lunedì 28 aprile 2025

Il ritorno

Ischia da Minturno al tramonto
foto di
Maurizio Proietti iopropars


Il ritorno

In lontananza Itaca io guardo,
Ma non poi così distante,
E le dico, "Il momento
È certamente vicino, in cui
A te farò ritorno,
E nuovamente avrà il mio piede
Sostegno dal tuo suolo.

Maurizio Proietti iopropars 

L'identità e l'origine

In cos'altro possiamo trovare sostegno, se non in ciò da cui noi si trae origine? O, per fare chiarezza sulla domanda, cosa meglio può sostenere una vita, di ciò che quella vita ha generato? Dove meglio essa trova accettazione, che nelle condizioni in cui essa è riuscita prodursi?

Poi, dopo essere nato, ogni vivente si evolve, e anche di altro, oltre a ciò da cui riceve nutrimento all'inizio della sua esistenza, viene ad avere bisogno, come il bambino che cresce, e di altri nutrimenti ha bisogno, oltre al latte materno.

In tal modo, se la pianta nata dal seme inizia a produrre radici che scavano nella terra, ogni animale è portato ad allontanarsi in certa misura dalle condizioni in cui la sua vita ha avuto origine.

Ora appare evidente che nulla di ciò che abbia avuto un'origine, a  sé stesso origine possa aver dato, poichè non essendo nulla prima di essere, a nulla origine poteva dare. 

Poi appare ugualmente evidente che nulla di ciò che è, possa essere diverso da ciò che è, sebbene possa nel tempo divenire diverso, ovvero possa cambiare. 

Dunque, tutto ciò che è, trova solo in sé stesso la sua propria identità che è il suo fondamento, l'unico modo in cui gli è possibile essere, e che esso trova, che gli sia dato. 

Ma solo nella sua origine, il fondamento di ciò che è, ovvero la sua identità, trova sostegno; appunto perché la sua origine, è la possibilità che determina la sua esistenza; ciò, che lo ha prodotto, e quindi ancora prima, lo ha reso possibile.

Il ritorno è dunque ritorno, alla possibilità della propria esistenza, da cui è possibile il nostro divenire.

Ora questo vi chiedo: noi non ritroviamo noi stessi, quando noi stessi riusciamo a comprendere?

È questo il grande ritorno.

Così, cosa affermo? Con Eraclito affermo che il Logos presente nell'essere umano, è generato dal Logos presente nell'universo e che l'universo governa.

Così sta scritto, "I cieli e la terra sono ricolmi della tua Gloria". Così anche infatti sta scritto, che il settimo giorno si riposò. Come pure che il Logos era con Dio e il Logos era Dio, e che tramite suo tutte le cose furono fatte, e senza di lui nulla fu fatto, di quanto è stato fatto. 

A Dio sia resa la lode. 

                               Maurizio proietti iopropars


 


domenica 20 aprile 2025

Buona Pasqua 2025

Promessa di Pace
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars 


Misteriose sono talvolta le vie del nostro Signore,
ma non per questo meno ricolme di Speranza,
perché sempre in esse possiamo intravedere
il Suo messaggio d'Amore,
e la Sua promessa di Pace.



La Luce risplende nelle tenebre 

Ma le tenebre non l'hanno ricevuta. Così sta scritto e questa è appunto la condizione del mondo. I cristiani hanno vinto il mondo ma la loro vittoria non è manifesta al mondo, che vive nelle tenebre. 

Io sono convinto che sia una frode quella che mi hanno insegnato a scuola, nell' istituto religioso che frequentavo alle elementari, quella che a un certo punto della storia le persecuzioni contro i cristiani sono cessate, e il cristianesimo si è affermato nel mondo. Sarebbe stato secondo loro, con l'imperatore Costantino. Figuriamoci.

Con Costantino, per come io la vedo è caduto l' Impero Romano. 

Massenzio, ultimo imperatore romano, moriva annegando nel Tevere, sconfitto dal bretone Costantino, tramite un espediente militare piuttosto abietto, "in hoc signo vinces"; sicuramente abietto, considerando che il cristianesimo era molto diffuso anche tra le truppe del generale Massenzio, che stava tentando il tutto per tutto in difesa di Roma. Dalle notizie a noi giunte si narra che Costantino fosse nel diritto alla successione imperiale, ma anche ammesso, lo stesso Giulio Cesare, nelle condizioni estreme che dovette affrontare, fu costretto a passare il Rubicone con le legioni.

Su come lo stato di diritto sia venuto a cadere in affermazione del diritto, nel popolo romano che affermò nel mondo la civiltà del diritto, c'è sicuramente da riflettere. Questo accade quando vi è la perversione del diritto.

È perversione del diritto, ad esempio, se approfittando del giusto sdegno e malcontento popolare contro questo tipo di crimine, vengono approvate leggi sulla violenza contro le donne, che permettono la condanna senza la circostanziata verifica delle accuse, e queste vengono usate per colpire qualcuno a causa delle sue idee politiche.

Il diritto è pervertito quando non è più al sevizio della giustizia.

Ma torniamo a Costantino. L'usurpatore, nota bene, quando si servì del segno della croce per combattere Massenzio, non era ancora cristiano, e forse si convertì al cristianesimo, forse, solo in punto di morte. Da un punto di vista cristiano questo tipo di pratica prende il nome di stregoneria. Infatti, subito dopo la vittoria, nonostante narrasse di aver avuto un sogno premonitore, non si convertì al cristianesimo. E nella sua opera di usurpatore, poi portò la capitale dell' Impero a Bisanzio, a cui poco romanamente diede il nome di Costantinopoli, dal suo proprio nome, e sciolse la guardia pretoriana, il cui compito era anche quello di decidere se il comportamento dell' imperatore fosse in accordo coi costumi romani.

Con la morte del ultimo Imperatore Romano Massenzio, cadeva la civiltà romana, ma certo il cristianesimo non trionfava, perché anche il cristianesimo veniva usurpato come era stato usurpato l' impero.

Si pensi solo al diritto bizantino, che è cosa totalmente diversa dal diritto romano. Con l'usurpatore Costantino, nasce una diversa concezione dello stato, e una diversa concezione della religione cristiana. La religione diventa supporto al potere statale. Viene poi a cessare la tolleranza verso tutte le forme di culto, che caratterizzava il diritto romano, per il quale certe forme di culto erano vietate ai cittadini romani perché contrarie ai costumi degli antenati, ma comunque permesse ad altri popoli. Nel diritto romano ogni individuo veniva giudicato secondo il diritto del popolo a cui apparteneva, e se questo minava l' uguaglianza di ciascuno di fronte alla legge, rispettava però le tradizioni di tutti i popoli. Migliori soluzioni per conciliare le due istanze non erano state trovate.

Analizzare la forma giuridica delle persecuzioni contro i cristiani è altra faccenda, che a mio avviso rientra comunque nel degrado della tradizione giuridica.

La stessa condanna a morte di Gesù, così come viene narrata nei vangeli, è un capolavoro di inciviltà giuridica, sia da parte giudaica che da parte romana. Il fatto di gridare da parte dei giudei, "Non abbiamo altro re che Cesare", dove si pesca nel torbido, non poteva che portare alla condanna a morte.

Il punto è che l' organizzazione del diritto non è un problema matematico, perché non può prescindere dall'organizzazione del potere politico, che è a sua volta legato all' organizzazione economica.

In tal modo io penso che se Karl Marx, quando afferma che la religione è l' oppio dei popoli, non afferma una necessità storica, certamente afferma una circostanza storica.

Io non credo che la suddetta circostanza possa essere applicata al cristianesimo nella sua realtà dottrinaria. Appunto con il trionfo dell' usurpatore Costantino, che approfittando della decadenza dell' Impero Romano, dovuta a motivi strutturali che erano emersi già prima di Cesare, poté effettuare un colpo di stato, vi fu al pari tempo la copertura del messaggio cristiano, come era stato predetto dal nostro Signore. 

Le tenebre ricoprirono il mondo, ai tempi di Costantino l'usurpatore, ma così il nostro Signore ha ammonito i suoi discepoli, "Se voi foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo". Ciò che il mondo ha amato ai tempi di Costantino, apparteneva al mondo, e in questo modo il nostro Signore chiama il suo oppositore, lo chiama il "Principe di Questo Mondo".

Tuttavia la Luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno ricevuta.

Si pensi alla lotta contro le eresie. La questione non è di stare ad analizzare gli errori dottrinali di questa o quell'altra setta o comunità. Il problema è che non vi è nulla di più eretico, da un punto di vista cristiano, del fatto di pensare di combattere le eresie con l'uso della forza. Insomma si è arrivati a bruciare viva la gente. Di fronte a una cosa del genere qualsiasi fraintendimento dottrinale, per quanto grave possa essere, mi sembra un'inezia.

Penso secoli dopo a quel Domenico di Guzman, venerato come santo. Di lui si dice che solo una volta assistette al rogo di un eretico. Ora è innegabile che sia meglio tentare di convincere anziché torturare. Ma se fosse stato realmente santo, come si pretende che per esserlo stato debba essere venerato, avrebbe denunciato senza timore come non cristiana, la pratica di perseguitare gli eretici per forzarli ad accettare quella che pareva essere la giusta dottrina. Se fosse stato santo avrebbe denunciato a chiare lettere l'orrore dottrinario di una pratica siffatta, e sarebbe stato disposto ad accettare il supplizio a testimonianza della propria fede, proprio come facevano i primi cristiani, che non solo non perseguitavano gli altri, ma accettavano serenamente il supplizio che quelli infliggevano loro.

Poi se mi si dice, "Meglio lui che certi altri... ", va bene, ne convengo, ma fino a proclamarlo santo, di strada ce ne passa. Come pure quella povera disgraziata di Giovanna D'Arco. Che posso pensare di lei? Poveraccia, pensa a come stava che vedeva l'Arcangelo Michele, e Santa Caterina, e Santa Margherita, che la esortavano a riconquistare la Francia. Però non posso credere che questo sia un messaggio cristiano, per cui mi rifiuto di venerarla come santa, anche se non penso che fosse una persona malvagia. Certamente meno cattiva di quelli che l'hanno bruciata viva. Ma pensa questi che potevano essere. Come fai a parlare dell'affermazione del cristianesimo?

D'altra parte, io penso che se Giovanna D'Arco fosse stata cristiana, se cioè avesse ricevuto istruzioni da Dio, avrebbe innanzitutto organizzato un'azione diplomatica volta a convincere l'allora cattolica Inghilterra a ritirarsi pacificamente. Si potrebbe obbiettare che quelle non erano le circostanze. Se qualcuno lo dicesse io sarei d'accordo, perché questo è proprio il punto centrale del mio discorso.

Il punto è che se io dico a qualche cattolico più tollerante che io non ho bisogno di pensare che la Madonna mi protegga, mi avvolga nel suo stellato manto e altro ancora, perché confido in Dio Padre nostro Onnipotente, nel suo Amore e nella sua Onnipotenza, se dico questo a qualche cattolico più tollerante, sono stufo di sentirmi rispondere che magari va bene lo stesso perché ognuno ha la sua fede. 

A Roma così si dice, questo mi raccontava mio padre, si dice che chi si raccomanda è un infame. Perché si dice o si diceva questa cosa riguardo alla fede? 

Insomma io credo fermamente che non è cristiano chiedere protezione alla Madonna o ai santi ma è cristiano confidare nell'aiuto di Dio. È cristiano credere di riceverlo. Io credo senza dubbio alcuno, che questo è il cristianesimo e solo questo è il cristianesimo.

Ora mi immagino diversi sacerdoti che ho conosciuto, veramente troppi di questo tipo per come lo sento, a chiedermi se mi rendo conto di come sono, che faccio polemica pure il giorno di Pasqua.

Eppure così sta scritto, " Lo zelo per la Tua Dimora mi consuma".

Io non faccio polemiche, ma pongo l'accento su cosa significa credere nella Resurrezione del nostro Signore. Chi può, ne faccia tesoro.

           Maurizio Proietti iopropars




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