Si può esprimere ciò che si prova, e condividerlo, sia dandone una semplice descrizione, sia attraverso forme artistiche che portino gli altri ad esperirlo in modo più diretto. Ora, certamente non è detto che si debba esprimere e condividere solo disagio. Tuttavia di condividere i propri disagi, a me sembra che talvolta vi sia maggiore necessità; forse perché le situazioni di disagio richiedono una risposta, e ci sembra bene elaborarne una collettiva.
Albero della libertà Dipinto digitale di Maurizio Proietti iopropars
Non è un caso che il moderno esistenzialismo prenda l'avvio da un pensatore cristiano, Soren Kierkegaard. Questo filosofo, nella sua opera "La malattia mortale", descrive come il problema umano non riguardi esclusivamente l'essere o il non essere, ma anche l'essere sé stessi o il non esserlo. Non si tratta esclusivamente di vivere o morire, ma di vivere autenticamente la propria vita oppure no. Kierkegaard afferma che la vita senza la fede è disperazione, perchè solo fondando noi stessi in colui che ci ha posto in essere, possiamo essere noi stessi.
Padre perché mi hai abbandonato
“Padre perché
Mi hai abbandonato?"
Sono d'accordo con Lutero,
Suona tremenda questa frase, fa capire
La ferocia di coloro
Che inflissero il supplizio
Della croce a un innocente.
Fu questa la ferocia
Dell’odio contro un uomo
Che in loro risvegliava il sentimento del peccato,
Proprio appunto perché puro
Esempio
Egli era di giustizia.
Odiarono costoro
In lui la parte migliore di sé stessi,
La purezza originaria dalla quale col peccato
Essi si eran distaccati,
La purezza che era incarnata
In quell’uomo giustiziato.
Io comprendo in questa frase, pronunciata da Gesù,
Quanto a capire. Dipinto digitale di Maurizio Proietti iopropars
A Dio rimetto la giustizia
Gioisce il sentimento
In me al pensiero che trionfa
Sicuramente in Dio, la giustizia:
Che chi deve
Ricevere il perdono
Da Lui certo è perdonato,
Ma andrà incontro al suo castigo
Certamente chi al castigo,
Da Lui, è stato destinato.
Questa gioia io sento perché
Mi sembra che parte del male
Che ho ricevuto sia tale che questo
Male della misericordia
E del perdono sia indegno,
Ma anche avverto che non posso
Arrogare a me il giudizio
Di condanna perché troppo
Grande è il timore di sbagliare.
E però nella mia fede
Senza dubitare
Questo tuttavia credo,
Che se quel male
È tale da non potere
Essere perdonato,
Non sarà perdonato,
Ma che se è tale da potere
Essere perdonato,
Sarà perdonato.
In me gioisce il sentimento
Al pensiero che in Dio
La giustizia certamente trionfa,
E io Lo attendo,
E la sua giustizia attendo
Perché se in me gioisce
Il sentimento alla giustizia
È perché amo la giustizia,
E creduto ho infatti per la fame
E la sete che avevo di giustizia.
Maurizio Proietti iopropars
Il dipinto digitale, intitolato "Quanto a comprendere", vuole simboleggiare la necessità del salto della mente razionale nella fede, che è contenuto questo, espresso anche nella poesia.
Io dico che tutto questo veleno versato su Placido Domingo non mi convince.
Come premessa dichiaro che io penso che non è che la violenza sulle donne non ci sia, perché invece mi sembra che ci sia e sia anche grave. Aggiungo però che se al giorno d’oggi ci fossero stati i farisei in cerca di un pretesto per crocifiggere Gesù, di donne pronte a giurare di aver ricevuto da lui molestie sessuali, ne avrebbero trovate parecchie. Poi la grande quantità di bruti pronti al linciaggio morale di chiunque riceva accuse infamanti, riempie la calunniosa vasca dei piragna, dentro la quale queste moderne emule di Giuda lanciano le loro vittime. Lo dico perché nel mio piccolo mi è personalmente successo e continua a succedermi, e alcuni leggendo queste mie parole sicuramente diranno “Ecco un pervertito e un molestatore consumato”, perché questo al giorno d’oggi è ciò che va di moda fare, e in questo modo qualcuna che va letto con loro sicuramente la trovano.
Però di Placido Domingo dico che se sia colpevole o innocente io non posso saperlo e che bisognerebbe aspettare che la giustizia faccia chiarezza sulla faccenda. Questo però è ciò che dicono anche i suoi denigratori, che tuttavia lo attaccano, non perché è stato accusato di molestie, figuriamoci, ci mancherebbe altro, lo attaccano come artista perché a 80 anni non è più capace di cantare come quando ne aveva 30, ed è perfino dovuto uscire prematuramente di scena per un calo di voce. Che vergogna! Un calo di voce in un cantante lirico a 80 anni! È un cosa mai vista, forse anche perché di cantanti lirici che ancora riescono a cantare a 80 anni non se ne vedono proprio a frotte. Chi lo sa?
Magari chissà? Magari se uno va ad assistere a uno spettacolo di un cantante come quello, con un passato glorioso, che a quell’età ancora ce la fa a sostenere uno spettacolo, non è per ammirare un’esecuzione dalla precisione millimetrica, e forse però anche priva di passione - dico per dire perché può capitare. Magari ci va per vedere come riesce a portare la sua esperienza, la sua riflessione, la sua passione di una vita sul palco. Ci va per assistere a un'interpretazione che mai nessun giovane, sia pure eccezionalmente dotato, potrebbe offrire. E io di quegli orchestrali che al momento di ricevere gli applausi non si sono alzati in piedi, mostrando di non avere nessuna remora ad offendere l'età vetusta, non ho fiducia alcuna.
Io ho guardato su YouTube gli stralci di quell’esecuzione che sono stati pubblicati, e voglio dire che per quel poco che ho potuto vedere, la sua interpretazione mi ha colpito da un punto di vista recitativo, attoriale, e di come lui riuscisse portare questa sua recitazione nel canto. Mi ha fatto piacere assistere al suo “recitar cantando”, che è appunto questa la lirica.
Poi delle donne vorrei anche parlare perché ci sono ancora donne che sostengono che mai una donna potrebbe accusare ingiustamente qualcuno di violenza sessuale o di molestie, per rispetto verso le altre donne. Come se a una persona capace di testimoniare il falso in giudizio contro il proprio prossimo, potesse dispiacere di nuocere qualcunoin qualsiasi modo. Io sostengo che un calunniatore non ha alcuna remora morale di nessun tipo. E che cosa? Pensiamo che la cattiveria riguardi solo il genere maschile? Sai che gliene importa a una donna che accusa ingiustamente qualcuno di violenza, che altre donne che invece subiscono violenza per davvero possano perdere di credibilità? Ma sai che gliene importa, che queste siano state violentate nel modo più brutale? Cosa è che ci dovrebbe far credere che tra tutte le donne vi sia sempre solidarietà? Il fatto che le amiche incontrandosi si salutino con il bacetto sulla guancia? La solidarietà effettivamente ci sta, ed è da parte di quelle che non calunniano verso le calunniatrici. Ma la solidarietà non c’è in senso opposto, da parte delle calunniatrici verso quelle che non calunniano. E se quelle che non calunniano smettessero di essere solidali con le calunniatrici, il livello di pace e di benessere generale crescerebbe a dismisura. Viviamo in una società dove si respira veleno, e parte di questo veleno lo diffondono le donne. E anche perché, se una parte degli uomini che usano violenza contro le donne, disonorano la propria madre, altri nel commettere queste forme di violenza, della propria madre sono degni figli.
E allora la deduzione ovvia, normale e corrente, che si trarrebbe da questo mio discorso, nel contesto sociale in cui viviamo, è che io sostengo che se una donna denuncia una violenza o una molestia, non debba mai essere creduta. Così ci tengo a precisare che io invece sostengo proprio il contrario, ovvero che vada accolta e messa in condizione di denunciare prontamente l’accaduto, in modo che sia anche più facile dimostrare la violenza subita. Però sostengo anche che prima di condannare, le accuse vadano provate, e che nel dubbio bisogna sempre assolvere, senza per questo biasimare colei che ha denunciato.