sabato 6 dicembre 2025

Chi confonde Patriarcato e Fascismo




Il Fascismo non è Patriarcato
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars


Chi confonde 

Patriarcato e Fascismo 


https://www.rainews.it/articoli/2025/11/la-lista-degli-stupri-al-liceo-la-scritta-apparsa-in-uno-dei-bagni-del-giulio-cesare--2b136114-0ebb-43b5-bcb0-1fc62fdd63a4.html 

Io dico che chi confonde il Fascismo con il patriarcato, o ha le idee confuse, o con diverso orientamento, fascista è pure lui, o lei (durante il ventennio c'erano anche le donne fasciste). 

Lo dico perché innanzitutto non chiama il Fascismo con il suo vero nome, legittimandolo storicamente in una certa misura. 

Poi confonde la realta storica di cosa sia stato il patriarcato, e di come si sia arrivati a una concezione diversa, proprio nell'evoluzione della cultura patriarcale sana, attraverso lo sforzo di donne e anche di uomini, tramite il confronto, anche se talvolta serrato.

Mettiamo le cose in chiaro: la cultura maschilista e machista è interna alla cultura fascista, e ha ben poco a che fare con il patriarcato, al pari di come il Fascismo, che pure esaltava la romanità per dichiararsi suo erede, aveva ben poco a che fare con la romanità.

In Italia durante il Ventennio il fascismo è stato istituzionalizzato, però possiamo riportare il linciaggio dei fratelli Gracchi a un'aggrassione squadristica di stampo fascista. Allora possiamo affermare che il fascismo era già presente in una certa misura nella società dell'antica Roma, e non solo. Dunque possiamo affermare che il fascismo era presente in una certa misura anche nella cultura patriarcale.

Anche il maschilismo era presente in misure più o meno ampie nelle culture patriarcali; come è presente nella società italiana contemporanea, che però non è patriarcale.

Bisogna tuttavia mettere in chiaro che la cultura dello stupro non ha nulla a che fare con la cultura patriarcale.

La cultura dello stupro va respinta con forza e con fermezza. Ma dobbiamo dire che la cultura dello stupro è una cultura di stampo fascista.

Del pari non possiamo riportare la cultura dello stupro, come pure ogni forma di maschilismo e di machismo, al "testosterone"; come si tende ad affermare oggi da più parti. Sono forme di depravazione morale che nulla hanno a che vedere con sano comportamento maschile nella specie umana.

Se analizziamo la circostanza da un punto di vista biologico e filogenetico, si può certamente convenire con quanto io affermo, che la pulsione sessuale maschile rende l'uomo protettivo e rispettoso nei confronti della donna, sempre e in ogni circostanza. 

Io dico che un uomo che sia un uomo non cercherà mai di forzare la volontà di una donna. 

Io dico che durante l'accoppiamento, un uomo che sia un uomo, si accorge se la donna gli resiste, e cioè che in quel momento lei non è più consensiente, e si ferma perché non ce la fa a continuare se la donna non è consensiente, proprio perché è un uomo, maschio della specie umana.

I violentatori si atteggiano a maschi, ma sono solo delle bestie, perché si sono degradati ad essere bestie. 

Io dico però che va respinta anche una lettura della storia che vede gli uomini come quelli che hanno sempre tenuto soggiogate le donne nelle culture partiarcali, in cui venivano anche violentate. È una lettura così parziale della storia, da essere totalmente distorta; tanto da rendere impossibile la comprensione delle dinamiche interpersonali e sociali, in qualsiasi cultura, passata e presante.

Io dico basta a criminalizzare l'elemento maschile in quanto tale.

Maurizio Proietti iopropars 



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martedì 2 dicembre 2025

Togliere i figli come si sequestra l'auto

Sottrarre i figli come sequestrare l'auto
Post di Maurizio Proietti iopropars

Togliere i figli come si sequestra l'auto

Ciò che più mi ha colpito della vicenda di quella famiglia, soprannominata "la famiglia nel bosco", che viveva in condizioni di parziale isolamento in un bosco in provincia di Chieti, è stata la facilità con cui si è fatto ricorso a un provvedimento estremo, qual è quello di allontanare i figli dalla custodia dei genitori. Aggiungerei, " e anche dal loro amore", perché dell'amore di quei genitori verso i loro figli appare difficile dubitare, per quanto si possano non condividere le loro scelte esistenziali e sociali.

Che non fosse una situazione di isolamento totale ma di semi-isolamento, risulta anche dal fatto che i genitori abbiano portato i loro figli in ospedale in seguito ad un'intossicazione da funghi.

Un punto essenziale della vicenda, mi sembra che sia, che i due genitori anglo-australiani, non tenessero i bambini in quella situazione per incuria, ma per scelta ideale. E riguardo alla scelta ideale, non mi è sembrato nemmeno che quei genitori volessero imporre ai propri figli la scelta di vita che essi avevano preso per sé stessi, e che volevano continuare nonostante avessero avuto quei figli. A me piuttosto, mi sono sembrati convinti che quel tipo di vita fosse il migliore da dare ai figli.

Quei genitori erano convinti, non della legittimità, ma della bontà della loro scelta, e volevano condividerla e trasmetterla ai figli.

Io valuto positivamente il fatto che lo Stato vigili sulle buone condizioni dei minori, e cerchi di prendere provvedimenti a loro sostegno, qualora si valuti che le condizioni lo richiedano.

Ciò che invece mi scandalizza è la facilità con cui il provvedimento di allontanare i figli da quella coppia di genitori è stato preso. Mi sembra di aver capito, ad esempio, che non vi siano stati colloqui preliminari per analizzare l'idoneità di quella coppia ad allevare figli, o per convincerli della non idoneità della situazione per dei bambini.

Un provvedimento forzato avrebbe potuto essere un provvedimento di sgombero. Allora quei coniugi avrebbero potuto considerare positivamente l'offerta di un alloggio fatta dal sindaco del paese vicino. Se avessero impugnato il provvedimento di sgombero, durante il processo si sarebbe potuto dibattere riguardo all'idoneità della loro scelta.

Dal modo in cui sono stati presi i provvedimenti, mi sembra invece che l'unica via lasciata a quei genitori per riavere i loro figli, sia di rinnegare le loro scelte di vita.

Mi vengono in mente le parole di una canzone di Fabrizio De André, "...ammucchiati in discesa in difesa della propria celebrazione" . Del tipo, "Voi potete anche rifiutare la nostra società, quella che noi abbiamo costruito. Ma se lo fate e cercate modi di vita alternativi, noi vi leviamo i figli. Noi, siamo il bene".

Maurizio Proietti iopropars



 

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