martedì 24 dicembre 2024

Eresie

Eresie
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars

Eresie

Il problema sociale con le religioni, in particolare con quella cristiana, è dato da coloro che fanno leva sul sentimento religioso, per costringere gli altri a comportarsi secondo la propria volontà. Sono questi coloro che hanno perseguitato le eresie nel passato. A mio avviso, gli stessi, cercano al giorno d'oggi di privare chi si distacca dai loro insegnamenti, di qualsiasi visibilità; cosa questa che rende la pratica cristiana istituzionalizzata, ai nostri giorni, ancora più settaria che nel passato. 

In realtà il cristianesimo, quello insegnato dal Cristo Gesù, non solo non perseguitava nessun tipo di eresia, ma è stato perseguitato come dottrina eretica, e lo stesso Gesù è stato condannato a morire sulla croce come eretico. 

Inoltre, per focalizzare meglio la questione, Gesù ha anche fermato un tentativo di reazione armata da parte dell'apostolo Pietro, ammonendolo di rinfoderare la spada, dichiarando che il suo regno non era di questo mondo. 

Così, detto questo, cosa significa per me il Natale? 

Io questo ho letto che "...la Luce è venuta al mondo, ma gli uomini preferirono le tenebre alla Luce, perché le loro opere erano malvagie".

Maurizio Proietti iopropars


 

venerdì 20 dicembre 2024

L'istante d'estasi di Emily Dickson

 

Una precisa misura
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars


L'istante d'estasi di Emily Dickson


Ho voluto dare una mia versione in italiano di una poesia dell'intensa poetessa americana Emily Dickson - che riporto in seguito in questo post - perché come spesso mi accade, non mi ritrovavo né con la spiegazione, né con la traduzione che davano di questa poesia, in una pagina di un sito in cui sono andato a leggerla, quando l'ho trovata nel mio "feed". 

Mi piace leggere le altrui poesie, come mi piace senz'altro Emily Dickson, e così mi trovo spesso proposte di poesie nei suggerimenti del browser, e mi sono anche trovato di fronte alla prima strofa di una poesia di questa poetessa:


Per un istante d’estasi
noi paghiamo in angoscia
una misura esatta e trepidante,
proporzionata all’estasi.


Le prime righe della spiegazione che ne davano, mi hanno subito lasciato assai perplesso. Dicevano che questi versi ricordano quanto sia fugace la felicità e quanto dovremmo apprezzarla. E si dilungavano poi in quelle che mi sono apparse come spiegazioni su una supposta relazione mercantilistica sul bilancio tra gioia e dolore nella vita. Sono stato colto allora dall'angosciosa sensazione che chi spiegava i versi, come pure il traduttore, fossero incapaci di lasciarsi lacerare il cuore da una forte espressione di dolore, e ho voluto leggere il testo inglese, che ho tuttavia dovuto ricercare in un altro sito:

                                  For each extatic instant



For each extatic instant

we must an anguish pay
in keen and quivering ratio
to the extasy –

For each beloved hour
sharp pittances of years –
bitter contested farthings –
and coffers heaped with tears!

Vi ho sentito un grido di dolore amaro, pure così composto.
Ma la traduzione che segue - che è poi l'unica che ho trovato in internet - è stata quella che mi è venuta incontro, senza alcuna indicazione di chi fosse l'autore, nel sito dove riportavano il testo inglese:


                       Per un istante d'estasi

Per un istante d'estasi
noi paghiamo in angoscia
una misura esatta e trepidente,
proporzionata all'estasi.

Per un'ora diletta
compensi amari d'anni,
centesimi strappati con dolore,
scrigni pieni di lacrime.


Ho voluto allora tradurre da me stesso, perché ho sentito che quello che leggevo in italiano non corrispondeva a quello che provavo:
     

Per ciascun estatico momento 

Per ciascun estatico momento
Un'angoscia ci è dato di pagare
In esatta e trepidante misura
All' estasi-

Per ciascun' ora diletta
Precise miserie d' anni-
Al centesimo contese amaramente-
E scrigni ricolmi di lacrime!

Emily Dickson (nella traduzione di Maurizio Proietti iopropars)

Qui non si porta avanti una riflessione filosofica sul bilanciamento di gioia e di dolore nella vita umana. Si esprime una profondamente dolorosa, se pure compassata, constatazione su come dolorosa sia  la vita, e riguardo alla gioia, avara, tanto da farla pagare col dolore, in proporzione così fiscale, quanto terribilmente ingiusta. È un qualcosa innanzitutto da sentire, non un trattato su cui riflettere. È constatare quanto è avara di letizia la vita, ma riuscire anche a comunicarlo attraverso la poesia, ovvero rendere la sensazione di quello che si prova. Ma questa sensazione che la poetessa comunica, si perde a mio avviso in quella traduzione, che è forse la più accreditata, e ancora di più nelle spiegazioni che mi sono ritrovato a leggere, e che mi hanno fatto sentire in una certa misura, mi viene da dire, solo.

La mia impressione è che sempre di più col trascorrere degli anni, insieme alle trasformazioni climatiche, si vada anche perdendo nel mondo la compassione; e che per questo anche molti di coloro che parlano, per così dire ex cattedra, perdono il senso della poesia. Non si tratta di sfoderare chissà quale scienza interpretativa, ma di aprirsi al sentimento.

Io, riguardo alla vita, ho certamente un atteggiamento diverso da quello di Emily Dickson. Io ho ritrovato un equilibrio nell'esperienza del mio sentimento religioso, anche se questa è una cosa che avrebbe fatto storcere il naso a molti dei miei amici e compagni di lotta della "contestazione giovanile", che ha riempito la mia giovinezza e anche parecchi degli anni successivi. Ma è tuttavia qualcosa, che non solo non ha esaurito in me la volontà di operare per costruire un mondo migliore e più giusto, ma mi dà la forza di continuare ad infrangermi contro i muri dell'indifferenza e dell'ipocrisia, e dell'alienazione da sé; argini eretti contro il cambiamento. Mi ritrovo nelle parole di Jim Morrison: 

"Be always like the sea, than breaking up against cliffs it finds always the force to try again" 

(Jim Morrison)

"Sii sempre come il mare: piuttosto che contro gli scogli rompersi, trova sempre la forza di tentare ancora".

(Jim Morrison, nella traduzione di Maurizio Proietti iopropars)


Come il mare
(poesia di Maurizio Proietti iopropars)

Non è che sia scomparso

Dalla mia mente l'obbiettivo,

Ma che della vittoria

Non ho più bisogno,

Perché perseguendo la giustizia,

Anche nella sconfitta trovo

La realizzazione di me stesso.

In questo sono come il mare

Quando mi infrango contro i muri

Dell'indifferenza e dell'ipocrisia,

E dell'alienazione da sé stessi;

Argini questi

Costruiti contro il cambiamento.


Eppure comunque amo Emily Dickson, per il modo in cui riporta il proprio animo sensibile nel suo poetare. Amare per me in questo caso non è dare, ma saper ricevere da lei qualcosa; da lei che essendosi resa amabile, ha potuto in questo modo amare. E tuttavia proprio perché posso sentire la sua presenza, compiango la sua assenza. Credo che sia questo ciò che Ugo Foscolo ha chiamato, "corrispondenza d'amorosi sensi".

Maurizio Proietti iopropars



                                          


Er presepio - Trilussa

  Er Presepio - Trilussa V e ringrazio de core, brava gente, pè 'sti presepi che me preparate, ma che li fate a fa? Si poi v'odiate,...