Si può esprimere ciò che si prova, e condividerlo, sia dandone una semplice descrizione, sia attraverso forme artistiche che portino gli altri ad esperirlo in modo più diretto. Ora, certamente non è detto che si debba esprimere e condividere solo disagio. Tuttavia di condividere i propri disagi, a me sembra che talvolta vi sia maggiore necessità; forse perché le situazioni di disagio richiedono una risposta, e ci sembra bene elaborarne una collettiva.
Josè Martì (1853-1895), eroe nazionale cubano, è un poeta in lingua spagnola, nel quale io mi ritrovo.
Così semplice e diretto, ma così capace di proporre contenuti importanti, che portano l'animo al cambiamento, in chi leggendo poesie si vuole arricchire, ovvero migliorare sé stesso.
Così, se dico che in lui mi ritrovo, intendo che mi aiuta in quella ricerca di me stesso che io mi prefiggo, e che è anche autodeterminazione, scelta e persecuzione della direzione verso cui orientare il mio sviluppo.
La prima sua poesia in cui io mi sono imbattuto, appartiene alla raccolta "Versos sencillos" del 1891, in cui porta il numero 39.
Questa poesia è stata tradotta e messa in musica da Sergio Endrigo, ed io ebbi modo di ascoltare la canzone da lui ricavata da questo testo, alla fine del film "La Rimpatriata", di Damiano Damiani, con Walter Chiari. Riporto il video con la canzone da YouTube per chi volesse ascoltarla.
Il motivo che mi ha spinto a scrivere questo post è che in rete ho letto commenti e spiegazioni di questa poesia, che a me sembra che banalizzino il testo della poesia. Intendo dire sia commenti in italiano che in spagnolo.
Sentire dire che questa è una poesia sull'amicizia e sul porgere l'altra guancia, richiama alla mia mente il perbenismo benpensante, che tutto assorbe ed appiattisce. Per un benpensante, l'opera d'arte è come un qualsiasi gioco del settimanale di enigmistica, e quello che bisogna fare è di capirne il significato, e in questo modo, uno è una persona colta.
Riporto il testo spagnolo, e poi la traduzione che io stesso ho dato.
Cultivo una rosa blanca En julio como en enero, Para el amigo sincero Que me da su mano franca. Y para el cruel que me arranca El corazón con que vivo, Cardo ni oruga cultivo; Cultivo la rosa blanca.
Coltivo una rosa bianca
In luglio come in gennaio,
Per l'amico sincero
Che mi dà la sua mano franca.
Per il crudele
Che mi strappa il cuore mio stesso
Col quale vivo,
Né cardo né ortica coltivo;
Coltivo la rosa bianca.
Non è semplicemente il porgere l'altra guancia, perché qui il poeta non parla di un'offesa moderata, simboleggiata dallo schiaffo, ma del "crudele che gli strappa il cuore con cui vive". Io nella mia traduzione ho evidenziato il peso dell'offesa subita, perché il poeta non dice solo che il crudele gli strappa il cuore, ma il cuore con cui vive. Parla di qualcuno che lo fa soffrire al punto da togliergli la vita. Ecco allora che l'amore puro che egli coltiva in ogni condizione, gli permette di continuare a vivere e di distogliersi dal ricercare la vendetta. "Ecco allora" io dico, perché coltivare la rosa bianca viene posto come alternativa conclusiva.
È una poesia fortemente cristiana che esalta l'amicizia come fonte di vita e di pace.
Che poi questo sia il pensiero di questo poeta si trova conferma nella poesia numero 35 della stessa raccolta.
¿Qué importa que tu puñal Se me clave en el riñón? ¡Tengo mis versos, que son Más fuerte que tu puñal! ¿Qué importa que este dolor Seque el mar y nuble el cielo? El verso, dulce consuelo, Nace al lado del dolor.
L'attuale conflitto bellico tra Russia e NATO, nella devastata Ucraina, determina in me maggiore urgenza di riflettere sull'iniqua distribuzione delle ricchezze e dunque del potere, in Italia come nel resto del mondo. Pervertire la giustizia e il diritto, genera conflitto. Chi detiene il potere confonde la verità, in modo che chi è spinto, anche se non costretto, a infrangere le regole, non trovi sostegno, anche se è in parte vittima del sistema. È come giocare al casinò. Non è che i giochi del casinò siano truccati; è che le regole sono tali per cui i gestori del casinò sono gli unici che guadagnano sempre. Ecco, io sono stufo di vivere nel casino.
Vorrei proporre ai lettori del mio blog due brevi video. Sono le registrazioni di due interventi all'iniziativa #Paceproibita, organizzata da Michele Santoro. Il primo, della durata di 6':50", è di Sabina Guzzanti. Nel secondo, della durata di 4':47", Elio Germano legge Gino Strada. Io mi riconosco in entrambi gli interventi, che sono in linea con le perplessità e le idee che io stesso ho espresso nel presente blog.
La mia personale opinione è che i reali motivi di questo conflitto bellico russo-ucraino vengano taciuti sia dai governanti russi che da quelli ucraini ed europei e americani. È molto verosimile che il Dombass sia così conteso perché ricco di metalli rari necessari all'alta tecnologia. Che tuttavia vi sia anche un conflitto etnico in corso, mi sembra che sia evidente. Per fare una guerra, occorre che essa sia negli interessi di chi la finanzia, ma anche dei poveri disgraziati che la combattono.
Il punto è che se non vi fossero gli interessi di chi la finanzia, gli interessi dei poveri disgraziati che la combattono potrebbero essere oggetto di una mediazione che porterebbe a un compromesso soddisfacente per tutti e, senza alcun dubbio, più umano che scannarsi a vicenda. Se però noi inviamo una spropositata quantità di armi e neghiamo che qualsiasi conflitto etnico sia presente in Ucraina, questo a mio avviso vuol dire che siamo parte belligerante. Ma noi chi? Io no dicerto, ma neanche molti altri poveracci come me.
Quello che io dico è che vanificare l'ordine democratico - ovvero il potere condiviso - con l'astuzia, con l'inganno, e con il sotterfugio, sarà magari meno cruento che sovvertirlo con la violenza, ma è comunque un abuso, una sopraffazione, e conduce comunque, indirettamente, ad altre forme di crudeltà.
La mia valutazione della società italiana - ma questo sarà vero in altre forme, anche negli altri paesi europei e negli Stati Uniti d'America - è che la società italiana è una società clientelare.
Ora, per quanto questa è una circostanza che quasi mai viene spiegata a chiare lettere, lo Stato fascista è l'istituzionalizazione del clientelismo. A capire questa circostanza ci si può arrivare analizzando cosa era e come era organizzata la società italiana durante gli anni della dittatura fascista.
Il punto essenziale, nel presente momento storico in occidente, è che il clientelismo non è istituzionalizzato, per cui è possibile arrivare a una più equa distribuzione del potere e delle ricchezze, tramite la pacifica "denuncia sociale", ovvero attraverso l'analisi condivisa dei meccanismi che regolano la distribuzione del potere.
Alla base di tutto vi è una sproporzione così grande nella distribuzione delle ricchezze, che non è possibile che non produca inquità nella distribuzione del potere. Questa iniquità in una spirale perversa, va a sua volta ad amplificare la sproporzione nella distribuzione delle ricchezze.
Avere e potere sono due elementi fra loro intrecciati, e occorre che le masse dei meno abienti ne prendano coscienza.
Il problema è che per giungere a questo occorrerebbe più gente matura e meno gigioni. Il problema è che la maggioranza delle persone parla ed esprime opinioni esclusivamente per costruirsi un'immagine sociale. In parole povere si atteggiano e basta.
Tuttavia anche il fenomeno sociale di una scarsa autenticità diffusa nella nostra società, è un fenomeno culturale relato all'organizzazione sociale che viene prodotta, rivolta all'organizzazione della produzione e alla distribuzione dei beni di consumo. Io non credo che l'organizzazione della produzione, e la società che al servizio di questa viene strutturata, determini univocamente l'individuo, ma di certo privilegia alcune sue scelte a discapito di altre.
A me sembra che la situazione intorno a me sia piuttosto drammatica. La stessa dimensione dell'autenticità è stata assunta da coloro che si atteggiano, come fattore di cui farsi fregio. C'è una persona che io conosco, che è certamente tra i più atteggioni privi di spessore morale che io abbia mai conosciuto, che ha aperto un gruppo su WhatsApp, insieme ad altri fasulli come lui, e forse insieme anche a qualche sprovveduto, e l'hanno chiamato "Gente Vera".
Come emerge dalle analisi del gigantesco pensatore danese Soren Kierkegaard, vi è una dimensione estetica nell'operare umano, e una etica. Lui vi aggiunge anche quella morale, che insorge quando la persona che si muove sul piano etico si accorge della condizione disperata della propria scelta etica, e trova stabilità e fondamento nella fede. Al di là di questa dimensione morale, in cui io tuttavia mi ritrovo ad essere, è importante tuttavia che ciascuno di noi si rivolga autenticamente a perseguire valori etici, interrogandosi anche su questa autenticità, ovvero sul fatto di perseguire i propri valori etici in modo disgiunto da ogni interesse personale.
Il bene va amato per sé stesso, al di sopra dell'amore che si ha per sé stessi. Questo riassume appieno il cristianesimo nel suo comandamento più grande, di amare Dio al di sopra di tutto, e nell'altro, che direttamente da esso discende, di amare il prossimo come sé stessi.
Tra i video di questo convegno Pace Proibita, ho visionato anche interventi di persone che autentiche non mi sono apparse affatto, e mi sono sembrate invece alla caccia di successo, e pertanto tese ad occupare una nicchia ecologica non ancora intensamente sfruttata dalla concorrenza. Come dire che così va il mondo. L'antidoto è imparare a pensare con la propria testa. Non abbiamo bisogno di leaders, ma di pensare e decidere autonomamente, accettando sempre anche il confronto con gli altri.
Una cosa che sconsiglio a tutti è di mettere il cellulare nel tostapane. È un'esperienza orribile, non fosse altro per l'odore, ma non solo. Per capirsi, è più o meno la stessa cosa di quando provi a cuocerlo in forno. Ma mi hanno detto che se provi a scaldarlo in padella, per il fatto che ci stai più vicino, è pure peggio.
Ora non è che io do questo consiglio solo a quelli che leggono il mio blog, perché a mio avviso non lo dovrebbe fare nessuno. Però chi legge il mio blog, anche per questi consigli risulta avvantaggiato.