martedì 24 maggio 2022

Josè Martì, un poeta in cui mi ritrovo.

Josè Martì (1853-1895), eroe nazionale cubano, è un poeta in lingua spagnola, nel quale io mi ritrovo. 

Così semplice e diretto, ma così capace di proporre contenuti importanti, che portano l'animo al cambiamento, in chi leggendo poesie si vuole arricchire, ovvero migliorare sé stesso.

Così, se dico che in lui mi ritrovo, intendo che mi aiuta in quella ricerca di me stesso che io mi prefiggo, e che è anche autodeterminazione, scelta e persecuzione della direzione verso cui orientare il mio sviluppo. 

La prima sua poesia in cui io mi sono imbattuto, appartiene alla raccolta "Versos sencillos" del 1891, in cui porta il numero 39. 

Questa poesia è stata tradotta e messa in musica da Sergio Endrigo, ed io ebbi modo di ascoltare la canzone da lui ricavata da questo testo, alla fine del film "La Rimpatriata", di Damiano Damiani, con Walter Chiari. Riporto il video con la canzone da YouTube per chi volesse ascoltarla.



Il motivo che mi ha spinto a scrivere questo post è che in rete ho letto commenti e spiegazioni di questa poesia, che a me sembra che banalizzino il testo della poesia. Intendo dire sia commenti in italiano che in spagnolo.

Sentire dire che questa è una poesia sull'amicizia e sul porgere l'altra guancia, richiama alla mia mente il perbenismo benpensante, che tutto assorbe ed appiattisce. Per un benpensante, l'opera d'arte è come un qualsiasi gioco del settimanale di enigmistica, e quello che bisogna fare è di capirne il significato, e in questo modo, uno è una persona colta.

Riporto il testo spagnolo, e poi la traduzione che io stesso ho dato.

Cultivo una rosa blanca
En julio como en enero,
Para el amigo sincero
Que me da su mano franca.
Y para el cruel que me arranca
El corazón con que vivo,
Cardo ni oruga cultivo;
Cultivo la rosa blanca.

Coltivo una rosa bianca
In luglio come in gennaio,
Per l'amico sincero
Che mi dà la sua mano franca.
Per il crudele
Che mi strappa il cuore mio stesso
Col quale vivo,
Né cardo né ortica coltivo;
Coltivo la rosa bianca.

Non è semplicemente il porgere l'altra guancia, perché qui il poeta non parla di un'offesa moderata, simboleggiata dallo schiaffo, ma del "crudele che gli strappa il cuore con cui vive". Io nella mia traduzione ho evidenziato il peso dell'offesa subita, perché il poeta non dice solo che il crudele gli strappa il cuore, ma il cuore con cui vive. Parla di qualcuno che lo fa soffrire al punto da togliergli la vita. Ecco allora che l'amore puro che egli coltiva in ogni condizione, gli permette di continuare a vivere e di distogliersi dal ricercare la vendetta. "Ecco allora" io dico, perché coltivare la rosa bianca viene posto come alternativa conclusiva.

È una poesia fortemente cristiana che esalta l'amicizia come fonte di vita e di pace.

Che poi questo sia il pensiero di questo poeta si trova conferma nella poesia numero 35 della stessa raccolta.

¿Qué importa que tu puñal
Se me clave en el riñón?
¡Tengo mis versos, que son
Más fuerte que tu puñal!
¿Qué importa que este dolor
Seque el mar y nuble el cielo?
El verso, dulce consuelo,
Nace al lado del dolor.

Che importa che il tuo pugnale
Sia conficcato nei miei reni?
Ho i miei versi, che sono
Più forti del tuo pugnale!
Che importa che questo dolore
Il mare prosciughi e oscuri il cielo?
Il verso, dolce consolazione,
Nasce al fianco del dolore.

Maurizio Proietti iopropars

lunedì 16 maggio 2022

La #pace ha bisogno di #verità. #Paceproibita

 L'attuale conflitto bellico tra Russia e NATO, nella devastata Ucraina, determina in me maggiore urgenza di riflettere sull'iniqua distribuzione delle ricchezze e dunque del potere, in Italia come nel resto del mondo. Pervertire la giustizia e il diritto, genera conflitto. Chi detiene il potere confonde la verità, in modo che chi è spinto, anche se non costretto, a infrangere le regole, non trovi sostegno, anche se è in parte vittima del sistema. È come giocare al casinò. Non è che i giochi del casinò siano truccati; è che le regole sono tali per cui i gestori del casinò sono gli unici che guadagnano sempre. Ecco, io sono stufo di vivere nel casino.

Vorrei proporre ai lettori del mio blog due brevi video. Sono le registrazioni di due interventi all'iniziativa #Paceproibita, organizzata da Michele Santoro. Il primo, della durata di 6':50", è di Sabina Guzzanti. Nel secondo, della durata di 4':47", Elio Germano legge Gino Strada. Io mi riconosco in entrambi gli interventi, che sono in linea con le perplessità e le idee che io stesso ho espresso nel presente blog.

La mia personale opinione è che i reali motivi di questo conflitto bellico russo-ucraino vengano taciuti sia dai governanti russi che da quelli ucraini ed europei e americani. È molto verosimile che il Dombass sia così conteso perché ricco di metalli rari necessari all'alta tecnologia. Che tuttavia vi sia anche un conflitto etnico in corso, mi sembra che sia evidente. Per fare una guerra, occorre che essa sia negli interessi di chi la finanzia, ma anche dei poveri disgraziati che la combattono.

Il punto è che se non vi fossero gli interessi di chi la finanzia, gli interessi dei poveri disgraziati che la combattono potrebbero essere oggetto di una mediazione che porterebbe a un compromesso soddisfacente per tutti e, senza alcun dubbio, più umano che scannarsi a vicenda. Se però noi inviamo una spropositata quantità di armi e neghiamo che qualsiasi conflitto etnico sia presente in Ucraina, questo a mio avviso vuol dire che siamo parte belligerante. Ma noi chi? Io no dicerto, ma neanche molti altri poveracci come me. 

Quello che io dico è che vanificare l'ordine democratico - ovvero il potere condiviso - con l'astuzia, con l'inganno, e con il sotterfugio, sarà magari meno cruento che sovvertirlo con la violenza, ma è comunque un abuso, una sopraffazione, e conduce comunque, indirettamente, ad altre forme di crudeltà.

La mia valutazione della società italiana - ma questo sarà vero in altre forme, anche negli altri paesi europei e negli Stati Uniti d'America - è che la società italiana è una società clientelare. 

 Ora, per quanto questa è una circostanza che quasi mai viene spiegata a chiare lettere, lo Stato fascista è l'istituzionalizazione del clientelismo. A capire questa circostanza ci si può arrivare analizzando cosa era e come era organizzata la società italiana durante gli anni della dittatura fascista.

Il punto essenziale, nel presente momento storico in occidente, è che il clientelismo non è istituzionalizzato, per cui è possibile arrivare a una più equa distribuzione del potere e delle ricchezze, tramite la pacifica  "denuncia sociale", ovvero attraverso l'analisi condivisa dei meccanismi che regolano la distribuzione del potere. 

Alla base di tutto vi è una sproporzione così grande nella distribuzione delle ricchezze, che non è possibile che non produca inquità nella distribuzione del potere. Questa iniquità in una spirale perversa, va a sua volta ad amplificare la sproporzione nella distribuzione delle ricchezze.

Avere e potere sono due elementi fra loro intrecciati, e occorre che le masse dei meno abienti ne prendano coscienza.

Il problema è che per giungere a questo occorrerebbe più gente matura e meno gigioni. Il problema è che la maggioranza delle persone parla ed esprime opinioni esclusivamente per costruirsi un'immagine sociale. In parole povere si atteggiano e basta.

Tuttavia anche il fenomeno sociale di una scarsa autenticità diffusa nella nostra società, è un fenomeno culturale relato all'organizzazione sociale che viene prodotta, rivolta all'organizzazione della produzione e alla distribuzione dei beni di consumo. Io non credo che l'organizzazione della produzione, e la società che al servizio di questa viene strutturata, determini univocamente l'individuo, ma di certo privilegia alcune sue scelte a discapito di altre.

A me sembra che la situazione intorno a me sia piuttosto drammatica. La stessa dimensione dell'autenticità è stata assunta da coloro che si atteggiano, come fattore di cui farsi fregio. C'è una persona che io conosco, che è certamente tra i più atteggioni privi di spessore morale che io abbia mai conosciuto, che ha aperto un gruppo su WhatsApp, insieme ad altri fasulli come lui, e forse insieme anche a qualche sprovveduto, e l'hanno chiamato "Gente Vera".

Come emerge dalle analisi del gigantesco pensatore danese Soren Kierkegaard, vi è una dimensione estetica nell'operare umano, e una etica. Lui vi aggiunge anche quella morale, che insorge quando la persona che si muove sul piano etico si accorge della condizione disperata della propria scelta etica, e trova stabilità e fondamento nella fede. Al di là di questa dimensione morale, in cui io tuttavia mi ritrovo ad essere, è importante tuttavia che ciascuno di noi si rivolga autenticamente a perseguire valori etici, interrogandosi anche su questa autenticità, ovvero sul fatto di perseguire i propri valori etici in modo disgiunto da ogni interesse personale.

Il bene va amato per sé stesso, al di sopra dell'amore che si ha per sé stessi. Questo riassume appieno il cristianesimo nel suo comandamento più grande, di amare Dio al di sopra di tutto, e nell'altro, che direttamente da esso discende, di amare il prossimo come sé stessi.

Tra i video di questo convegno Pace Proibita, ho visionato anche interventi di persone che autentiche non mi sono apparse affatto, e mi sono sembrate invece alla caccia di successo, e pertanto tese ad occupare una nicchia ecologica non ancora intensamente sfruttata dalla concorrenza. Come dire che così va il mondo. L'antidoto è imparare a pensare con la propria testa. Non abbiamo bisogno di leaders, ma di pensare e decidere autonomamente, accettando sempre anche il confronto con gli altri.

                               Maurizio Proietti iopropars





sabato 7 maggio 2022



           

                      Oltre me stesso

Ciò che avrebbe potuto essere
E non è stato,
Ciò che è stato disprezzato,
Non per questo non esiste
Più nella mia mente.
Non per questo più non può
Essere presente
In me, nella mia persona, 
In ciò che sono io.
Ma è anzi quello che mi spinge,
Che richiede
In me l'impegno di portare
Ciò che mi circonda al cambiamento,
Affinché possa trovare
Io piena espressione di me stesso.
Ma se non io
Altri almeno                                                   
Che dopo di me verranno
Coi mie stessi sentimenti,
Perché possano trovare loro,
Questi sentimenti,
Un posto in questo mondo.
Così che nel mio canto
Oltre me stesso,
Nella fede si espande la mia mente. 
                            
Maurizio Proietti iopropars 





                                                    
                                                 



lunedì 2 maggio 2022

Consigli d'amico


Consigli d'amico





Una cosa che sconsiglio a tutti è di mettere il cellulare nel tostapane. È un'esperienza orribile, non fosse altro per l'odore, ma non solo. Per capirsi, è più o meno la stessa cosa di quando provi a cuocerlo in forno. Ma mi hanno detto che se provi a scaldarlo in padella, per il fatto che ci stai più vicino, è pure peggio. 

Ora non è che io do questo consiglio solo a quelli che leggono il mio blog, perché a mio avviso non lo dovrebbe fare nessuno. Però chi legge il mio blog, anche per questi consigli risulta avvantaggiato.

                                                            Maurizio Proietti iopropars

venerdì 29 aprile 2022

Ucraina, autodifesa, minerali rari e salute


Insomma dai, lo sanno tutti che per una sana alimentazione sono necessari anche i minerali oltre alle vitamine. Ma procediamo con ordine.

Qui sembra che io come una manciata di altri scellerati, al grido di "pace", vogliamo negare il diritto all'autodifesa a un popolo aggredito - nella fattispecie il popolo ucraino - e fatto vittima di un'ingiustificata, e dunque oltremodo criminale, invasione del proprio territorio nazionale. Tutto il resto del mondo civilizzato reagisce invece indignato, inviando massicce quantità di armamenti. In questo modo, anche, un'assoluta novità fa capolino nella storia, mostrando che la solidarietà unisce i popoli come gli individui di fronte all'ingiustizia.

 Tuttavia, a me sembra che non sia del tutto corretta, l'informazione che  dai mass media viene data al pubblico, ovvero ai cittadini, sostanzialmente agli elettori. E per questo torno e ritorno a spendermi sull'argomento. 

In una realtà sociale così generosa, io sono certo che sarà perdonata anche la mia ironia sull'importanza dei sali minerali per la salute, sebbene, forse, più che quei minerali lì, sono coinvolti i minerali necessari all'alta tecnologia. Dire che con la prevista evoluzione dell'intelligenza artificiale - destinata al progressivo controllo della vita produttiva e dei trasporti - questi minerali sono di estrema importanza strategica, è dire poco. Si tratta di un settore vitale per le economie avanzate.

Ciò che sostanzialmente mi ha messo di più in allerta è il fatto che le richieste che la mediazione verso la pace prenda il posto dell'invio di armamenti, vengono fatte apparire assolutamente demenziali, perché appunto le armi sarebbero necessarie a garantire il diritto all'autodifesa. 

Diamo dunque un'occhiata di assaggio alla quantità di armi già inviata. Su SkyTg24 leggiamo:

 "La quantità impressionante di armi inviata dagli Stati Uniti all'Ucraina potrebbe aver depauperato le scorte americane. Secondo il think tank di Washington Center for Strategic and International Studies, gli Usa avrebbero fatto fuori un terzo delle loro scorte di Javelin e un quarto di quelle di Stinger e ci vorranno dai tre ai cinque anni per rimpinguarle"

Di seguito il link https://tg24.sky.it/mondo/2022/04/14/armi-nato-ucraina#05

Anche Il Giornale riporta una quantità impressionante di armi da vari paesi nato https://www.ilgiornale.it/news/mondo/armi-nato-sono-kiev-zelensky-chiama-putin-non-temo-2028729.html

Qui sembra che ci si giochi appunto il tutto per tutto.

La descrizione di questa quantità di armamenti viene data come prova della gara di solidarietà internazionale verso il popolo ucraino. Un punto tuttavia che molto fomenta i miei dubbi sulla correttezza dell'informazione, è che viene troppo spesso taciuto o volutamente ignorato che in Ucraina, prima dell'invasione russa, era in corso una guerra civile.

Di seguto propongo ai lettori del mio blog, un frammento della trasmissione Otto e Mezzo, della durata di meno di 4 min. La giornalista russa Nadana Fridrikhson sostiene che la guerra non sia stata iniziata dalla Russia ma che "è iniziata con le provocazioni Maidan" sostenute dagli Stati Uniti. Da 01:08 a 01:46 minuti circa della registrazione Lilli Gruber le risponde che la stragrande maggioranza degli ucraini non vuole i russi sul loro territorio. Questa giornalista, Lilli Gruber, altre volte così attenta, parla ignorando completamente le differenze etniche o etnico-linguistiche all'interno del popolo ucraino. Quello che io sapevo era dell'esistenza di una cospicua minoranza russofona in Ucraina, però concentrata in alcune regioni. Io avevo sentito che, effettivamente, prima dell'invasione russa era in corso una secessione, e dunque, una guerra civile.

Vorrei proporre due video in cui mi sono imbattuto su YouTube. Uno sulla storia dell'Ucraina sino alla recente invasione russa della durata di un'ora circa, l'altro sul massacro di Odessa nel 2014 della durata di circa mezz'ora. Forse iniziare con quello sul massacro di Odessa è più interessante. Non affermo che questi video siano assolutamente veritieri, e anzi più volte mi lasciano insoddisfatto perché non citano la fonti. Dico tuttavia che non mi è sembrato che vi siano eccessive forzature in un senso o nell'altro, alla luce di informazioni che già avevo raccolto prima dell'inizio dell'invasione russa. Come base di partenza per ulteriori approfondimenti, per chi fosse interessato, possono andare bene.





La prima reazione all'invasione russa dell'Ucraina da parte dell'Europa dei diritti umani, è stata di censurare la stampa russa, come ho riportato in un mio precedente post nel presente blog.

 https://draft.blogger.com/blog/post/edit/5597793186972159761/4757495624572212134 

Ora non c'è stato alcun rappresentante di alcun partito che si è espresso contro questa decisione, da cui io fortemente dissento, a riprova che il mio diritto di voto non conta, perché non ci sono partiti politici che portano avanti questa istanza del tutto legittima, quale a mio avviso è quella di evitare il ricorso a qualsiasi forma di censura.

Poi è iniziato il vociare di uno scandalo senza precedenti per questa aggressione militare, mentre il presidente dell'Ucraina Zelensky, ripete spesso che Putin non si fermerà all'Ucraina, e una volta conquistata l'Ucraina si rivolgerà alla conquista di altre nazioni.

Io non sostengo che siano eroi i russi che intervengono in favore delle minoranze russofone, né che siano eroi i paesi NATO che inviano armi alla popolazione ucraina. Io dico che gli interessi economici, verosimilmente, muovono sia l'una che l'altra parte, e che è giusto muoversi pacificamente come cittadini, allo scopo di richiedere che il nostro paese come il resto dell'Europa, si facciano promotori di una pace negoziata. 

Riporto di seguito due link a un quotidiano e una rivista che riportano le ricchezze del Donbass a cui mirerebbe Putin. Sì, dico io, Putin come pure i nostri governanti, che io non sono affatto convinto che facciano gli interessi dei propri elettori, o per lo meno esclusivamente gli interessi dei propri elettori. Mi sembra che non si sentano nemmeno poi tanto loro rappresentanti. E mi sembra che se è vero che chi ha visibilità sui media gode di libertà di espressione in misura abbastanza ampia, questa libertà sia comunque una libertà condizionata, e che in questo momento, su un punto, vi sia un ordine tassativo: "Non vi è alcuna minoranza russofona in Ucraina". Sì, vi è eccessiva uniformità su questo punto.

Ecco i link per le ricchezze del Dombass.

https://www.startmag.it/economia/ecco-industrie-e-terre-rare-del-donbass-su-cui-punta-putin/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/18/il-tesoro-nascosto-del-donbass-sottosuolo-ricco-di-terre-rare-essenziali-per-lhi-tech-uranio-cobalto-il-ritorno-economico-che-fa-gola-a-putin/6561890/


In ultimo riporto un altro video su quella guerra civile, che può essere anch'esso una base di partenza per ulteriori approfondimenti.




giovedì 28 aprile 2022

Dario D'ambrosi su "Medea" al Teatro Argentina


































Certamente non temo di esagerare se dico che "Medea" di Euripide, per la regia di Dario D'Ambrosi, al Teatro Argentina di Roma il prossimo19 Maggio, è un evento di veramente grande portata; a mio avviso una rappresentazione assolutamente da non perdere.
Riporto di seguito una presentazione dello spettacolo, che il regista Dario D'ambrosi mi ha rilasciato personalmente, non senza cogliere l'occasione per ringraziarlo pubblicamente per la sua cortesia.

 Mettere in scena ai giorni d’oggi la Medea è una responsabilità doppia. Non solo perché devi mettere in scena un classico della tragedia greca, e tutti i classici veramente ripropongono i temi dei giorni d'oggi in un modo molto schietto, molto forte, molto visivo. Ma è doppia la responsabilità perché in questo momento storico il problema del femminicidio è assolutamente alto. Questo non è il caso di Medea, perché in qualche maniera è Medea che ammazza i propri figli. Ma alla base c'è sempre un fatto patologico, un fatto di crisi esistenziale, un fatto di integrazione, un fatto di potere. Giasone vuole un potere che dia più forza alla sua personalità, che gli dia più potere agli occhi degli altri, perciò non ci pensa due volte ad abbandonare la sua Medea per mettersi con Glauce, e ha una nuova sposa giovane e per Medea questo è qualche cosa di veramente insopportabile. Perciò è una grande responsabilità perché sono temi che al giorno d'oggi si affrontano quotidianamente, e con gli eventi che si susseguono tutti i giorni è difficile dare una risposta. Perciò l'idea mia di mettere insieme la Medea, è poter rappresentare un qualche cosa su cui il pubblico possa riflettere e dare la sua risposta. Io non ho risposte. Non sono uno psichiatra e neanche un terapeuta. Però come regista, come responsabile culturale, faccio il lavoro che dovrebbe fare un teatrante: mettere sul tavolo la verità, e far confrontare, e fare specchiare, diciamo, il pubblico su questa verità. La Medea, io lo trovo un testo molto forte, molto originale. 

Devo dire che i ragazzi della Compagnia del Teatro Patologico, che l'hanno rappresentata in tutto il mondo, da New York a Londra, a Tokyo, a Johannesburg, Milano e Roma… hanno sempre dato il massimo per poter veramente rappresentare un'opera originale come quella di Euripide.


Dario D'Ambrosi


Per chi fosse interessato all'acquisto dei biglietti riporto di seguito il link https://teatrodiroma.vivaticket.it/it/event/medea/179795





lunedì 25 aprile 2022

Buon 25 aprile a tutti coloro

 


Buon 25 aprile 

A tutti coloro che pensano 

Che la liberazione venga dall'impegno quotidiano

Come la costruzione di una società civile.

Buon 25 aprile per ricordare,

Ma cerchiamo anche di ricordare

Che i nemici 

Della libertà sono sempre in agguato

E che forse anche oggi

Hanno intorbidato le acque. 


Con questa canzone vorrei ricordare quando il 7 luglio del1960 morirono 5 persone a Reggio Emilia e 4 a Palermo e Catania, uccise dalle forze dell'ordine, a cui l'allora presidente del consiglio Tambroni aveva dato libertà di aprire il fuoco in situazioni di emergenza.

https://www.anpireggioemilia.it/agenda-della-resistenza/1960-7-luglio-eccidio-reggio-emilia/ 

Maurizio Proietti iopropars


Favorevole a legalizzare l'ora

Vignetta di Maurizio Proietti iopropars Favorevole a legalizzare l'ora Pensavo ai miei amici di quando ero giovane, quando mi è venut...