martedì 13 agosto 2024

Che ne infonda al patire virtù

Vi può nascere la vita 
dipinto digitale di 
Maurizio Proietti iopropars 


Sofferenza e Saggezza 


È questa la domanda: perché 

Cose, a volte, che non sono

Secondo la nostra volontà 

Ugualmente ci accadono poiché 

Sono secondo la volontà di Dio?

Di Dio che è Amore...

Saggezza è capire questo 

E solo può venire a noi

Come dono dal Padre nostro Dio

Dal quale solo amore riceviamo

Così come crediamo noi per fede.

Saggezza è saper scegliere 

Cosa per noi sia bene

E rigettare il male.

È saggio

Chiedere dunque a Dio

In dono la saggezza:

Capire

L' amore di Dio Padre 

Nel quale si è creduto.

Noi siamo suoi bambini.


Maurizio Proietti iopropars 



Che ne infonda al patire virtù 

 

Riporto di seguito il testo di "Va Pensiero" dall' opera "Nabucco" di Giuseppe Verdi, su libretto di Temistocle Solera. Io dico che è meravigliosa la musica ma anche il testo è sublime. 

Mi sembra che molta gente non faccia caso ai versi che vanno da "Arpa d'or dei fatidici vati" fino alla fine del brano. Questo dicono appunto alla fine: "O, t'ispiri il Signore un concento/ Che ne infonda al patire virtù". È meraviglioso. Si tratta di trovare nella fede, un senso alle avversità e alla sofferenza.


Va, pensiero, sull’ali dorate;

Va, ti posa sui clivi, sui colli,

Ove olezzano tepide e molli

L’aure dolci del suolo natal!

Del Giordano le rive saluta,

Di Sionne le torri atterrate…

Oh, mia patria si bella e perduta!

O membranza sì cara e fatal!

Arpa d’or dei fatidici vati,

Perché muta dal salice pendi?

Le memorie nel petto raccendi,

Ci favella del tempo che fu!

O simile dei Solima ai fati

Traggi un suono di crudo lamento,

O, t’ispiri il Signore un concento

Che ne infonda al patire virtù.


Temistocle Solera 

(Commento di Maurizio Proietti iopropars) 


Contro Epicuro


Il senso della vita umana non può risiedere nel piacere ma nel bene. Il bene non sempre ci dà piacere, e ciò che ci permette di distinguere il bene dal male, non sono le nostre sensazioni, ma la nostra intelligenza. 

Se questo è vero, il senso della vita umana trascende l'esistenza individuale per allargarsi oltre noi stessi. Questa è la sostanziale unità tra l' anima individuale e il tutto che la circonda, tra Atman e Brahman di cui parlano i Veda e in particolar modo le Upanishad. Yoga vuol dire appunto "Unione", ed è dunque una pratica che va oltre l' obbiettivo di avere le articolazioni più sciolte e l' essere più tranquilli. 

Dico questo perché spesso incontro modi piuttosto epicurei di intendere lo Yoga, in una società dove la dottrina dell'individualismo, arriva ad essere in qualche modo imposta come "normalità" dell' essere umano, che viene dalla società alienato da sé stesso, ovvero allontanato dalla possibilità di trovare il proprio senso. 

È una società la nostra, che è dominata da un'ideologia sociale che tutto fagocita e asserve alla produzione e al consumo. Viviamo in una società in cui il cristianesimo è difficile, in quanto più che perseguitare i cristiani, cerca di confonderli.

Dio che è Amore, non è il dio privato di nessuno, e la sofferenza che intorno a noi vediamo, non ci deve condurre a negare la nostra fede, ma a provare compassione.

Maurizio Proietti iopropars 









 

domenica 11 agosto 2024

Un'aurora e Ischia da Minturno

Un'aurora e Ischia da Minturno
Foto di
Maurizio Proietti iopropars 


Un'aurora e Ischia da Minturno 

Come mi avvolge di serenità l' aurora stamattina, dalla finestra della mia casa di Minturno, con Ischia che occhieggia in lontananza, e sembra dire che anche a lei farebbe piacere  forse, venire qui per prendersi un caffè. Ma guardala che occhieggia in lontananza e non si muove. Lì resta a dare mostra di sé stessa e non si muove, e forse altro non vuole che appunto dare mostra di sé stessa, magari suscitando il desiderio di essere noi che l' ammiriamo, ad andare da lei a raggiungerla. Io tuttavia mi appago ad ammirarla da lontano avvolto, come sono di serenità a Minturno, da questa aurora rosea e azzurra e verde. Anch'io solo con gli occhi la saluto in pace, come saluto il nuovo giorno. Pace a voi che avete letto, questo mio breve scritto.


(Prosa lirica di Maurizio Proietti iopropars)


 

domenica 21 luglio 2024

Ho scavato (poesia)


 Ho scavato
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars



Ho scavato

Ho scavato trincee,
E cunicoli anche ho scavato,
Profonde
Fosse, gallerie sotterranee,
Per difendermi
Dai pavoneggiamenti poetici.
Ero
Alla ricerca di gemme preziose.
È questo che cerco nella poesia.

Maurizio Proietti iopropars


Una poesia

A me non piace solo scrivere ma anche leggere poesia. E però nel leggere certa poesia, provavo da bambino, e poi da ragazzo, e ho continuato a provare, a volte un indefinito malessere, che mi allonanava e continua ad allontanarmi dalla poesia. Era ed è un autocompiacimento nel poetare, che è poi anche ricerca dell'altrui ammirazione. Era una poesia che sentivo che mi portava ad allonanarmi da me stesso; una sorta di veleno dell'anima; qualcosa che non giova a chi come me è alla ricerca di senso: poter dire di non aver vissuto invano. Il senso della vita non può essere nell'aver vissuto momenti piacevoli. Il senso non può che essere nell'espandersi oltre sé stessi. Altro senso non vi può essere dunque che nell'amore. Così che esprimersi, perché si è alla ricerca più autentica di sé stessi, è in questo che ritrovo il poetare. Ma arrivare a sé stessi, non per fermarsi a sé stessi, ma per andare oltre sé stessi. Una poesia che aiuti ad amare.

Maurizio Proietti iopropars

domenica 31 marzo 2024

A volte esagerano con questo "Buona Pasqua!"

Schizzo digitale di
Maurizio Proietti iopropars

A volte esagerano con questo 
"Buona Pasqua!"

Il cane che avevo prima pure lei era una femmina, si chiamava Vigilia. Pure lei era una peste. A volte la gente come mi vedeva mi faceva "Buona Vigilia!". E io "Sì Vigilia! Buona! Fai la brava!". A volte però glielo dicevo, "Guarda che è vivace però non morde". Né Pasqua né Vigilia hanno mai morso nessuno.

Maurizio Proietti iopropars
(omaggio ad Achille Campanile)


 

domenica 24 marzo 2024

Una luce è presente in primavera

"Una luce è presente in primavera"
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars



Una poesia di Emily Dickinson

Propongo ai miei lettori, la mia traduzione in italiano di una poesia della poetessa statunitense Emily Dickinson (1830-1886), dal titolo "A Light exists in Spring", che io ho tradotto con "Una luce è presente in primavera". "Essere presente" nell'accezione italiana, mi rende il senso di "To exist" che questa poesia mi evoca. "Essere presente" nell'accezione italiana è molto di più che un semplice "To be there", perché nell'essere presente di qualcosa, il suo essere è tale da poter essere trovato, proprio come esprime "To exist" in inglese. In altre parole, io avverto che dire che quella luce è presente, enfatizza sufficientemente la concretezza della sua realtà; mentre dire che esiste, è così forte in questo caso in italiano, da trasmettere un significato fideistico che è opposto a quello che la poesia descrive. 

Questa poesia è molto di più di un'elegia alla primavera, perché ci illustra come il nostro sentimento possa talvolta essere, rispetto al pensiero razionale, una chiave di lettura più profonda della realtà che ci troviamo intorno. Il sentimento apre le porte della sensibilità, mettendoci in contatto più diretto con il mondo. È questo il motivo per cui ho voluto tradurla, anche perché le traduzioni che ho incontrato non mi soddisfacevano granché; non riuscivano ad evocare il senso illuminante che la lettura del testo inglese mi aveva trasmesso.


Una luce è presente in primavera


Una luce è presente in primavera,

Che durante l'anno non abbiamo

In un qualsiasi altro momento,

Quando marzo qui si sta affacciando.


Un colore là fuori si sofferma

Nei campi solitari,

Che la scienza non può determinare,

Ma che avverte la natura umana.


Esso attende sopra i prati,

E il più lontano albero ti mostra

Sopra le pendenze più lontane che conosci,

Quasi ti parla.


Poi come gli orizzonti vanno

O il mezzogiorno volge via,

Senza formulare un suono,

Esso passa e noi restiamo.


Una perdita che è come,

Nel piacere del nostro sentimento,

Se un mercato abbia all'improvviso invaso

La partecipazione a un sacramento.


Traduzione dall'inglese
di Maurizio Proietti iopropars

Come ulteriore nota alla traduzione, osservo che il fatto che gli orizzonti camminano, è una percezione solo apparente, ma il significato, in quel contesto, non può essere che questo, perché evidentemente dice che il colore di cui lei ci parla, sparisce in un modo impalpabile. Per questo stesso stesso motivo, per me "to report away" ha un significato che in italiano potrebbe essere reso con "dispresentarsi", allo stesso modo che "to report back" può essere tradotto con "ripresentarsi". I "mezzoggiorni" si accomiatano in un modo che è quasi impercettibile. È l'effetto della sparizione della luce di cui lei ci parla, ad essere invece stridente.

Riporto di seguito il testo originale:




A Light exists in Spring

A Light exists in Spring
Not present on the Year
At any other period —
When March is scarcely here

A Color stands abroad
On Solitary Fields
That Science cannot overtake
But Human Nature feels.

It waits upon the Lawn,
It shows the furthest Tree
Upon the furthest Slope you know
It almost speaks to you.

Then as Horizons step
Or Noons report away
Without the Formula of sound
It passes and we stay —

A quality of loss
Affecting our Content
As Trade had suddenly encroached
Upon a Sacrament.

Emily Dickinson




 

martedì 19 marzo 2024

L'autenticità nel mondo



La forza esplicativa della poesia

Questo brano, "Giuseppe", è la versione italiana di Bruno Lauzi e dello stesso Moustaki, della canzone originale francese di Georges Moustaki, "Joseph". 

Io lo trovo stupendo nella sua potenza espressiva, con cui evoca una toccante immagine di San Giuseppe e della sua "paternità", e al tempo stesso fa emergere un'immagine di Gesù così diversa da quella usata dall'establishment privilegiato per frenare il dissenso sociale.

Segue una mia poesia ispirata da questa canzone, nel retroterra della mia riflessione sulle analisi kierkegaardiane.


L'autenticità nel mondo

Chi è stato Gesù?

È stato uno che ha insegnato

L'autenticità del sentimento religioso,

Illustrando come

Portare sempre debba

All'amore verso il prossimo,

Il nostro amore verso un Dio

Di tutti padre,

Nostro unico creatore.

Praticando la coerenza

Con questi insegnamenti,

Per questo è stato messo a morte

Dai custodi delle istituzioni.

Fedele fino in fondo

Ai propri insegnamenti

Egli ha accettato di morire,

Testimoniando con la morte

La sua fede,

La sua adesione a quanto

Egli predicava.


Maurizio Proietti iopropars



 

sabato 16 marzo 2024

Verso l'alba di un nuovo giorno

Verso l'alba di un nuovo giorno
dipinto digitale
di Maurizio Proietti iopropars



Verso l'alba di un nuovo giorno
(rivolgendomi a Charles Bukowski)

Riporto prima una composizione di Charles Bukowski, dal titolo "Sei incancellabile tu", e poi due mie poesie che questa composizione mi ha ispirato.

“Sei incancellabile tu” di Charles Bukowski

“Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi – beh? Che è successo?

Ecco, quella mattina successe a me che da tanto tempo non amavo, ma non per chissà quale motivo, non amavo e manco io sapevo il motivo preciso, ma forse sì che lo sapevo: che senso poteva avere per me l’amare se non amare che te?

Quella mattina io avevo una gran voglia di dirti – ti amo -, almeno credo.

Quanto mi manchi amore mio. Certo, io lo sapevo già dentro di me di questa cosa che mi manchi ma l’ho capita bene solo quando fuori ha smesso di piovere e a me mi giocava il cuore.

È che prima avevo la scusa per non vedere il sole, pioveva, mica era colpa mia, ma le nuvole ora sono andate via portandosi dietro tutte le scuse. Ok, tu non ci sei, ok, ma va bene, va bene anche se va male, va bene perché io ti amo lo stesso.

C’è come un diario che ho chiuso nel petto, sento che devo tirarlo fuori e devo farlo senza schemi se non gli schemi che mi porto nel cuore.

Ah! Mannaggia mannaggia, mannaggia al cuore che non sa far calcoli ma che pure spesso sbaglia i conti.

Ma io non ero riuscito a dirti quel ti amo.

Era una primavera quando andasti via, lo ricordi? Io cercavo di farmi forza, la vita andava avanti sentivo dirmi da tutti.

Quando te ne sei andata io mi sono un po’ rincoglionito.

Mi persi, diciamoci la verità, perdendoti io mi persi. E tu? Ah! No scusa, non volevo chiederti se anche tu ci sei rimasta male, era un e tu come stai? Roba del genere insomma, un e tu cosa fai ora? Che stai facendo adesso, adesso è in questo momento, che stai facendo in questo momento? Non mi interessa cosa stai facendo nella vita, io non ci sono più nella tua vita, cosa vuoi che mi importi?

Sicuramente starai facendo tante cose belle, bellissime, ma a me importa adesso, adesso adesso mi importa, adesso in questo momento. Io adesso ti sto pensando facendomi del male. Io vorrei non pensarti ed averti invece qui, qui vicino a me.

Ma non ci sei. Non voglio pensarti ma non lasciarmi solo, non andare via anche dai miei sogni.

Tu dolce ferita mi tagli il cuore, ma io sorrido sai? Non mi fa male questo maledetto male. Sorrido perché dentro ci sei te e ti vedo, almeno posso vederti. Ti vedo pure che dai un bacio a quello lì e questo un pò a dirti il vero mi fa incazzare.

Ma tu non lasciarmi lo stesso, tienimi con te pure se sono incazzato.

Tienimi con te. Non mi fa male la ferita al cuore, no, non mi fa male, sei tu che non ci sei, non andare via oltre.

A volte mi sento tanto forte da poterti dire che non esisti senza di me.

Ma non è vero sai? È che ci provo ad andare avanti, bisogna comunque provarci o almeno provo a convincermi che bisogna provarci.

Fossi riuscito a dirti ti amo oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia, fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti.

Sei incancellabile tu.

Sei come quelle macchie di inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere? ”.

Charles Bukowski


Donne sbagliate

È meglio stare soli
Che cadere vittima
Delle donne sbagliate,
Perché quando più non ci sono
E di loro avrai solo il ricordo,
Sarai ancora più solo
Di quanto solo
Tu non saresti stato 
Se mai non le avessi incontrate.
Ancora più solo
Perché c'è sempre un motivo
Per cui ti hanno lasciato,
C'è sempre un motivo
Per cui se ne sono andate,
Lasciandoti quel motivo
A lacerarti il cuore,
E a renderti impossibile
Continuare ad amare,
E se poi ti riprendi 
A caricare 
Di rimorso e rimpianto 
Il tuo amore.
Ma è stato il mio amore
Che mi ha fatto capire
Quanto fossero donne sbagliate
Coloro che mi hanno devastato,
Anche se sempre
Per qualcosa che ho fatto,
Senza sperare
In un mio cambiamento,
Ma facendo esse stesse
Di peggio, perché non è strano
Che le persone malvage 
Disprezzino l'amore,
Ed è stato per questo
Che non sono riuscite a capire
Che erano amate.

Maurizio Proietti iopropars


Ci sta di sicuro

Non dico che la violenza
Sulle donne non ci sia,
O che sia giustificata.
Dico che il male,
Nel genere umano diffuso
In differenti forme,
Tra uomini e donne
È distribuito equamente.

Maurizio Proietti iopropars


 

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