venerdì 29 aprile 2022

Ucraina, autodifesa, minerali rari e salute


Insomma dai, lo sanno tutti che per una sana alimentazione sono necessari anche i minerali oltre alle vitamine. Ma procediamo con ordine.

Qui sembra che io come una manciata di altri scellerati, al grido di "pace", vogliamo negare il diritto all'autodifesa a un popolo aggredito - nella fattispecie il popolo ucraino - e fatto vittima di un'ingiustificata, e dunque oltremodo criminale, invasione del proprio territorio nazionale. Tutto il resto del mondo civilizzato reagisce invece indignato, inviando massicce quantità di armamenti. In questo modo, anche, un'assoluta novità fa capolino nella storia, mostrando che la solidarietà unisce i popoli come gli individui di fronte all'ingiustizia.

 Tuttavia, a me sembra che non sia del tutto corretta, l'informazione che  dai mass media viene data al pubblico, ovvero ai cittadini, sostanzialmente agli elettori. E per questo torno e ritorno a spendermi sull'argomento. 

In una realtà sociale così generosa, io sono certo che sarà perdonata anche la mia ironia sull'importanza dei sali minerali per la salute, sebbene, forse, più che quei minerali lì, sono coinvolti i minerali necessari all'alta tecnologia. Dire che con la prevista evoluzione dell'intelligenza artificiale - destinata al progressivo controllo della vita produttiva e dei trasporti - questi minerali sono di estrema importanza strategica, è dire poco. Si tratta di un settore vitale per le economie avanzate.

Ciò che sostanzialmente mi ha messo di più in allerta è il fatto che le richieste che la mediazione verso la pace prenda il posto dell'invio di armamenti, vengono fatte apparire assolutamente demenziali, perché appunto le armi sarebbero necessarie a garantire il diritto all'autodifesa. 

Diamo dunque un'occhiata di assaggio alla quantità di armi già inviata. Su SkyTg24 leggiamo:

 "La quantità impressionante di armi inviata dagli Stati Uniti all'Ucraina potrebbe aver depauperato le scorte americane. Secondo il think tank di Washington Center for Strategic and International Studies, gli Usa avrebbero fatto fuori un terzo delle loro scorte di Javelin e un quarto di quelle di Stinger e ci vorranno dai tre ai cinque anni per rimpinguarle"

Di seguito il link https://tg24.sky.it/mondo/2022/04/14/armi-nato-ucraina#05

Anche Il Giornale riporta una quantità impressionante di armi da vari paesi nato https://www.ilgiornale.it/news/mondo/armi-nato-sono-kiev-zelensky-chiama-putin-non-temo-2028729.html

Qui sembra che ci si giochi appunto il tutto per tutto.

La descrizione di questa quantità di armamenti viene data come prova della gara di solidarietà internazionale verso il popolo ucraino. Un punto tuttavia che molto fomenta i miei dubbi sulla correttezza dell'informazione, è che viene troppo spesso taciuto o volutamente ignorato che in Ucraina, prima dell'invasione russa, era in corso una guerra civile.

Di seguto propongo ai lettori del mio blog, un frammento della trasmissione Otto e Mezzo, della durata di meno di 4 min. La giornalista russa Nadana Fridrikhson sostiene che la guerra non sia stata iniziata dalla Russia ma che "è iniziata con le provocazioni Maidan" sostenute dagli Stati Uniti. Da 01:08 a 01:46 minuti circa della registrazione Lilli Gruber le risponde che la stragrande maggioranza degli ucraini non vuole i russi sul loro territorio. Questa giornalista, Lilli Gruber, altre volte così attenta, parla ignorando completamente le differenze etniche o etnico-linguistiche all'interno del popolo ucraino. Quello che io sapevo era dell'esistenza di una cospicua minoranza russofona in Ucraina, però concentrata in alcune regioni. Io avevo sentito che, effettivamente, prima dell'invasione russa era in corso una secessione, e dunque, una guerra civile.

Vorrei proporre due video in cui mi sono imbattuto su YouTube. Uno sulla storia dell'Ucraina sino alla recente invasione russa della durata di un'ora circa, l'altro sul massacro di Odessa nel 2014 della durata di circa mezz'ora. Forse iniziare con quello sul massacro di Odessa è più interessante. Non affermo che questi video siano assolutamente veritieri, e anzi più volte mi lasciano insoddisfatto perché non citano la fonti. Dico tuttavia che non mi è sembrato che vi siano eccessive forzature in un senso o nell'altro, alla luce di informazioni che già avevo raccolto prima dell'inizio dell'invasione russa. Come base di partenza per ulteriori approfondimenti, per chi fosse interessato, possono andare bene.





La prima reazione all'invasione russa dell'Ucraina da parte dell'Europa dei diritti umani, è stata di censurare la stampa russa, come ho riportato in un mio precedente post nel presente blog.

 https://draft.blogger.com/blog/post/edit/5597793186972159761/4757495624572212134 

Ora non c'è stato alcun rappresentante di alcun partito che si è espresso contro questa decisione, da cui io fortemente dissento, a riprova che il mio diritto di voto non conta, perché non ci sono partiti politici che portano avanti questa istanza del tutto legittima, quale a mio avviso è quella di evitare il ricorso a qualsiasi forma di censura.

Poi è iniziato il vociare di uno scandalo senza precedenti per questa aggressione militare, mentre il presidente dell'Ucraina Zelensky, ripete spesso che Putin non si fermerà all'Ucraina, e una volta conquistata l'Ucraina si rivolgerà alla conquista di altre nazioni.

Io non sostengo che siano eroi i russi che intervengono in favore delle minoranze russofone, né che siano eroi i paesi NATO che inviano armi alla popolazione ucraina. Io dico che gli interessi economici, verosimilmente, muovono sia l'una che l'altra parte, e che è giusto muoversi pacificamente come cittadini, allo scopo di richiedere che il nostro paese come il resto dell'Europa, si facciano promotori di una pace negoziata. 

Riporto di seguito due link a un quotidiano e una rivista che riportano le ricchezze del Donbass a cui mirerebbe Putin. Sì, dico io, Putin come pure i nostri governanti, che io non sono affatto convinto che facciano gli interessi dei propri elettori, o per lo meno esclusivamente gli interessi dei propri elettori. Mi sembra che non si sentano nemmeno poi tanto loro rappresentanti. E mi sembra che se è vero che chi ha visibilità sui media gode di libertà di espressione in misura abbastanza ampia, questa libertà sia comunque una libertà condizionata, e che in questo momento, su un punto, vi sia un ordine tassativo: "Non vi è alcuna minoranza russofona in Ucraina". Sì, vi è eccessiva uniformità su questo punto.

Ecco i link per le ricchezze del Dombass.

https://www.startmag.it/economia/ecco-industrie-e-terre-rare-del-donbass-su-cui-punta-putin/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/18/il-tesoro-nascosto-del-donbass-sottosuolo-ricco-di-terre-rare-essenziali-per-lhi-tech-uranio-cobalto-il-ritorno-economico-che-fa-gola-a-putin/6561890/


In ultimo riporto un altro video su quella guerra civile, che può essere anch'esso una base di partenza per ulteriori approfondimenti.




giovedì 28 aprile 2022

Dario D'ambrosi su "Medea" al Teatro Argentina


































Certamente non temo di esagerare se dico che "Medea" di Euripide, per la regia di Dario D'Ambrosi, al Teatro Argentina di Roma il prossimo19 Maggio, è un evento di veramente grande portata; a mio avviso una rappresentazione assolutamente da non perdere.
Riporto di seguito una presentazione dello spettacolo, che il regista Dario D'ambrosi mi ha rilasciato personalmente, non senza cogliere l'occasione per ringraziarlo pubblicamente per la sua cortesia.

 Mettere in scena ai giorni d’oggi la Medea è una responsabilità doppia. Non solo perché devi mettere in scena un classico della tragedia greca, e tutti i classici veramente ripropongono i temi dei giorni d'oggi in un modo molto schietto, molto forte, molto visivo. Ma è doppia la responsabilità perché in questo momento storico il problema del femminicidio è assolutamente alto. Questo non è il caso di Medea, perché in qualche maniera è Medea che ammazza i propri figli. Ma alla base c'è sempre un fatto patologico, un fatto di crisi esistenziale, un fatto di integrazione, un fatto di potere. Giasone vuole un potere che dia più forza alla sua personalità, che gli dia più potere agli occhi degli altri, perciò non ci pensa due volte ad abbandonare la sua Medea per mettersi con Glauce, e ha una nuova sposa giovane e per Medea questo è qualche cosa di veramente insopportabile. Perciò è una grande responsabilità perché sono temi che al giorno d'oggi si affrontano quotidianamente, e con gli eventi che si susseguono tutti i giorni è difficile dare una risposta. Perciò l'idea mia di mettere insieme la Medea, è poter rappresentare un qualche cosa su cui il pubblico possa riflettere e dare la sua risposta. Io non ho risposte. Non sono uno psichiatra e neanche un terapeuta. Però come regista, come responsabile culturale, faccio il lavoro che dovrebbe fare un teatrante: mettere sul tavolo la verità, e far confrontare, e fare specchiare, diciamo, il pubblico su questa verità. La Medea, io lo trovo un testo molto forte, molto originale. 

Devo dire che i ragazzi della Compagnia del Teatro Patologico, che l'hanno rappresentata in tutto il mondo, da New York a Londra, a Tokyo, a Johannesburg, Milano e Roma… hanno sempre dato il massimo per poter veramente rappresentare un'opera originale come quella di Euripide.


Dario D'Ambrosi


Per chi fosse interessato all'acquisto dei biglietti riporto di seguito il link https://teatrodiroma.vivaticket.it/it/event/medea/179795





lunedì 25 aprile 2022

Buon 25 aprile a tutti coloro

 


Buon 25 aprile 

A tutti coloro che pensano 

Che la liberazione venga dall'impegno quotidiano

Come la costruzione di una società civile.

Buon 25 aprile per ricordare,

Ma cerchiamo anche di ricordare

Che i nemici 

Della libertà sono sempre in agguato

E che forse anche oggi

Hanno intorbidato le acque. 


Con questa canzone vorrei ricordare quando il 7 luglio del1960 morirono 5 persone a Reggio Emilia e 4 a Palermo e Catania, uccise dalle forze dell'ordine, a cui l'allora presidente del consiglio Tambroni aveva dato libertà di aprire il fuoco in situazioni di emergenza.

https://www.anpireggioemilia.it/agenda-della-resistenza/1960-7-luglio-eccidio-reggio-emilia/ 

Maurizio Proietti iopropars


giovedì 21 aprile 2022

Docenti blasonati e ragionamenti sensati.

                            Docenti blasonati e ragionamenti sensati


Si usa talvolta l'espressione "giocare di sponda", che deriva dall'uso nel gioco del biliardo, di indirizzare la palla verso una sponda, allo scopo di farla rimbalzare e arrivare da tutt'altra parte. Io non faccio ipotesi riguardo a un'eventuale intenzione da parte del professor Alessandro Orsini, nell'esporre la propria posizione riguardo al conflitto Russo-Ucraino, di giocare di sponda. Dico che questo è ciò si è verificato, portando a un discredito ancora maggiore delle posizioni intese a promuovere la mediazione in quel conflitto.

https://video.corriere.it/cronaca/russia-puo-sventrare-l-ucraina-come-quando-vuole-debutto-alessandro-ordini-cartabianca/d290b892-ab62-11ec-9633-df75bedaaa53

La posizione di questo professore può essere riassunta nell'affermazione che, considerando la superiorità militare russa nei confronti dell'Ucraina, bisogna fare concessioni territoriali alla Russia, perchè ciò che non le viene concesso è in grado di prenderselo con la forza. A me sembra proprio che non sia un granché come posizione di mediazione, e non mi trova affatto d'accordo. Io sono convinto che nelle relazioni tra gli individui, come in quelle tra le nazioni, vada sempre ricercata la giustizia, e che una pace stabile possa essere raggiunta solo se si stabilisca la giustizia. Inoltre, nella presente situazione, nemmeno si dà il caso che vi sia questa incontrastabile superiorità militare, perché ciò che si tenta di fare è proprio di permettere all'Ucraina di resistere all'attacco. È così che la posizione del professor Orsini potrebbe essere meglio esposta dicendo che tale tentativo è destinato a fallire, e pertanto portarlo avanti implica di pagare un costo inutile in termini di vite umane. Il problema che si pone, a mio avviso, è di capire il perchè il professor Orsini si sia espresso con quel linguaggio che io personalmente oserei definire truculento. È stato proprio il linguaggio da lui usato a provocare la censura nei suoi confronti. 

Così, fermo restando che io sostengo che anche al professor Orsini vada lasciata libertà di parola, ovvero il diritto di diffondere il proprio pensiero, io non penso che una posizione come la sua, per di più espressa nei termini in cui lui si è espresso, favorisca l'obbiettivo di fare maggiore chiarezza su questo conflitto bellico, indagando anche i motivi che hanno portato la Russia ad effettuare l'attacco militare. Io sostengo che capire questi motivi è essenziale per poter effettuare una mediazione. Purtroppo ho rilevato che si è sempre cercato di gettare discredito, tacciandola di estrema stupidità, su qualsiasi posizione che promuovesse la necessità di fare chiarezza e tentare una mediazione. Si cerca di far passare queste posizioni  semplicemente come irrealistiche ed oltremodo ingiuste. La censura sul professor Orsini ha invece sollevato polemiche in suo favore e lui sta ottenendo comunque una certa visibilità. La sua posizione è stata assunta come esempio di pensiero controcorrente che sta cercando di trovare una strada per potersi esprimere. Questo però non aiuta a fare giustizia sulla sensatezza di posizioni che anziché sostenere, come fa il professor Orsini, che bisogna arrendersi di fronte alla forza militare russa perché contrastarla porta ad un escalation, sostengono che l'aggressione militare russa è stata condotta in una situazione in cui lo stato di diritto è carente. Sono queste, le posizioni che sembra che non possono trovare spazio. E anzi una posizione come quella del professor Orsini, esposta nel modo in cui lui l'ha esposta, può avere l'effetto di generare ancora maggiore sfiducia riguardo alle posizioni di mediazione. L'effetto, a mio avviso, è quello di gettare maggiore discredito.

Maurizio Proietti iopropars

domenica 17 aprile 2022

L'Ucraina e la crudele fratellanza tra i popoli


                   L'Ucraina e la crudele fratellanza tra i popoli.


Nell'assurda, impensabile ipotesi, che vi siano interessi economici a muovere i conflitti bellici, allora le guerre, a causa delle abnormi differenze nella distribuzione delle ricchezze, sarebbero a vantaggio di una sparuta minoranza di individui. Infatti, secondo i dati Oxfam, i 10 uomini più ricchi del pianeta deterrebbero una ricchezza 6 volte superiore a quella detenuta dal 40% più povero della popolazione mondiale.

  https://www.oxfamitalia.org/la-pandemia-della-disuguaglianza/

A me viene ingenuamente da pensare che tale circostanza determini che rispetto ai più poveri, i più ricchi detengano potere in misura superiore, in proporzione alla loro maggiore ricchezza, e non solo che si possano semplicemente comprare cose che i più poveri non possono permettersi.

L'ipotesi che vi siano interessi economici a muovere i conflitti bellici è impensabile, tuttavia, non perché illogica, ma perché mai se ne sente parlare quando si parla di guerre. Però, hai visto mai che magari è una semplice svista? Magari è un'involontaria dimenticanza, forse dovuta al fatto che esattamente come funziona il sistema economico globale, lo sa solo chi ha le mani in pasta, ovvero la risicata minoranza più ricca del pianeta. Ed ecco che ho svelato la mia indole complottista, indegna di un mondo in cui, come ognun sa, mai gli interessi economici hanno influenzato le umane decisioni, tanto che non si capisce come il liberismo economico ponga l'interesse per il profitto come principale spinta alla produzione.

Ma veniamo alla guerra in Ucraina. Di nuovo voglio citare le posizioni Noam Chomsky sulla guerra in Ucraina. Non è che Chomsky non sia duro e fermo nel condannare l'aggressione Russa all'Ucraina, ma la contestualizza in uno scenario in cui si delianeano le responsabilità degli Stati Uniti d'America, che hanno operato in modo da provocare la crisi. Tra le sue parole in un recente dibattito ne riporto alcune che mi sembrano significative, e fornisco anche al lettore un link a una fonte in cui si parla di questo dibattito.

“Le richieste russe ufficiali del ministro degli Esteri Lavrov sono sempre state, oltre all’indipendenza del Donbass, la neutralità e la demilitarizzazione, cioè la rimozione delle armi che minacciano la sicurezza russa. Uno status simile a quello del Messico rispetto agli Stati Uniti, che di fatto non può aderire ad accordi militari con la Cina. La proposta Lavrov poteva funzionare? Non lo sapremo mai, perché non è stata presa in considerazione”.

https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/309-topnews/89008-noam-chomsky-gli-usa-hanno-scelto-di-combattere-fino-all-ultimo-ucraino.html 

Chomsky sostiene anche che la NATO, dalla caduta del regime comunista sovietico, abbia senza ragione continuato ad espandersi verso oriente.

Ma con quale vantaggio gli U.S.A avrebbero operato nel modo sconsiderato descritto da Chomsky? Avrebbero agito in quel modo perché governati da sprovveduti? E i governanti europei li avrebbero assecondati per lo stesso motivo?

Io personalmente, mi sono fatto l'idea che per arrivare ad occupare posizioni preminenti all'interno delle moderne cosidette democrazie, si possa essere individui che non la raccontano tutta ai propri elettori, ma che non si possa essere sprovveduti.

Ma insomma, come che sia, quasi tutti sarebbero pronti però, a mettere la mano sul fuoco che almeno i governanti ucraini, sprovveduti non possono essere. Allora vediamo che dice, non il perfido Putin, ma una di loro. "Una" con la "a", che vuol dire che è anche una donna, per cui sicuramente un pozzo di scienza. Figuriamoci, altro non può essere, data la piaggeria imperante al giorno d'oggi riguardo all'ex  "gentil sesso", promosso a "smart gender".

 “È veramente doloroso sentire definire il proprio Paese uno Stato-cuscinetto. Noi vogliamo far parte dell’Unione Europea e stiamo combattendo per questo. È il motivo per cui la guerra è iniziata." Queste sono parole della deputata ucraina Kira Rudik, come riportate dal quotidiano IL TEMPO.it di cui riporto il link

https://www.iltempo.it/esteri/2022/04/15/news/rosy-bindi-kira-rudik-ucraina-stato-cuscinetto-offesa-scuse-dolore-unione-europea-gelo-otto-e-mezzo-31233716/

Insomma, forse nessuno ha mai sentito queste storie in cui si narra che in tempi andati, nemmeno così remoti, chi controllava i valichi di frontiera, poteva imporre i dazi a suo piacimento, così che le guerre erano combattute per il controllo dei valichi. Però l'espansione della NATO a oriente, assomiglia molto a una serie di mosse tattiche con cui si cerca di assumere il controllo militare dei valichi, per poi procedere all'imposizione dei dazi. Eh sì, perché il valore del dazio non sta tanto nell'entrata in termini monetari, nelle casse dello Stato che impone il dazio, quanto nella sua funzione protezionistica per l'economia di quello Stato. In tal modo, niente dazi da una parte, vuol dire aumento dei dazi dall'altra. È una questione relativa, così come funziona da un punto di vista protezionistico.

E poi, fatte le considerazioni che ho fatto, mi piacerebbe pure sapere perché la cospicua minoranza russofona in Ucraina, che in alcune regioni è una larghissima maggioranza, non deve contare nulla. Intendo dire che anche se nel passato, con la convivenza in Ucraina di diversi popoli, l'Ucraina è stata sotto la dominazione russa, quando la popolazione russa in questa regione era una minoranza, non vedo perché al giorno d'oggi non si debba considerare che anche questa minoranza russa è presente in quel paese. Vogliamo far pagare loro le colpe dei loro padri? Mi chiedo quale verrebbe ad essere la loro condizione, con l'eventuale entrata dell'Ucraina nell'Unione Europea. Ma mi chiedo anche quali fossero le loro condizioni, prima dell'invasione russa. È qualcosa che a mio avviso va indagato.

Però se ci penso, l'entrata nell'Unione Europea è una circostanza così nobile, da giustificare perfino i sacrifici umani. Come diceva quel tipo che non ho mai potuto soffrire, il Machiavelli, il fine giustifica i mezzi. Io che invece sono scemo, dico che il fine presuppone i suoi mezzi, che con il fine non devono essere in conflitto. 

Ecco allora che quando si sente dire che ormai solo Papa Francesco è per la pace, e si sottointende che lui è per la pace giusto perché quello è il lavoro suo e fare la guerra è necessario, e che quindi bisogna inviare più armi, sì, sì, sempre più armi, io continuo a difendere il mio diritto, e quello del mio paese, a non schierarsi. Continuo a dire che non schierarsi è diverso dall'essere equidistanti, ed è necessario per essere promotori di pace, perché questo significa essere persone civili e un paese civile. Ma io nel mio paese sono un fuoricasta, e venitemi a dire che in Italia di fuoricasta non ce ne stanno.

                                                      Maurizio Proietti iopropars



mercoledì 13 aprile 2022

Per il diritto a non schierarsi nei conflitti, per promuovere la pace.

Mentenersi equidistanti in un conflitto bellico, e quindi mettere sullo stesso piano le ragioni di una parte e quelle dell'altra, è cosa molto diversa dal non schierarsi, e valutare le ragioni di una parte e quelle dell'altra, allo scopo di porsi come mediatori. Quest'ultima che ho esposto è la mia posizione. A questo scopo ho trovato interessante l'intervista a Noam Chomsky, che qui offro all'attenzione del lettore.

Questa intervista a Noam Chomsky è stata registrata il 

10 gennaio 2022.

Io non penso che Noam Chomsky vada considerato un oracolo vivente, come nessuno deve essere considerato tale. Tuttavia, il fatto che chiunque non si voglia schierare contro Putin, venga fatto passare per imbecille, suggerisce che in questa guerra vi siano interessi che vengono taciuti. Le considerazioni di Chomsky ampliano la prospettiva su quella che da molti è descritta come un'incomprensibile guerra di conquista.

A mio avviso è possibile che gli interessi strategico-militari esposti da Chomsky, siano relati a una guerra economica dei grandi capitali europei e americani, contro il più recente capitalismo russo. E dicendo guerra economica, ovviamente non intendo la semplice libera concorrenza. Il liberismo economico è liberista solo quando fa comodo, e a mio avviso anch'esso una mera utopia, per via delle abberranti differenze di distribuzione delle ricchezze che esso produce, e le conseguenti differenze di distribuzione del potere. O forse più che un'utopia è una menzogna.

Con quello che ho detto non intendo giustificare la guerra, ma il diritto di non schierarsi, al fine di considerare i diversi interessi in campo, e operare da mediatori. È troppo facile dire che Putin è un mostro e questo è il motivo della guerra, e che chiunque la pensa diversamente non sa quello che dice. Facile, ma a me non sembra affatto convincente.

Cliccando sul logo "cc", è possibile attivare o disattivare i sottotitoli in inglese. Cliccando il quadrato dopo il logo YouTube, è possibile attivare o disattivare la visione del video a schermo intero.

Maurizio Proietti iopropars

 

martedì 12 aprile 2022

Video-poesia con testo e commento "Sulle Ali del Sogno"



       


"Sulle ali del sogno"
è il titolo 
di una mia poesia 
con la quale 
la casa editrice Dantebus 
ha realizzato 
una video-poesia,
con immagini e musica. 
Trovo che questa poesia
descriva bene
la mia poetica,
e per questo
pubblico il video
sul presente blog,
e ne riporto il testo.

                                        

                                           Sulle ali del sogno
            

Altrove è il mio pensiero

Distante da un presente, in cui

Dimora da straniero

E quindi altrove si rivolge,

Ad altre terre,

Ma non per questo perso

Nell’illusione, ma piuttosto

Mosso dall’aspirazione al cambiamento.

Proteso a realizzare

La sua speranza, ora 

Che è tornato a credere,

Di potere pervenire

Alla meta dei suoi sogni.

Oriento allora il mio intelletto 

Verso un altrove senza un dove.

Un altrove verso cui

Da solo non mi posso incamminare.

Un altrove che ha bisogno,

Perché si possa realizzare,

Di essere da altri pensato e condiviso.

Un altrove senza un dove perché è un modo 

Diverso ed altro di pensare ed essere.

Un altrove dunque che sia semplicemente, forse

Un modo d’essere più umani.

Maurizio Proietti iopropars




Ho detto che descrive la mia poetica, e intendo che descrive quella che per me è la funzione del mio poetare.

In sintonia con alcuni approcci del pensiero filosofico contemporaneo alla comprensione della natura dell'opera d'arte, io vedo in essa la fondazione della cultura all'interno della quale ci muoviamo, ovvero sentiamo e pensiamo.

L'opera d'arte è creazione, ma creazione dotata di senso. E questo senso è un senso che precede il pensiero logico. È così che l'opera d'arte stabilisce un universo emotivo condiviso, anche se non è l'unico mezzo con cui questo universo viene posto in essere. Questo universo è quel comune sentire che fonda la possibilità di una vita sociale.

Il liberismo economico, trasformato in ideologia sociale, afferma che la competizione sociale è ciò che determina la spinta alla produzione che sostiene il sistema economico. Per queste argomentazioni, sempre di più, la società in cui viviamo viene organizzata in funzione della competizione sociale, pur cercando di stemperarla nei suoi aspetti più crudeli, attraverso il cosiddetto Stato sociale. Tuttavia, se ci si pensa, è facile comprendere che il sentimento che permette la vita sociale è l'amore.

Questo io penso, che l'opera d'arte, anche quando rappresenta il male, come può essere il quadro di Picasso "Guernica", è un atto d'amore che nasce da un sentimento d'amore, e tende a riportare all'amore.

Pubblico qui sotto un video di meno di 4 min. da YouTube, su questo celebre dipinto di Picasso, appena citato.





                                   

domenica 3 aprile 2022

I bravi ragazzi

    I bravi ragazzi



I bravi ragazzi sono anche belli.

Ma sì che i bravi ragazzi sono belli.

Noi invece non eravamo belli

Perché non eravamo bravi ragazzi.

E infatti non ci importava di essere belli,

E non ci importava di essere laccati.

E magari si esagerava pure in questo senso,

Anche se poi 

Noi stessi per primi si scherzava

Su chi proprio esagerava; 

A noi piaceva anche fare autoironia.

Ma noi non potevamo essere bravi ragazzi

Perché contestavamo lo Stato.

Ma adesso che hanno rimesso le cose a posto,

Giustamente 

Qualcuno di coloro

Che ancora ricordano quegli anni

Ancora ci accusa.

Sì perché ci saremmo dovuti stringere 

Intorno allo Stato,

E anche noi

Avremmo dovuto fare scudo per difenderlo,

Quando valorosamente ha combattuto 

Contro il terrorismo.

E ora ci accusano con la stessa accusa

Di quella che allora ci rivolsero,

Quando facemmo risultare chiaro 

Che eravamo fiancheggiatori,

L’accusa appunto che era ed è quella

Che eravamo conniventi con coloro che sparavano,

Così che dunque

Eravamo anche noi colpevoli.

E ora che quel movimento di pensiero è dissolto,

Risulta ancora più evidente

Che allora c’erano solo lo Stato e il terrorismo

Che si fronteggiavano,

E nessun’altra realtà sociale

Che è stata repressa durante questo scontro,

Col pretesto di questo scontro.

Però non è che noi ora si affermi che allora

La parte giusta non si capiva quale fosse,

Allo scopo di giustificarci.

No perché senza alcun dubbio

Né io né altri di quegli zozzoni che eravamo

Siamo ancora convinti di aver sbagliato.

Perché se questi che ci accusano sanno 

Che ovviamente la parte giusta era lo Stato,

Io ad esempio ancora oggi

Che quello Stato fosse giusto

Non ne sono affatto convinto.

La prospettiva storica che assumo,

La storicizzazione di quegli anni, 

Che a mio avviso va fatta,

È di riconoscere che uno scontro ideologico

In quegli anni c’è stato.

E una parte di coloro che contestavano lo Stato

Ha scelto la via del terrorismo.

Ma anche una parte

Ha voluto esacerbare la violenza di piazza,

Non più finalizzata 

A difendere il diritto di manifestare

Ma ad arrivare allo scontro.

E noi altri, 

Che pure c’eravamo

Con le nostre idee e la nostra ricchezza,

E che appunto non eravamo bravi ragazzi,

Sostenevamo che quello non era il modo giusto

Perché otteneva solo di giustificare

L’azione repressiva dello Stato,

E a questo ci siamo dovuti limitare

Perchè altro non potevamo fare.

Per questo avevamo coniato lo slogan

“Né con lo Stato, né con le BR”,

E non lo consideravamo un discorso

Che non teneva in conto i morti ammazzati,

Perché il nostro discorso intendeva

Che la violenza di entrambe le parti

Non fosse giustificata,

Perché sostenevamo che violento 

Fosse appunto anche lo Stato.

Ma noi stessi

Non ci consideravamo non violenti,

Come non violenti non erano stati coloro,

Così pensavamo,

Che avevano combattuto la guerra partigiana,

Che noi pensavamo, come io penso tuttora, 

Che invece fosse stata una violenza giustificata.

Io penso che nemmeno i bravi ragazzi 

Siano poi non violenti,

Anche se però loro si tengono a galla

Nelle acque torbide e melmose 

Di questa palude nebbiosa 

Che porta il nome di Stato.

Così che se molti di noi ancora non riconoscono

Che a contestare lo Stato abbiamo avuto torto,

Tu guarda se magari non potrebbe essere

Che le maggiori libertà 

Di cui godono ora i bravi ragazzi,

Non siano anche l’indiretto risultato

Di quello scontro ideologico che c’è stato.

Guarda se non potrebbe essere 

Che certi cambiamenti di costume 

Che ci sono stati,

Non li si sia lasciati prendere piede

Per smorzare lo scontro,

Ma con una società che ne è derivata

Che ugualmente ora come allora 

Non è una società giusta.

E io 

Che ora sono un rifiuto sociale

Continuo a non essere un bravo ragazzo,

Ma anzi è proprio su questo 

Che fondo la mia speranza,

La mia possibilità di propormi agli altri 

Come fattore di cambiamento,

Che è il modo che ho ritrovato 

Di pormi in relazione 

Al contesto umano che mi circonda,

E che mi sembra il fulcro di un processo 

Di autoguarigione.

Io aspiro a fare la mia parte nel realizzare

Una società in cui non si alienino gli individui

Della possibilità di costruire

In prima persona il proprio destino,

Fondando un’identità personale e sociale

Che vada oltre l’essere produttori e consumatori.

Io lo chiamavo negli anni della mia giovinezza

“Diritto all’autodeterminazione dell’individuo”,

Che non è cosa da bravi ragazzi,

Perché i bravi ragazzi non si fanno domande

O pensano che la legge dello Stato 

Rappresenti la giustizia,

Mentre invece 

Chi non è un bravo ragazzo la giustizia la ricerca

Anche al costo di pagare molto duramente 

Per la propria ricerca, perché poi finisce 

Come minimo con l’essere un perdente 

Nella competizione sociale.

Chi non è un bravo ragazzo ricerca la giustizia

Perché non la trova 

Nel perbenismo ipocrita e spietato

Dei vecchi e ora nuovi benpensanti.


Maurizio Proietti iopropars


Favorevole a legalizzare l'ora

Vignetta di Maurizio Proietti iopropars Favorevole a legalizzare l'ora Pensavo ai miei amici di quando ero giovane, quando mi è venuta i...