sabato 13 dicembre 2025

Eldorado (due poesie di Maurizio Proietti iopropars)

Eldorado
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars


Eldorado

Eldorado,

La terra dell'oro,

Avrebbe senso raggiungerla

Se da essa con l'oro

Si potesse tornare.

Io però

Se potessi fuggire

Non vorrei 

Fare ritorno in questo deserto 

Che tanto mi stanca,

Poiché sono stanco

Dei vostri meriti,

Sono stanco del vostro valore,

Mi stanca la vostra eccellenza,

Non mi interessa l'oro che brilla,

Quella cosa per cui 

Tra voi potrei essere grande,

Ma io nella vostra sapienza

Non mi riconosco.

Ho bisogno di acqua e di cibo,

Ma più di ogni cosa

Ho bisogno di amore.

Maurizio Proietti iopropars



Dreaming
dipinto digitale di 
Maurizio Proietti iopropars

La regina di Saba

La Regina

Di Saba, al giorno d'oggi

Non visita più Salomone

Per conoscere la sua Sapienza,

Ma solo desidera mostrare

Di essere di lui più sapiente.

Sembra che sfugga alla donna regina,

Che al cospetto

Della Sapienza ad essere ammessa

È solo l'Umiltà.

Maurizio Proietti iopropars





 

Privacy Policy Cookie Policy +




sabato 6 dicembre 2025

Chi confonde Patriarcato e Fascismo




Il Fascismo non è Patriarcato
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars


Chi confonde 

Patriarcato e Fascismo 


https://www.rainews.it/articoli/2025/11/la-lista-degli-stupri-al-liceo-la-scritta-apparsa-in-uno-dei-bagni-del-giulio-cesare--2b136114-0ebb-43b5-bcb0-1fc62fdd63a4.html 

Io dico che chi confonde il Fascismo con il patriarcato, o ha le idee confuse, o con diverso orientamento, fascista è pure lui, o lei (durante il ventennio c'erano anche le donne fasciste). 

Lo dico perché innanzitutto non chiama il Fascismo con il suo vero nome, legittimandolo storicamente in una certa misura. 

Poi confonde la realta storica di cosa sia stato il patriarcato, e di come si sia arrivati a una concezione diversa, proprio nell'evoluzione della cultura patriarcale sana, attraverso lo sforzo di donne e anche di uomini, tramite il confronto, anche se talvolta serrato.

Mettiamo le cose in chiaro: la cultura maschilista e machista è interna alla cultura fascista, e ha ben poco a che fare con il patriarcato, al pari di come il Fascismo, che pure esaltava la romanità per dichiararsi suo erede, aveva ben poco a che fare con la romanità.

In Italia durante il Ventennio il fascismo è stato istituzionalizzato, però possiamo riportare il linciaggio dei fratelli Gracchi a un'aggrassione squadristica di stampo fascista. Allora possiamo affermare che il fascismo era già presente in una certa misura nella società dell'antica Roma, e non solo. Dunque possiamo affermare che il fascismo era presente in una certa misura anche nella cultura patriarcale.

Anche il maschilismo era presente in misure più o meno ampie nelle culture patriarcali; come è presente nella società italiana contemporanea, che però non è patriarcale.

Bisogna tuttavia mettere in chiaro che la cultura dello stupro non ha nulla a che fare con la cultura patriarcale.

La cultura dello stupro va respinta con forza e con fermezza. Ma dobbiamo dire che la cultura dello stupro è una cultura di stampo fascista.

Del pari non possiamo riportare la cultura dello stupro, come pure ogni forma di maschilismo e di machismo, al "testosterone"; come si tende ad affermare oggi da più parti. Sono forme di depravazione morale che nulla hanno a che vedere con sano comportamento maschile nella specie umana.

Se analizziamo la circostanza da un punto di vista biologico e filogenetico, si può certamente convenire con quanto io affermo, che la pulsione sessuale maschile rende l'uomo protettivo e rispettoso nei confronti della donna, sempre e in ogni circostanza. 

Io dico che un uomo che sia un uomo non cercherà mai di forzare la volontà di una donna. 

Io dico che durante l'accoppiamento, un uomo che sia un uomo, si accorge se la donna gli resiste, e cioè che in quel momento lei non è più consensiente, e si ferma perché non ce la fa a continuare se la donna non è consensiente, proprio perché è un uomo, maschio della specie umana.

I violentatori si atteggiano a maschi, ma sono solo delle bestie, perché si sono degradati ad essere bestie. 

Io dico però che va respinta anche una lettura della storia che vede gli uomini come quelli che hanno sempre tenuto soggiogate le donne nelle culture partiarcali, in cui venivano anche violentate. È una lettura così parziale della storia, da essere totalmente distorta; tanto da rendere impossibile la comprensione delle dinamiche interpersonali e sociali, in qualsiasi cultura, passata e presante.

Io dico basta a criminalizzare l'elemento maschile in quanto tale.

Maurizio Proietti iopropars 



Privacy Policy Cookie Policy +




martedì 2 dicembre 2025

Togliere i figli come si sequestra l'auto

Sottrarre i figli come sequestrare l'auto
Post di Maurizio Proietti iopropars

Togliere i figli come si sequestra l'auto

Ciò che più mi ha colpito della vicenda di quella famiglia, soprannominata "la famiglia nel bosco", che viveva in condizioni di parziale isolamento in un bosco in provincia di Chieti, è stata la facilità con cui si è fatto ricorso a un provvedimento estremo, qual è quello di allontanare i figli dalla custodia dei genitori. Aggiungerei, " e anche dal loro amore", perché dell'amore di quei genitori verso i loro figli appare difficile dubitare, per quanto si possano non condividere le loro scelte esistenziali e sociali.

Che non fosse una situazione di isolamento totale ma di semi-isolamento, risulta anche dal fatto che i genitori abbiano portato i loro figli in ospedale in seguito ad un'intossicazione da funghi.

Un punto essenziale della vicenda, mi sembra che sia, che i due genitori anglo-australiani, non tenessero i bambini in quella situazione per incuria, ma per scelta ideale. E riguardo alla scelta ideale, non mi è sembrato nemmeno che quei genitori volessero imporre ai propri figli la scelta di vita che essi avevano preso per sé stessi, e che volevano continuare nonostante avessero avuto quei figli. A me piuttosto, mi sono sembrati convinti che quel tipo di vita fosse il migliore da dare ai figli.

Quei genitori erano convinti, non della legittimità, ma della bontà della loro scelta, e volevano condividerla e trasmetterla ai figli.

Io valuto positivamente il fatto che lo Stato vigili sulle buone condizioni dei minori, e cerchi di prendere provvedimenti a loro sostegno, qualora si valuti che le condizioni lo richiedano.

Ciò che invece mi scandalizza è la facilità con cui il provvedimento di allontanare i figli da quella coppia di genitori è stato preso. Mi sembra di aver capito, ad esempio, che non vi siano stati colloqui preliminari per analizzare l'idoneità di quella coppia ad allevare figli, o per convincerli della non idoneità della situazione per dei bambini.

Un provvedimento forzato avrebbe potuto essere un provvedimento di sgombero. Allora quei coniugi avrebbero potuto considerare positivamente l'offerta di un alloggio fatta dal sindaco del paese vicino. Se avessero impugnato il provvedimento di sgombero, durante il processo si sarebbe potuto dibattere riguardo all'idoneità della loro scelta.

Dal modo in cui sono stati presi i provvedimenti, mi sembra invece che l'unica via lasciata a quei genitori per riavere i loro figli, sia di rinnegare le loro scelte di vita.

Mi vengono in mente le parole di una canzone di Fabrizio De André, "...ammucchiati in discesa in difesa della propria celebrazione" . Del tipo, "Voi potete anche rifiutare la nostra società, quella che noi abbiamo costruito. Ma se lo fate e cercate modi di vita alternativi, noi vi leviamo i figli. Noi, siamo il bene".

Maurizio Proietti iopropars



 

Privacy Policy Cookie Policy +



mercoledì 26 novembre 2025

Dirottare sul Patriarcato



 

Il cambiavalute e sua moglie (1514)
Quentin Messys (1466-1530)


Dirottare sul Patriarcato

Dirottare cosa? Dirottare l'attenzione. Dirottare dal problema. Ci sono certamente dei problemi interpersonali che coinvolgono l'intera società: questo è quello che anche io penso. Così che anche a me sembra legittimo volere capire il nesso tra i problemi interpersonali e l' organizzazione sociale. Però mi sembra parecchio travisato ritenere che i problemi di organizzazione sociale debbano essere riportati a un conflitto di potere tra generi, e ad una supremazia del genere maschile.

Facciamo un esempio. Se il mondo dello spettacolo è organizzato in modo che un impresario o un produttore possano commettere degli abusi su i prestatori d'opera, nella fattispecie sulle attrici, non si può risolvere il problema sostituendo l'impresario o produttore maschio eterosessuale con uno di genere diverso. Vi è un problema di tipo organizzativo. Si deve organizzare la situazione in modo che chi è in quella posizione non ne possa abusare.

Vari tentativi sono stati fatti nel corso della storia per cambiare le situazioni di organizzazione sociale che permettessero abusi. Gli antichi romani a questo scopo passarono dalla monarchia alla repubblica; e possiamo affermare che in seno a quel patriarcato, sia nata la civiltà giuridica.

Io penso che riportare i problemi della società odierna alla necessità di combattere contro un fantomatico patriarcato, sia perfino ridicolo. Se l' 1% della popolazione, detiene il 70% della ricchezza globale, è evidente che esiste un problema di distribuzione della ricchezza legato all'organizzazione della produzione. Si può essere critici quanto si vuole, riguardo all'analisi socio-economica marxista, ma questa circostanza mi sembra che non possa essere negata.

Un' altra circostanza che va riconosciuta mi sembra che sia l'esistenza di un legame tra ideologia sociale e organizzazione della produzione. Si possono fare correzioni e aggiustamenti sull'analisi che Karl Marx fa di questa relazione, ma che essa vi sia mi sembra innegabile. Perché si mantenga un'organizzazione sociale che privilegia pochi a discapito di molti, si devono diffondere ideologie che la sostengano.

Si parla ad esempio di educazione all'affettività. Però come vi può essere educazione all'affettività in una società in cui i rapporti interpersonali sono basati su una competizione esasperata? A me sembra che molti genitori non insegnino neanche più le buone maniere ai propri figli per non fare di loro dei perdenti.

                              

            Ill-Matched Lovers (amanti mal assortiti)
Quentin Messys

Il fatto di individuare nel patriarcato, il centro di certe problematiche sociali, mi appare poco sostenibile. Io mi sento di dire che l'attuale vita sociale, si sia sviluppata a partire dal mercantilismo che ha soppiantato il feudalesimo, ed è approdato nell' organizzazione capitalistica della produzione, che ha poi dato origine all'attuale "mercato globale", attraverso un'evoluzione in cui hanno operato disvalori etici condivisi da uomini e da donne. 

Nei dipinti di Quentin Messys, mi sembra di poter individuare i disvalori di cui parlo, che lui li abbia descritti nei suoi dipinti, così come operavano nella società del suo tempo, nel 1500.

Mi fa impressione quel "cambiamonete con sua moglie", che condividono la loro avidità. Mi fa anche impressione quella "coppia mal assortita", in cui la donna mostra di accondiscendere ai desideri dell'uomo, ma al tempo stesso lo studia per potersi approfittare di lui, come lui pure pensa di potersi approfittare di lei.

In sostanza non credo che qui in Italia, episodi di violenza contro alcune donne, o un certo numero di donne, nascano all'interno di una cultura sociale che vuole negare alle donne la possibilità di esprimere appieno la loro personalità, volendole invece sottoposte all'autorità maschile.

A me non sembra di poter osservare, ribadisco almeno in Italia, un conflitto sociale in cui gli uomini cercano di sottoporre le donne alla propria autorità. Vedo piuttosto livelli elevatissimi di conflittualità interpersonale, che negli uomini sfociano più spesso nell'aggressione fisica, ma in cui anche le donne non sono da meno.

Secondo me non si tratta di educare all'affettività, ma di sviluppare un'organizzazione sociale che consenta relazioni interpersonali più umane.

D'altra parte, se parliamo di violenza contro le donne, io mi sento anche di aggiungere, che non c'è peggiore violenza, che quella che qualsiasi essere umano, uomo o donna che sia, commette contro sé stesso, quando commette deliberatamente il male. E tuttavia sono pochi coloro che riescono a capirlo.

Mille volte tanto è preferibile rinunciare a qualsiasi cosa pur di non fare del male ad altri. Questa però non è l'etica sociale nella società contemporanea. Questo non è ciò che si insegna. E tuttavia è quanto insegnavano i grandi patriarchi del passato.

Al giorno d'oggi di patriarchi non ce ne sono più. Ci sono, dove ci sono, delle democrazie; e ci si dovrebbe preoccupare di farle funzionare come vere democrazie.

Maurizio Proietti iopropars


 
                         










Privacy Policy Cookie Policy +

martedì 17 giugno 2025

Un tuffo nel passato

3D Cyber Vibration
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars



 Un tuffo nel passato



In questi giorni si è tornato a parlare sui media, della tragedia di Vermicino. 
Era il 10 giugno del 1981.

Io me lo ricordo Vermicino nel pozzo, la tragedia in diretta della morte del piccolo Alfredo Rampi, "Alfredino nel pozzo". 

Scendevo giù per la discesa di casa mia, e sentivo le televisioni accese, tutte le televisioni sintonizzate sullo stesso canale, per cui c'era una specie di rimbombo, e come camminavo potevo sentire sempre la stessa cosa. Era in qualche modo allarmante. 

Non ricordo perché ero uscito, cosa ero andato a fare, ricordo invece, che poi sono tornato a casa, non molto tempo dopo, ed era la stessa cosa, però questa volta lo sapevo da cosa dipendeva quello che sentivo, perché già lo avevo capito quando scendevo, quando invece inizialmente mi aveva sorpreso, perché al momento mi era sembrato come se qualcuno tenesse la televisione ad un volume veramente troppo elevato, ma poi man mano che camminavo mi ero reso conto che non era questo, perché la voce si affievoliva un pochino e riprendeva forte alla finestra successiva, e quando sono tornato indietro sull'altro lato della strada, ho pensato che da quel lato era esattamente lo stesso, e così anche ho pensato che doveva essere successo qualcosa di grave. 

Così quando sono arrivato a casa, anche se ora mi sembra un po' strano, non ho accesso la televisione, non mi sono unito a una massa a cui non mi sentivo partecipe, ma ho telefonato a una persona per chiederle se sapesse cosa era successo. Lei mi ha risposto: 

- Come, non lo sai? Sei l' unico che non ha acceso il televisore. 

Io le ho spiegato brevemente più o meno che non mi andava di buttarmi nella mischia, e le ho chiesto se non mi poteva riassumere brevemente cosa stava succedendo. Lei mi ha spiegato allora che era caduto un bambino in un pozzo e stavano trasmettendo in diretta le operazioni di soccorso. 

Trattandosi di una circostanza che per quanto grave era una circostanza privata, le ho detto che la cosa mi sembrava un po' morbosa, perché sarebbe bastato aggiornare con qualche notizia di tanto in quando, e che una diretta TV, per di più a reti unificate, mi sembrava troppo. Lei però mi ha risposto che a lei piaceva seguire la vicenda, di sapere tutto quello che stavano facendo per salvare quel povero bambino. Io allora le ho chiesto: 

- E se non riescono a salvarlo?

E lei di rimando:

- Ma dài, ti pare una cosa del genere...

E poi ha aggiunto:

- Dài, figurati! Se lo trasmettono in televisione così, è perché sono sicuri di riuscire a prenderlo. 

E io allora:

- Va be', vi auguro che riescano a veramente a riprenderlo.

E lei: 

- Ma lo sai che sei proprio stronzo? 

E io:

- Va bene, io sarò pure stronzo, però se questi trasmettono questa cosa in diretta in questo modo, è per esaltare la loro efficienza organizzativa, e fanno leva proprio sui sentimenti di solidarietà e di compassione della gente, per esaltare sé stessi e trovare credito. 

Lei allora: 

- Sei sempre lo stesso! Ma ti rendi conto che hai il chiodo fisso? Non pensi a nient'altro. Quando fai così non ti sopporto più. Non capisci che non è questo il momento per fare certi discorsi? 

E io allora: 

- Ma guarda che quello che io ti sto dicendo è che sono proprio quelli che trasmettono queste cose in questo modo che si servono dei sentimenti di compassione della gente. Anche perché poi una certa probabilità anche piccola di non riuscire c'è in tutte le cose. Tu mi potresti rimproverare se io avessi detto che speravo che non riuscissero a salvarlo. 

Lei a questo punto ha riso: 

- Va bene d'accordo. Sei sempre lo stesso, però mi piaci anche che sei così... 

E poi ci siamo salutati. E mi ricordo quando ci siamo incontrati, e lei mi ha detto che non erano riusciti a salvarlo. A me veniva da piangere e le ho detto che mi dispiaceva, e lei mi ha risposto: 

- Lo so che a te ti dispiace... 

E si è stretta a me e io l' ho abbracciata, e lei è scoppiata a piangere. 

Mi ricordo poi quando mio padre mi ha raccontato come erano andate le cose, come si erano svolti i soccorsi e perché erano falliti. E mi ricordo che pure lui ha commentato:

- Certo però pure questi a trasmettere in questo modo una cosa del genere... 

E a me è sembrato normale trovarmi in questo modo in sintonia con mio padre, anche se per certi versi non andavamo molto d'accordo. Poi ha aggiunto:

- Scommetto che tu neanche hai acceso il televisore. Mentre stavo a guardare ci ho pensato. 

Qualche tempo prima di morire, quando già soffriva di Alzheimer, mio padre mi ha detto:

- Noi ci siamo voluti bene da lontano. 

Con la ragazza invece qualche anno dopo ci siamo persi, e non l'ho più rivista. Eravamo tutti e due così giovani, e così fragili nel mondo dei grandi, di questa gente così dura.

Io sono rimasto sempre lo stesso. Come dice la canzone "Gli uomini non cambiano". E la canzone dice questa cosa in tono piuttosto polemico, e invece io me ne compiaccio, da vero maschio patriarcale. E anche questa è una cosa che per quanto non c'entra con la tragedia di Vermicino, mi viene in mente ripensando al quel passato.

Ripensando al mio passato, non solo a quell'episodio, penso che da maschio patriarcale sono stufo dei piagnistei delle donne, e non dico di quella ragazza ma di come vivo le donne ora, di questo perenne vittimismo di cui penso che non ci voglio più cascare, e penso che per andare avanti occorrerebbe che le donne quando le hanno, imparassero a prendersi le proprie responsabilità. Penso che il maschile e il femminile sono due aspetti complementari della natura umana, e non si può cancellare o reprimere né l'uno né l'altro dei due, ma che questi aspetti debbano trovare l'incontro e la loro armonica fusione. Ma penso che ancora adesso non c'è posto per uno come me nel mondo dei grandi, meno che mai in questa loro nuova "società inclusiva", così tirata a lucido da essere scintillante. 

Come sono tutti così bravi, rinchiusi come sono in una realtà apparente. E coibentati in questo dedalo normativo che lascia spazio ai tanti abusi. 

Ma dagli errori del passato pure loro hanno imparato. I progammi di oggi sono molto più curati. 

                          Maurizio Proietti iopropars



Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

lunedì 2 giugno 2025

Nuovi filibustieri

Waiting for the wind
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars




Nuovi filibustieri


Non perderò più tempo

E sentimento nel cercare 

Di scoprire cosa significano

Le loro espressioni sibilline,

Sorrisi civettuoli,

O quello che sia, lacci

Tesi per coprire inganni.

Non nuoterò di nuovo

A mordere le loro esche

Per essere strappato

In un vortice di disperazione.

È arrivato per me

Il tempo di dire basta a questo

Gioco d'azzardo per di più truccato.

Ho perso tutto e rischiato

Di sprofondare nell'abisso,

E adesso che mi sono ripreso

Mi allontano senza esitare

Anche dalla sola sembianza

Di trappole ed esche.

Dove la purezza è dichiarata

Fuorilegge mi si addice

Molto bene il marchio

A fuoco di filibustiere.

          Maurizio Proietti iopropars


Esperienze di vita

Le esperienze di vita portano a scelte di vita. È importante riflettere su queste scelte per valutare se siano sagge. È importante riflettere sulle esperienze e sulle scelte, e cercare di prendere le decisioni più sagge.

Io non penso che la saggezza sia solo in fatto razionale. Penso che bisogna ascoltare le nostre reazioni emotive e valutarle, ma assecondarle anche, se vengono da buoni sentimenti.

Io vedo la poesia appunto come un'elaborazione emotiva in cui si intrecciano sentimento e razionalità. È per questo che ho chiamato la mia prima raccolta di poesie "Riflessioni liriche".

                      Maurizio Proietti iopropars



 

Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

giovedì 29 maggio 2025

Dove cresce la vita

Dove cresce la vita
dipinto digitale di
Maurizio Proietti iopropars


Dove cresce la vita

Che la cultura non possa essere

Un semplice insieme di nozioni

Ma qualcosa che debba dare senso;

Che la scienza sia nata e si sviluppi

In una società civile,

All'interno, ovvero,

Di una comunità

Umana solidale;

Sembra essere una cognizione

Che va via via sparendo

Lasciando che avanzino le tenebre.

Eppure io mi tengo saldo

Nel continuare a credere

Che la sofferenza umana 

Debba avere un senso,

Quando noi siamo animati

Da una scelta di giustizia.

È questo il modo in cui

Riesco a frenare l'ira

Di fronte a un'ingiustizia soverchiante.

                   Maurizio Proietti iopropars


 

Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

Eldorado (due poesie di Maurizio Proietti iopropars)

Eldorado dipinto digitale di Maurizio Proietti iopropars Eldorado Eldorado, La terra dell'oro, Avrebbe senso raggiungerla Se da essa con...