lunedì 12 settembre 2022

Padre perché mi hai abbandonato

Albero della libertà
Dipinto digitale di Maurizio Proietti iopropars



Non è un caso che il moderno esistenzialismo prenda l'avvio da un pensatore cristiano, Soren Kierkegaard. Questo filosofo, nella sua opera "La malattia mortale", descrive come il problema umano non riguardi esclusivamente l'essere o il non essere, ma anche l'essere sé stessi o il non esserlo. Non si tratta esclusivamente di vivere o morire, ma di vivere autenticamente la propria vita oppure no. Kierkegaard afferma che la vita senza la fede è disperazione, perchè solo fondando noi stessi in colui che ci ha posto in essere, possiamo essere noi stessi.



Padre perché mi hai abbandonato



“Padre perché

Mi hai abbandonato?"

Sono d'accordo con Lutero,

Suona tremenda questa frase, fa capire

La ferocia di coloro

Che inflissero il supplizio

Della croce a un innocente.

Fu questa la ferocia

Dell’odio contro un uomo

Che in loro risvegliava il sentimento del peccato,

Proprio appunto perché puro

Esempio

Egli era di giustizia.

Odiarono costoro

In lui la parte migliore di sé stessi,

La purezza originaria dalla quale col peccato

Essi si eran distaccati,

La purezza che era incarnata

In quell’uomo giustiziato.

Io comprendo in questa frase, pronunciata da Gesù,

Che egli perse il sentimento

Di sé stesso nel supplizio.

Quelli a questo

Lo portarono col modo

In cui gli diedero la morte:

A sentir che in quella morte

Non poteva

Dio essere con Lui.

Vi riuscirono per mezzo

Di un supplizio riservato

Ai colpevoli più abietti,

Di un giudizio calunnioso che infliggeva

Terribile agonia fino alla morte.

Vi riuscirono perché

Fino all'ultimo non volle,

In risposta a quell’accusa condannarli.

Questo è dunque il modo in cui

Il Cristo ci amò.

Ci amò Egli fino al punto che perdette

Di sé stesso il sentimento,

Prima

Che la morte lo prendesse,

E tuttavia non volle condannare. 


Maurizio Proietti iopropars



 

sabato 10 settembre 2022

Io di te mi ricordo

Incontro
Dipinto digitale di Maurizio Proietti iopropars


 Io di te mi ricordo

Quando la luna su nel cielo


È piena


Così che chiaramente


Si possono distinguere le forme,


Non definirei la luce che diffonde


Come una luce fredda


Quanto piuttosto una luce quieta,


Capace nel suo chiarore di accogliere


Quanto avviene al suo cospetto.


Così ricordo una notte estiva in agosto


Piena di amore e di giubilo


Ma insieme così serena,


Quando il tepore dell'aria pura


E ricolma


Della calma presenza marina,


Vestiva i nostri corpi nudi


Assecondando i nostri moti con dolcezza


E non c'era frenesia nei nostri baci


E nelle carezze e negli abbracci


Che invece inondava di pace


Quel firmamento di stelle


Che cantavano e danzavano leggere.


Luna, quando in quel modo ti vedo


In alto nel cielo in agosto,


Di te mi ricordo, eri presente e discreta


In quella notte di amore,


Che nelle vicende dei giorni


Durante i miei anni


Nel passato è rimasta travolta,


Ma in tua presenza torna a rivivere


E a tingere il mio sentimento


Di nostalgico amore.



Maurizio Proietti iopropars



 

giovedì 8 settembre 2022

A Dio rimetto la giustizia

Quanto a capire.
Dipinto digitale di Maurizio Proietti iopropars







A Dio rimetto la giustizia



 
Gioisce il sentimento

In me al pensiero che trionfa

Sicuramente in Dio, la giustizia:

Che chi deve

Ricevere il perdono

Da Lui certo è perdonato,

Ma andrà incontro al suo castigo

Certamente chi al castigo, 

Da Lui, è stato destinato.

Questa gioia io sento perché

Mi sembra che parte del male

Che ho ricevuto sia tale che questo

Male della misericordia 

E del perdono sia indegno,

Ma anche avverto che non posso

Arrogare a me il giudizio

Di condanna perché troppo

Grande è il timore di sbagliare.

E però nella mia fede

Senza dubitare

Questo tuttavia credo,

Che se quel male 

È tale da non potere 

Essere perdonato,

Non sarà perdonato,

Ma che se è tale da potere 

Essere perdonato,

Sarà perdonato.

In me gioisce il sentimento

Al pensiero che in Dio

La giustizia certamente trionfa, 

E io Lo attendo,

E la sua giustizia attendo

Perché se in me gioisce

Il sentimento alla giustizia

È  perché amo la giustizia, 

E creduto ho infatti per la fame

E la sete che avevo di giustizia.


Maurizio Proietti iopropars

Il dipinto digitale, intitolato "Quanto a comprendere", vuole simboleggiare la necessità del salto della mente razionale nella fede, che è contenuto questo, espresso anche nella poesia.
 

venerdì 2 settembre 2022

Il veleno su Placido Domingo

 

Il veleno su Placido Domingo

Io dico che tutto questo veleno versato su Placido Domingo non mi convince. 

Come premessa dichiaro che io penso che non è che la violenza sulle donne non ci sia, perché invece mi sembra che ci sia e sia anche grave. Aggiungo però che se al giorno d’oggi ci fossero stati i farisei in cerca di un pretesto per crocifiggere Gesù, di donne pronte a giurare di aver ricevuto da lui molestie sessuali, ne avrebbero trovate parecchie. Poi la grande quantità di bruti pronti al linciaggio morale di chiunque riceva accuse infamanti, riempie la calunniosa vasca dei piragna, dentro la quale queste moderne emule di Giuda lanciano le loro vittime. Lo dico perché nel mio piccolo mi è personalmente successo e continua a succedermi, e alcuni leggendo queste mie parole sicuramente diranno “Ecco un pervertito e un molestatore consumato”, perché questo al giorno d’oggi è ciò che va di moda fare, e in questo modo qualcuna che va letto con loro sicuramente la trovano. 

Però di Placido Domingo dico che se sia colpevole o innocente io non posso saperlo e che bisognerebbe aspettare che la giustizia faccia chiarezza sulla faccenda. Questo però è ciò che dicono anche i suoi denigratori, che tuttavia lo attaccano, non perché è stato accusato di molestie, figuriamoci, ci mancherebbe altro, lo attaccano come artista perché a 80 anni non è più capace di cantare come quando ne aveva 30, ed è perfino dovuto uscire prematuramente di scena per un calo di voce. Che vergogna! Un calo di voce in un cantante lirico a 80 anni! È un cosa mai vista, forse anche perché di cantanti lirici che ancora riescono a cantare a 80 anni non se ne vedono proprio a frotte. Chi lo sa? 

Magari chissà? Magari se uno va ad assistere a uno spettacolo di un cantante come quello, con un passato glorioso, che a quell’età ancora ce la fa a sostenere uno spettacolo, non è per ammirare un’esecuzione dalla precisione millimetrica, e forse però anche priva di passione - dico per dire perché può capitare. Magari ci va per vedere come riesce a portare la sua esperienza, la sua riflessione, la sua passione di una vita sul palco. Ci va per assistere a un'interpretazione che mai nessun giovane, sia pure eccezionalmente dotato, potrebbe offrire. E io di quegli orchestrali che al momento di ricevere gli applausi non si sono alzati in piedi, mostrando di non avere nessuna remora ad offendere l'età vetusta, non ho fiducia alcuna. 

Io ho guardato su YouTube gli stralci di quell’esecuzione che sono stati pubblicati, e voglio dire che per quel poco che ho potuto vedere, la sua interpretazione mi ha colpito da un punto di vista recitativo, attoriale, e di come lui riuscisse portare questa sua recitazione nel canto. Mi ha fatto piacere assistere al suo “recitar cantando”, che è appunto questa la lirica. 

Poi delle donne vorrei anche parlare perché ci sono ancora donne che sostengono che mai una donna potrebbe accusare ingiustamente qualcuno di violenza sessuale o di molestie, per rispetto verso le altre donne. Come se a una persona capace di testimoniare il falso in giudizio contro il proprio prossimo, potesse dispiacere di nuocere qualcuno in qualsiasi modo. Io sostengo che un calunniatore non ha alcuna remora morale di nessun tipo. E che cosa? Pensiamo che la cattiveria riguardi solo il genere maschile? Sai che gliene importa a una donna che accusa ingiustamente qualcuno di violenza, che altre donne che invece subiscono violenza per davvero possano perdere di credibilità? Ma sai che gliene importa, che queste siano state violentate nel modo più brutale? Cosa è che ci dovrebbe far credere che tra tutte le donne vi sia sempre solidarietà? Il fatto che le amiche incontrandosi si salutino con il bacetto sulla guancia? La solidarietà effettivamente ci sta, ed è da parte di quelle che non calunniano verso le calunniatrici. Ma la solidarietà non c’è in senso opposto, da parte delle calunniatrici verso quelle che non calunniano. E se quelle che non calunniano smettessero di essere solidali con le calunniatrici, il livello di pace e di benessere generale crescerebbe a dismisura. Viviamo in una società dove si respira veleno, e parte di questo veleno lo diffondono le donne. E anche perché, se una parte degli uomini che usano violenza contro le donne, disonorano la propria madre, altri nel commettere queste forme di violenza, della propria madre sono degni figli. 

E allora la deduzione ovvia, normale e corrente, che si trarrebbe da questo mio discorso, nel contesto sociale in cui viviamo, è che io sostengo che se una donna denuncia una violenza o una molestia, non debba mai essere creduta. Così ci tengo a precisare che io invece sostengo proprio il contrario, ovvero che vada accolta e messa in condizione di denunciare prontamente l’accaduto, in modo che sia anche più facile dimostrare la violenza subita. Però sostengo anche che prima di condannare, le accuse vadano provate, e che nel dubbio bisogna sempre assolvere, senza per questo biasimare colei che ha denunciato.


Maurizio Proietti iopropars







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