sé stesso il sentimento,

Prima

Che la morte lo prendesse,

E tuttavia non volle condannare. 


Maurizio Proietti iopropars



 

sabato 10 settembre 2022

Io di te mi ricordo

Incontro
Dipinto digitale di Maurizio Proietti iopropars


 Io di te mi ricordo

Quando la luna su nel cielo


È piena


Così che chiaramente


Si possono distinguere le forme,


Non definirei la luce che diffonde


Come una luce fredda


Quanto piuttosto una luce quieta,


Capace nel suo chiarore di accogliere


Quanto avviene al suo cospetto.


Così ricordo una notte estiva in agosto


Piena di amore e di giubilo


Ma insieme così serena,


Quando il tepore dell'aria pura


E ricolma


Della calma presenza marina,


Vestiva i nostri corpi nudi


Assecondando i nostri moti con dolcezza


E non c'era frenesia nei nostri baci


E nelle carezze e negli abbracci


Che invece inondava di pace


Quel firmamento di stelle


Che cantavano e danzavano leggere.


Luna, quando in quel modo ti vedo


In alto nel cielo in agosto,


Di te mi ricordo, eri presente e discreta


In quella notte di amore,


Che nelle vicende dei giorni


Durante i miei anni


Nel passato è rimasta travolta,


Ma in tua presenza torna a rivivere


E a tingere il mio sentimento


Di nostalgico amore.



Maurizio Proietti iopropars



 

giovedì 8 settembre 2022

A Dio rimetto la giustizia

Quanto a capire.
Dipinto digitale di Maurizio Proietti iopropars







A Dio rimetto la giustizia



 
Gioisce il sentimento

In me al pensiero che trionfa

Sicuramente in Dio, la giustizia:

Che chi deve

Ricevere il perdono

Da Lui certo è perdonato,

Ma andrà incontro al suo castigo

Certamente chi al castigo, 

Da Lui, è stato destinato.

Questa gioia io sento perché

Mi sembra che parte del male

Che ho ricevuto sia tale che questo

Male della misericordia 

E del perdono sia indegno,

Ma anche avverto che non posso

Arrogare a me il giudizio

Di condanna perché troppo

Grande è il timore di sbagliare.

E però nella mia fede

Senza dubitare

Questo tuttavia credo,

Che se quel male 

È tale da non potere 

Essere perdonato,

Non sarà perdonato,

Ma che se è tale da potere 

Essere perdonato,

Sarà perdonato.

In me gioisce il sentimento

Al pensiero che in Dio

La giustizia certamente trionfa, 

E io Lo attendo,

E la sua giustizia attendo

Perché se in me gioisce

Il sentimento alla giustizia

È  perché amo la giustizia, 

E creduto ho infatti per la fame

E la sete che avevo di giustizia.


Maurizio Proietti iopropars

Il dipinto digitale, intitolato "Quanto a comprendere", vuole simboleggiare la necessità del salto della mente razionale nella fede, che è contenuto questo, espresso anche nella poesia.
 

venerdì 2 settembre 2022

Il veleno su Placido Domingo

 

Il veleno su Placido Domingo

Io dico che tutto questo veleno versato su Placido Domingo non mi convince. 

Come premessa dichiaro che io penso che non è che la violenza sulle donne non ci sia, perché invece mi sembra che ci sia e sia anche grave. Aggiungo però che se al giorno d’oggi ci fossero stati i farisei in cerca di un pretesto per crocifiggere Gesù, di donne pronte a giurare di aver ricevuto da lui molestie sessuali, ne avrebbero trovate parecchie. Poi la grande quantità di bruti pronti al linciaggio morale di chiunque riceva accuse infamanti, riempie la calunniosa vasca dei piragna, dentro la quale queste moderne emule di Giuda lanciano le loro vittime. Lo dico perché nel mio piccolo mi è personalmente successo e continua a succedermi, e alcuni leggendo queste mie parole sicuramente diranno “Ecco un pervertito e un molestatore consumato”, perché questo al giorno d’oggi è ciò che va di moda fare, e in questo modo qualcuna che va letto con loro sicuramente la trovano. 

Però di Placido Domingo dico che se sia colpevole o innocente io non posso saperlo e che bisognerebbe aspettare che la giustizia faccia chiarezza sulla faccenda. Questo però è ciò che dicono anche i suoi denigratori, che tuttavia lo attaccano, non perché è stato accusato di molestie, figuriamoci, ci mancherebbe altro, lo attaccano come artista perché a 80 anni non è più capace di cantare come quando ne aveva 30, ed è perfino dovuto uscire prematuramente di scena per un calo di voce. Che vergogna! Un calo di voce in un cantante lirico a 80 anni! È un cosa mai vista, forse anche perché di cantanti lirici che ancora riescono a cantare a 80 anni non se ne vedono proprio a frotte. Chi lo sa? 

Magari chissà? Magari se uno va ad assistere a uno spettacolo di un cantante come quello, con un passato glorioso, che a quell’età ancora ce la fa a sostenere uno spettacolo, non è per ammirare un’esecuzione dalla precisione millimetrica, e forse però anche priva di passione - dico per dire perché può capitare. Magari ci va per vedere come riesce a portare la sua esperienza, la sua riflessione, la sua passione di una vita sul palco. Ci va per assistere a un'interpretazione che mai nessun giovane, sia pure eccezionalmente dotato, potrebbe offrire. E io di quegli orchestrali che al momento di ricevere gli applausi non si sono alzati in piedi, mostrando di non avere nessuna remora ad offendere l'età vetusta, non ho fiducia alcuna. 

Io ho guardato su YouTube gli stralci di quell’esecuzione che sono stati pubblicati, e voglio dire che per quel poco che ho potuto vedere, la sua interpretazione mi ha colpito da un punto di vista recitativo, attoriale, e di come lui riuscisse portare questa sua recitazione nel canto. Mi ha fatto piacere assistere al suo “recitar cantando”, che è appunto questa la lirica. 

Poi delle donne vorrei anche parlare perché ci sono ancora donne che sostengono che mai una donna potrebbe accusare ingiustamente qualcuno di violenza sessuale o di molestie, per rispetto verso le altre donne. Come se a una persona capace di testimoniare il falso in giudizio contro il proprio prossimo, potesse dispiacere di nuocere qualcuno in qualsiasi modo. Io sostengo che un calunniatore non ha alcuna remora morale di nessun tipo. E che cosa? Pensiamo che la cattiveria riguardi solo il genere maschile? Sai che gliene importa a una donna che accusa ingiustamente qualcuno di violenza, che altre donne che invece subiscono violenza per davvero possano perdere di credibilità? Ma sai che gliene importa, che queste siano state violentate nel modo più brutale? Cosa è che ci dovrebbe far credere che tra tutte le donne vi sia sempre solidarietà? Il fatto che le amiche incontrandosi si salutino con il bacetto sulla guancia? La solidarietà effettivamente ci sta, ed è da parte di quelle che non calunniano verso le calunniatrici. Ma la solidarietà non c’è in senso opposto, da parte delle calunniatrici verso quelle che non calunniano. E se quelle che non calunniano smettessero di essere solidali con le calunniatrici, il livello di pace e di benessere generale crescerebbe a dismisura. Viviamo in una società dove si respira veleno, e parte di questo veleno lo diffondono le donne. E anche perché, se una parte degli uomini che usano violenza contro le donne, disonorano la propria madre, altri nel commettere queste forme di violenza, della propria madre sono degni figli. 

E allora la deduzione ovvia, normale e corrente, che si trarrebbe da questo mio discorso, nel contesto sociale in cui viviamo, è che io sostengo che se una donna denuncia una violenza o una molestia, non debba mai essere creduta. Così ci tengo a precisare che io invece sostengo proprio il contrario, ovvero che vada accolta e messa in condizione di denunciare prontamente l’accaduto, in modo che sia anche più facile dimostrare la violenza subita. Però sostengo anche che prima di condannare, le accuse vadano provate, e che nel dubbio bisogna sempre assolvere, senza per questo biasimare colei che ha denunciato.


Maurizio Proietti iopropars







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