![]() |
| Il Fascismo non è Patriarcato dipinto digitale di Maurizio Proietti iopropars |
Chi confonde
Patriarcato e Fascismo
Io dico che chi confonde il Fascismo con il patriarcato, o ha le idee confuse, o con diverso orientamento, fascista è pure lui, o lei (durante il ventennio c'erano anche le donne fasciste).
Lo dico perché innanzitutto non chiama il Fascismo con il suo vero nome, legittimandolo storicamente in una certa misura.
Poi confonde la realta storica di cosa sia stato il patriarcato, e di come si sia arrivati a una concezione diversa, proprio nell'evoluzione della cultura patriarcale sana, attraverso lo sforzo di donne e anche di uomini, tramite il confronto, anche se talvolta serrato.
Mettiamo le cose in chiaro: la cultura maschilista e machista è interna alla cultura fascista, e ha ben poco a che fare con il patriarcato, al pari di come il Fascismo, che pure esaltava la romanità per dichiararsi suo erede, aveva ben poco a che fare con la romanità.
In Italia durante il Ventennio il fascismo è stato istituzionalizzato, però possiamo riportare il linciaggio dei fratelli Gracchi a un'aggrassione squadristica di stampo fascista. Allora possiamo affermare che il fascismo era già presente in una certa misura nella società dell'antica Roma, e non solo. Dunque possiamo affermare che il fascismo era presente in una certa misura anche nella cultura patriarcale.
Anche il maschilismo era presente in misure più o meno ampie nelle culture patriarcali; come è presente nella società italiana contemporanea, che però non è patriarcale.
Bisogna tuttavia mettere in chiaro che la cultura dello stupro non ha nulla a che fare con la cultura patriarcale.
La cultura dello stupro va respinta con forza e con fermezza. Ma dobbiamo dire che la cultura dello stupro è una cultura di stampo fascista.
Del pari non possiamo riportare la cultura dello stupro, come pure ogni forma di maschilismo e di machismo, al "testosterone"; come si tende ad affermare oggi da più parti. Sono forme di depravazione morale che nulla hanno a che vedere con sano comportamento maschile nella specie umana.
Se analizziamo la circostanza da un punto di vista biologico e filogenetico, si può certamente convenire con quanto io affermo, che la pulsione sessuale maschile rende l'uomo protettivo e rispettoso nei confronti della donna, sempre e in ogni circostanza.
Io dico che un uomo che sia un uomo non cercherà mai di forzare la volontà di una donna.
Io dico che durante l'accoppiamento, un uomo che sia un uomo, si accorge se la donna gli resiste, e cioè che in quel momento lei non è più consensiente, e si ferma perché non ce la fa a continuare se la donna non è consensiente, proprio perché è un uomo, maschio della specie umana.
I violentatori si atteggiano a maschi, ma sono solo delle bestie, perché si sono degradati ad essere bestie.
Io dico però che va respinta anche una lettura della storia che vede gli uomini come quelli che hanno sempre tenuto soggiogate le donne nelle culture partiarcali, in cui venivano anche violentate. È una lettura così parziale della storia, da essere totalmente distorta; tanto da rendere impossibile la comprensione delle dinamiche interpersonali e sociali, in qualsiasi cultura, passata e presante.
Io dico basta a criminalizzare l'elemento maschile in quanto tale.
Maurizio Proietti iopropars
Privacy Policy Cookie Policy +

